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Stella e i fenici, esito accademico e basta

Creato il 30 marzo 2012 da Zfrantziscu

di Mikkelj Tzoroddu
Cara Stella, ma, a proposito, sei una “stella” o sei un’”isteddu”! Certo, da omine, preferisco immaginarti una “stella”! Ma, anche fossi un’”isteddu”, da omine sardu, sarei estremamente interessato ad interloquire teco, perché (non me ne volere “stella”) “su isteddu” si porta dietro una pletora di millenni d’osservazione del firmamento, i quali innumeri millenni furono la base d’una civiltà di marinai che, fin dal Paleolitico domarono il Mediterraneo. E mi riferisco ai Sardiani, naturalmente, a chi altri! Furono essi che domarono e dominarono il loro mare portando loro ed altrui ossidiana nelle grotte della Liguria 13 (diconsi tredici) millenni addietro (continuo a ripeterlo nella speranza che vi sia qualcuno che mi contesti!) e giunsero fin nelle valli del Danubio intessendo fertili relazioni culturali e genetiche con le popolazioni ivi attestate, come testimonia la cultura dei vasi campaniformi e i resti di inumati ed inumate (da cui il ratto delle danubiane da parte dei Sardiani) danubiani in Sardegna. Ed inoltre, come sappiamo da un mese ormai, lasciarono, essi Sardiani, tracce di sé anche nelle Alpi, in Val di Susa, avendo 41 ricercatori rivelato come della Sardegna Paleolitica (quella che definii essere costituita dall’unione di Sardegna e Corsica fino a diecimila anni fa) sia originario quell’Oetzi, cioè l’Uomo di Similaun, restituitoci dal tempo, due decadi or sono! E, non avevasi traccia di Minoici, di Micenei (almeno nell’accezione che oggi si conferisce a tali sostantivi), di Cicladici, di Greci, di Romani. Per non parlare di quell’esito accademico che tu testé nomasti “fenici”. Ma, lo sai cosa ebbe a dire il Moscati Sabatino, copiando (as usual) una dichiarazione del Paraskevaidou? Che il significato che assume il vocabolo greco fenicio è: il colore rosso; l’albero della palma; il dattero; l’uccello fenice; lo strumento musicale. Bene, ma il nome del mai conosciuto, privo di origini, privo di patria, privo di coscienza nazionale (questo ha dimostrato il Moscati!), popolo fenicio? Boh! Dopo aver valutato la palma, il rosso, l’uccello, lo strumento, il frutto, v’ha una qualche lontana possibilità che esista anche un popolo sì nomato? E, quale la sua terra? Beh, vediamo cosa ebbero a confessarci, solo alcuni fra i più attenti conoscitori della materia: H. Pastor Borgoñon: «almeno in oriente i Fenici non esistevano»[1] W. Röllig: «[…] i Fenici. Ciò che tuttavia non è così chiaro è ciò che questo vocabolo significhi»[2] - C. Baurain, C Bonnet: «i Fenici restano una scoperta se non un’invenzione dei Greci»[3] - B. Peckam, università di Toronto: «la Fenicia non era una nazione, ma un agglomerato di città con diverse tradizioni e interessi»[4] - S.F. Bondì, università di Viterbo: «la Fenicia non costituì mai […] una compagine politica unitaria»[5] - P. Bartoloni, università di Sassari: «la Fenicia […] si colloca tra le città della Siria settentrionale abitate da popolazioni cananee ed aramee, a nord, e a sud tra i centri della Palestina, popolati da genti filistee»[6]. È evidente che il basito suo lettore si chieda: ma dove sistema le popolazioni fenicie? - G. Contenau: «le più antiche testimonianze che noi possediamo sulla Fenicia sono in parte leggendarie»[7] A. Ciasca: «la regione geografica alla quale convenzionalmente ci si riferisce con il nome di “Fenicia” è un complesso di realtà culturali assai variate che possiamo intravedere solo a tratti»[8] - M.G. Amatasi Guzzo, C. Bonnet, S.M. Cecchini, P. Xella: «i Fenici non costituirono mai una vera nazione né uno stato unificato»

[1] H. Pastor Borgoñon, 1992, “Die Phönizier”, in Hamburger Beitrage zur Archeologie, 15-17 (1988-90). [2] W. Röllig, 1992, “Asia Minor as a Bridge between East and West: the role of the Phoenicians and Aramaeans in the transfer of culture”, in Greece between East and West: 10th- 8th  centuries B.C. Papers of the meeting at the Institute of Fine Arts, New York University, March 15-16, 1990. [3] C. Baurain, C Bonnet, 1992, Les Phéniciens. Marins des trois continents, Paris. [4]B. Peckam, 1998, “Phoenicians in Sardinia: Tyrians or Sidonians?”, in Sardinian and Aegean chronology, M.S. Balmuth and R.H. Tykot eds. Osbow Books, Oxford: 347-54, p. 347.   [5] S.F. Bondì, M. Botto, G. Garbati, I. Oggiano, 2009, Fenici e Cartaginesi. Una civiltà mediterranea, IPZS, Roma, p. 1. [6] P. Bartoloni, 2009, Archeologia fenicio-punica in Sardegna. Introduzione allo studio, Cuec, Cagliari, p. 15. [7] G. Contenau, 1949, La La civilisation phenicienne, Payot, Paris, p. 33. [8] A. Ciasca, 1992, “Fenici”,  in Kokalos 34-35: 75-88.

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