Per la quarta serata del ciclo di concerti in abbonamento alla Liederhalle, la Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR diretta da Stéphan Denève ha proposto un bel programma franco-tedesco, molto ben calibrato nella scelta dei brani e che nel suo insieme costituiva una proposta di grande eleganza e raffinatezza. Devo dire che uno degli aspetti più attraenti nella stagioni della RSO des SWR è costituito proprio dalla coerenza e varietà che caratterizzano la compilazione dei programmi, sempre assemblati con grande coerenza a varietà di scelte e che danno al pubblico la possibilità di ascoltare un repertorio ampio e variegato. Nella sua attività come Chefdirigent, Stéphane Denève ha deciso di focalizzare le sue proposte sul repertorio francese e tedesco, dimostrando fino ad oggi una personalità interpretativa molto matura e originale. Il direttore francese si sta progressivamente guadagnando una posizione di rilievo tra le bacchette più interessanti del momento, oltre ad aver sviluppato un feeling intenso col pubblico della Liederhalle e con l’ orchestra, che sotto la sua guida suona con una partecipazione e un impegno davvero ammirevoli.
Il primo brano della serata era il Don Juan di Richard Strauss, nel quale la RSO des SWR ha potuto mettere in mostra tutte le caratteristiche migliori del suo modo di far musica. Una prova di qualità davvero eccellente per omogeneità e rotondità di suono, a confermare una volta di più la bontà del lavoro svolto finora da Denéve, che dal punto di vista interpretativo ha cercato un fraseggio finalizzato a sottolineare le espansioni melodiche e una grande attenzione per la varietà dinamica. A seguire, l’ Introduction et Rondo capriccioso in la minore op. 28 di Camille Saint-Säens per violino e orchestra. Come solista si esibiva Mila Georgieva, che nella RSO des SWR si alterna con Natalie Chee come Konzertmeisterin e che quando assunse questo incarico, nel 2002 a soli 26 anni, fu la più giovane violinista ad aver ricoperto una simile posizione nelle orchestre tedesche. Oltre a questo ruolo, la strumentista bulgara svolge anche un’ attività concertistica intensa a livello internazionale sia come solista che in formazioni cameristiche. La sua esecuzione del brano di Saint-Säens è stata davvero eccellente per la squisita eleganza del fraseggio e la bellezza di un suono forse non ampio nella corda di sol ma limpido, cristallino e ricco di armonici. Dal punti di vista tecnico, la souplesse con cui Mila Georgieva ha risolto tutti i passaggi virtuosisitici è stata davvero ammirevole, soprattutto nei trilli e salti di ottava del secondo tema. Una realizzazione notevole per raffinatezza e flessibilità nei tempi rubati, sottolineati in maniera eccellente dall’ accompagnamento orchestrale di Denéve e applaudita a lungo dal pubblico. Come fuori programma, Mila Georgieva ha eseguito “Pirin”, un brano della compositrice bulgara Dobrinka Tabakova.
Stéphane Denève con i cantanti de L’ Heure espagnole
Forse il massimo motivo di interesse della serata era costituito dalla seconda parte, nella quale abbiamo ascoltato l’ esecuzione de L’ Heure espagnole di Ravel, che nei giorni precedenti è stata incisa su CD nell’ ambito dell’ integrale raveliana che Denéve e la RSO des SWR stanno realizzando in questi ultimi due anni. La partitura, composta su un libretto di Franc-Nohain che narra le disavventure amorose di Concepción, moglie insoddisfatta dell’ orologiaio Torquemada, costituisce uno dei migliori risultati artistici di Ravel per la raffinatezza di una scrittura orchestrale e vocale che sottolinea con ironia ricca di buon gusto le vicende umoristiche di questa pochade ricca di spirito e carica teatrale, con una flessibilità di linguaggio davvero avvincente e una stupenda sapienza compositiva. Un vero e proprio gioiello del teatro musicale novecentesco, qui realizzato in maniera assolutamente esemplare. Con questa interpretazione, Stéphane Denève ha confermato la sua statura di interprete raveliano tra i migliori della nostra epoca, sottolineando a meraviglia tutte le preziosità della scrittura orchestrale, realizzate in maniera splendida da un’ orchestra che ha suonato in maniera intensa e concentrata a mettere in pratica tutte le intenzioni suggerite dal podio. Ottima anche la prova di un cast vocale omogeneo e impeccabile per eleganza di accentazione e raffinatezza di fraseggio. Le prove migliori sono state offerte dal mezzosoprano Stephanie d’ Oustrac, bravissima nel tratteggiare una Concepción arguta, piccante e mai esagerata in svenevolezza, e dal baritono Alexandre Duhamel, un Don Ramiro di bella voce e fraseggio castigato ed espressivo. Buoni anche il tenore Yann Beuron nella parte dello svenevole baccelliere Gonzalve e il basso-baritono Paul Gay come Don Indigo, anche lui fraseggiatore sorvegliato e di ottimo gusto come il tenore Jean-Paul Fouchécourt nel ruolo dell’ orologiaio Torquemada. Un’ interpretazione assolutamente esemplare per buon gusto e idiomaticità di linguaggio, applaudita a lungo dal pubblico della Liederhalle. Attendiamo adesso l’ uscita del CD, raccomandandone l’ acquisto a tutti gli appassionati di Ravel.