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Stefano Borgonovo, Pallone d’Oro per la vita

Creato il 30 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Stefano Borgonovo è un ragazzo di Giussano che sogna di fare il calciatore perché ama il calcio. A 18 anni esordisce in serie A con la maglia Borgonovo-milan del Como e dopo solo quattro stagioni viene comprato dal Milan, che lo gira in prestito alla Fiorentina. Insieme a Roberto Baggio, Stefano esplode: la terribile coppia di attaccanti segna tanto, la loro intesa è perfetta. Dopo un anno di purgatorio a Milano, Stefano torna in paradiso, a Firenze, la città che ama, dove rimane altri due anni. Poi i trasferimenti al Pescara e all’Udinese, dove conclude la sua carriera. Ma non esiste solo il pallone nella sua vita: Stefano si sposa con Chantal, la donna della sua vita, e alza al cielo, pazzo di gioia, i suoi due trofei più importanti: i figli Andrea e Alessandra. Stefano, intanto, non abbandona il mondo del calcio: per cinque anni allena prima i pulcini e poi la primavera del Como. Il tempo passa, nascono anche Benedetta e Gaia: la famiglia Borgonovo si allarga, prende forma.

Nel 2005 iniziano i problemi di salute, inizia la partita più importante di Stefano. L’avversario è forte, fortissimo: la sclerosi laterale amiotrofica, meglio conosciuta come SLA. Stefano scende in campo senza paura, pronto a correre e a lottare fino all’ultimo minuto, come ha sempre fatto. Ma la Sla incalza, cresce, si fa strada nel suo corpo, lo paralizza: Stefano è inchiodato a un letto, può parlare solo grazie ad un sintetizzatore vocale. Ma la partita non è affatto conclusa e Stefano è tutt’altro che immobile: organizza partite di beneficenza, l’incasso viene completamente devoluto per la ricerca su questa malattia. Va addirittura in curva Fiesole ad assistere alla semifinale fra la sua Fiorentina e l’Inter. Il 27 giugno 2013 l’arbitro fischia la fine della partita con la SLA, Stefano può finalmente ritirarsi negli spogliatoi da vincitore. Le parole più belle sono quelle del suo amico Roberto Baggio: “Caro Stefano, l’impresa più bella che sei riuscito a costruire negli anni è stata quella di trasformare il veleno della malattia in medicina per gli altri”. Stefano lascia il campo tra gli applausi commossi del pubblico e le lacrime della sua famiglia, lascia il campo da vero campione. Ha appena vinto il Pallone d’Oro per la vita.


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