2° puntata per la minirubrica di lapidarie selezioni musicali dell’anno in corso: 3 righe x 5 dischi usciti nel 2015 + link a una canzone per disco, per dar spazio alla musica e non al catechismo del recensore di turno. Stavolta tocca a: Father John Misty, Elephant Micah, Bob Dylan, Tobias Jesso Jr e Matthew E. White.
Bob Dylan – Shadows In The Night
L’ultimo Bob Dylan, un omaggio a Sinatra attraverso dieci standard americani, è di una tenerezza tale che qualsiasi critica può esser mossa solo da dei cuori di pietra che giudicano un’opera a prescindere dal sentimento che veicola, sentimento che dagli albori del pensiero è considerato alla base del processo creativo e che qui esplode in ogni direzione possibile. E impossibile.
Father John Misty – I Love You, Honeybear
Tra Calexico e Fleet Foxes (di cui J.Tillman aka FJM è il batterista), con i Love di Arthur Lee come stella polare. Cosa gli vuoi dire a un disco così? Puoi solo prenotarlo per la tua classifica di fine anno con 11 mesi di anticipo sulla scia di ciò che fu per Hot Dreams di Timber Timbre nel 2014, canzone al cui genuino sentimentalismo Father John Misty riporta qui, così.
Elephant Micah – Where In Our Woods
Elephant Micah è uno dei migliori cantautori in giro, ma non è mai andato sulle copertine più hype nonostante abbia un sound definito, ma anche molto vicino a grandi nomi come Bonnie Prince Billy eccetera. Non so cosa non abbia funzionato nella sua carriera, so solo che non riguarda la sua musica e canzoni come queste, degne del migliore slow-core (Spain, per dirne uno non a caso).
Tobias Jesso Jr. – Goon
Chitarrista fallito nel suo sogno di gloria in California, torna a testa bassa a casa dei genitori inizia e lì scopre il pianoforte della sorella e una voce da contraltare della west coast di Billy Joel. Questa è la breve storia di Tobias, accomunabile a tutte le star del pop di qualità del dopoguerra: Randy Newman, Harry Nilsson, John Lennon. E sprazzi di Daniel Johnston lo rendono unico.
Matthew E. White – Fresh Blood
Musicista e compositore di un altro livello rispetto al 99% dei colleghi e già autore di uno dei migliori dischi degli anni ’10, Big Inner, torna con il suo soul vagamente psichedelico e pieno di sfumature jazzy, musica e musicista del terzo millennio. L’attitudine da loner ironico ne fanno un personaggio unico, come questo suo nuovo e splendido album tra Shuggie Otis e Van Morrison.
* Articolo pubblicato su Memecult – http://www.memecult.it/stay-tuned-5-dischi-del-2015-da-non-perdere/