Esistono dei progetti simili anche in Italia, ma parlare di Steve Jobs School è ancora azzardato: sono realtà scolastiche in cui i tablet hanno sostituito quaderni e libri, persino i registri, e che vedono protagonisti soprattutto i bambini della scuola primaria (è proprio su questi ultimi che punta Apple) In Olanda, invece, per quanto gli elementi in comune siano parecchi, la situazione è abbastanza differente: iPad Mini, la versione fisicamente più piccola di iPad, rappresenta il cuore dell’attività scolastica e ha rivoluzionato non solo gli strumenti, ma anche il metodo.
Tra le novità delle Steve Jobs School spicca, infatti, il cosiddetto sCoolSpace, un luogo virtuale in cui gli alunni di ogni classe potranno incontrarsi per comunicare, scambiare consigli sui compiti dati per casa, fare tutto ciò che vogliono, insomma, ovviamente nel pieno rispetto delle regole di convivenza civile. Anche i genitori, per fortuna, potranno avere maggiore controllo sui loro bambini, attraverso iDesk Learning Traker, piattaforma che consentirà di verificare il rendimento, leggere il giudizio degli insegnanti e molto altro ancora. Almeno in tal senso, si può dire, dunque, che la Mela Morsicata ha battuto Google e i suoi programmi.
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Tutto questo è reso possibile dall’utilizzo del già citato iPad: la piccola tavoletta, oltre a sostituire tutto il materiale didattico – addirittura la lavagna –, permetterà ai ragazzini di vivere la scuola anche al di fuori della struttura, senza, però, sostituire il vero luogo di incontro rappresentato dall’aula: le Steve Jobs School sono già aperte nelle città di Sneek, Breda, Almere, Emmen, Heenvliet e Amsterdam, e qui i bambini incontreranno i loro coach – così vengono chiamati i nuovi insegnanti – dalle 10:30 alle 15:00.
L’idea è molto interessante, perché non sacrifica gli incontri in aula – in fin dei conti, sono comunque più di quattro ore di lezione –, ma li completa con momenti virtuali in cui possono intervenire pure gli insegnanti, e, se considerate che quella ludica è una delle attività migliori per l’apprendimento, questi istituti, che del gioco con i tablet fanno un punto di forza, non possono che rappresentare un modello per tutti: arriverà mai in Italia una Steve Jobs School?
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