“Se i tempi non chiedono la tua parte migliore inventa altri tempi.” Pietro Ingrao ci ha magnificamente dimostrato che chi sa sognare campa cent’anni, Erri De Luca ci ha fatto capire che la libertà di opinione non solo prevede come condizione necessaria e sufficiente l’anacronistica presenza di una testa, ma che è altrettanto essenziale tenerla sempre alta e, infine, Stefano Benni, con la sua straordinaria ironia, ci ha ricordato che la dignità delle proprie idee non è passata di moda nonostante la Picerno!
Lo scrittore su Facebook rifiuta il premio De Sica patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali con queste parole:
Gentili responsabili del premio De Sica e gentile Ministro Franceschini, vi ringrazio per la vostra stima e per il premio che volete attribuirmi. I premi sono uno diverso dall’altro e il vostro è contraddistinto, in modo chiaro e legittimo, dall’appoggio governativo, come dimostra il fatto che è un ministro a consegnarlo. Scelgo quindi di non accettare. Come i governi precedenti, questo governo (con l’opposizione per una volta solidale), sembra considerare la cultura l’ultima risorsa e la meno necessaria. Non mi aspettavo questo accanimento di tagli alla musica, al teatro, ai musei, alle biblioteche, mentre la televisione di stato continua a temere i libri, e gli Istituti Italiani di Cultura all’estero vengono di fatto paralizzati. Non mi sembra ci sia molto da festeggiare. Vi faccio i sinceri auguri di una bella cerimonia e stimo molti dei premiati, ma mi piacerebbe che subito dopo l’evento il governo riflettesse se vuole continuare in questo clima di decreti distruttivi e improvvisati, privilegi intoccabili e processi alle opinioni. Nessuno pretende grandi cifre da Expo, ma la cultura (e la sua sorgente, la scuola) andrebbero rispettate e aiutate in modo diverso. Accettiamo responsabilmente i sacrifici, ma non quello dell’intelligenza. Comprendo il vostro desiderio di ricordare il grande Vittorio De Sica, e voi comprenderete il mio piccolo disagio.
Un cordiale saluto e buon lavoro
Stefano Benni
Non c’è veramente niente da obiettare e pochissimo da aggiungere.
Accettare un premio culturale dalle mani di Franceschini è un po’ come farsi regalare un vocabolario da Razzi … per carità da queste parti tutto è possibile, veramente tutto può succedere, se Alfano è ancora ministro è possibilissimo che Razzi possegga un dizionario, anche se non ci vivrebbe, ma converrete con me che sempre strano è!
Quindi il nostro autore si è trovato davanti a un bivio – per lui – di facile soluzione: da un lato un premio in meno e l’onestà intellettuale intonsa, ma anche la fruttuosa possibilità di motivare la propria decisione tentando così di scuotere l’odierna quanto desolante letargia intellettuale, e dall’altro un riconoscimento in più che lo avrebbe indirettamente “arruolato” nelle propagandistiche fila del governo del “fare”, ma anche del dire del baciare della lettera e del testamento.
Ma di certo Franceschini riuscirà a superare l’imbarazzo, il ministro non smette mai di ricordarci che non è di certo dotato spalle grosse ma può sempre saltare a piè pari la figuraccia dichiarando: “Benni ha detto no al premio De Sica … Marino dimettiti!”
La libertà ha un prezzo e, ahinoi, esclude a priori l’incontrollata diffusione di secrezioni salivari su terga altrui. Lo so è un lavoro pulito e dignitoso … ma qualcuno lo deve pur fare.
Ringrazio sentitamente Stefano Benni per aver dato una salutare stretta, seppur temporanea, al nostro quotidiano travaso di bile.
Con tutto il fegato e tante altre frattaglie stressate,
Grazie Stefano.
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