Una parte del pubblico che ha affollato la sala del convegno presso la sede della Legacoop
Nella domanda iniziale è racchiusa tutta la sfida lanciata un anno fa e che ora comincia a raccogliere i primi frutti: le sperimentazioni di CoopmeUp di Legacoop Lazio e Legacoop Ferrara, quelle di Coopstartup Puglia e di Farmability. A raccontarle, dopo la proiezione di un video in cui il "guru" Jeremy Rifkin afferma che la sharing economy non è altro che la cooperazione rivista e corretta ai giorni nostri, sono quattro donne (e già questo la dice lunga...): Tatiana Marchisio, Chiara Bertelli, Annamaria Ricci e Francesca Montalti.
Da sinistra: A. Morabito, A. Ricci, T. Marchisio, C. Bertelli, F. Montalti, M. Serra
Chiara Bertelli lancia una provocazione: "Qualcuno in sala si lamenta che non c'è parità di genere!". Intanto scorrono le immagini di un altro video (http://www.coopstartup.it/notizie/le-sperimentazioni-territoriali-di-coopstartup-il-video/) in cui le quattro responsabili raccontano: in Lazio è nata "Città delle mamme", un coworking con trenta postazioni e Spazio Baby per facilitare il rientro al lavoro dei neo-genitori; poi c'è Ecoplanner, una cooperativa di ragazze tra i 25 e i 35 anni che organizza eventi e promuove education in chiave ecosostenibile; Consumo Cultura invece è una specie di "Groupon delle cooperative", ovvero un gruppo di acquisto di servizi culturali e del mondo dello spettacolo. A Ferrara ha preso il via una startup per la produzione di birre artigianali all'interno di una Casa del Popolo (ed è questa forse la sperimentazione che simbolicamente risponde meglio alla domanda iniziale), oltre a una Cooperativa teatrale che si propone di riqualificare e rilanciare le periferie urbane. In Puglia il processo è ancora in divenire, ma anche il processo può essere "antico" o "moderno" e questo è senza alcun dubbio proiettato nel futuro perché è un processo "aperto", dove i gruppi di lavoro co-progettano insieme ai coach, professionisti che si mettono a disposizione per accompagnare le neonate cooperative dalla fase di pre-startup a quella di post-startup. Quello che succede anche in Farmability, dove cooperative con una solida tradizione alle spalle "adottano" startup ad alto contenuto tecnologico nell'agroalimentare. E poi PazLab, cooperativa di giovani leccesi sotto la guida di Matteo Serra, cui è affidata la comunicazione dell'intero progetto Coopstartup: con una "mission" non "impossible" ma sicuramente difficile, quella di contribuire a diffondere un'immagine del mondo cooperativo diversa da quella comunemente percepita, legata più a un passato che sta scomparendo che non a un futuro che sta avanzando a grandi passi.
Anche la Guida alle startup cooperative, presentata da Barbara Moreschi e intorno a cui dibattono Marco Travaglini, Presidente di Necto Holding e autore di "Alfabeto per la creazione d'impresa", Alessandro Messina di Federcasse BCC e Davide Zanoni di Make a Cube3, è un "work in progress". Ma il messaggio che lancia è molto chiaro: non basta avere un'idea (sia pur brillante) per fare una startup, occorre anche un metodo, ovvero la capacità di mettere in atto tutti i passi necessari per realizzarla.
Da sinistra: B. Moreschi, M. Travaglini, A. Messina, D. Zanoni
Mauro Lusetti, Presidente nazionale Legacoop, sottolinea l'importanza del "capitale umano" e richiama ai valori fondanti della cooperazione, ma lancia un ponte tra vecchio e nuovo quando afferma che "ci sono settori nuovi e nuove professioni che possono trovare in questo modello societario una modalità di espressione".
La sessione pomeridiana è interamente dedicata al confronto con i rappresentanti delle istituzioni: Davide Agazzi di Progetto RENA, Carmela D'Amato di Invitalia, Stefano Pighini di LVenture Group, Nereo Zamaro dell'Università di Perugia, con la moderazione del giornalista Arcangelo Rociola e la partecipazione di Matteo Ragnacci, coordinatore Generazioni Legacoop. Si discute su quale sia il modello di innovazione proposto: è solo innovazione tecnologica o è anche altro? C'è chi pone più l'accento sulla tecnologia e chi su altri aspetti, come l'innovazione sociale, di processo o quella che risponde ai bisogni dei territori.
Aldo Soldi, Direttore generale di Coopfond, conclude affermando che "bisogna affrontare in maniera nuova un modo storico di fare impresa, mettere in atto un percorso innovativo in cui essere capaci di ascoltare altre persone e altre realtà". Contaminarsi, questa è la parola d'ordine. "E noi l'abbiamo fatto", rivendica con orgoglio.
Copiare gli scritti altrui non solo è vietato dalla legge, ma è indice di scarso senso etico. Se ti piace quello che ho scritto e lo vuoi riprodurre altrove, fallo pure, ma per favore cita la fonte.