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Stiamo facendo abbastanza per salvare l’ambiente? Una risposta islamica dal Movimento Gulen

Creato il 10 novembre 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Stiamo facendo abbastanza per salvare l’ambiente? Una risposta islamica dal Movimento Gulen

Nell’ambito della pubblicazione in italiano degl’interventi pronunciati al 10th Rhodes Forum del World Public Forum “Dialogue of Civilizations”, partner dell’IsAG, presentiamo il testo esposto all’assemblea, il 5 ottobre scorso, da Mustafa Kasim Erol, direttore della Dialogue Society di Londra.
Per gl’interventi precedenti cliccare qui.

 
Sale l’apprensione nel mondo per la cura dell’ambiente che ci circonda. Un’ovvia ragione per l’aumento della consapevolezza in materia è l’esito del contributo dato da molte organizzazioni che hanno attirato la nostra attenzione su molteplici questioni ambientali: surriscaldamento, siccità, inquinamento ecc. L’apprensione dei popoli deriva da diversi motivi e cause, alcuni dei quali sono scontati e pertanto non saranno qui esposti. Credo che tra questi motivi uno sia particolarmente importante, eppure non viene preso in considerazione come invece dovrebbe essere. Mi riferisco a motivi e ragioni di ordine religioso. Sarò breve e mi limiterò a parlarne risalendo alle ragioni islamiche che richiamano alla consapevolezza sulle questioni ambientali, quindi parlerò del Movimento Gulen che opera in giro nel mondo, esporrò le opinioni dei suoi fondatori e le attività del movimento da cui emerge una coscienza islamica su argomenti come ecologia, ambiente ed altri ad essi inerenti.

Nel secolo in cui viviamo abbiamo assistito al prosciugamento delle risorse naturali mondiali per mano dell’uomo, alla produzione di rifiuti e all’inquinamento in una misura mai registrata prima. Anche la capacità di distruggere la terra è aumentata notevolmente e i Paesi industrializzati hanno fatto scorta di armi nucleari, chimiche e biologiche. Tutto ciò minaccia il futuro del pianeta e dei suoi abitanti, ossia i popoli della Terra. Da una prospetiva islamica l’equilibrio ecologico sulla terra e i fattori che la circondano assumono notevole rilevanza. E’ dovere e responsabilità di ciascun individuo contribuire quanto più è possibile alla salvaguardia di ciò che ci circonda. Nell’Islàm ogni persona è vista e accettata in qualità di rappresentante di Dio sulla terra (Khalifa) e, nel corso della vita su questa terra, egli/ella sarà direttamente responsabile dell’agire per Suo conto. Evidentemente tra le principali responsabilità vi è il prendersi cura dell’ambiente, della madre Terra, da dove veniamo e dove torneremo. Questo è stato il principio della creazione e lo è anche in termini fisici. Da un punto di vista spirituale proprio della fede islamica, tutti noi veniamo da Dio e a Lui faremo ritorno. Di conseguenza, se qualcosa non dovesse funzionare, gli esseri umani, in particolar modo la comunità islamica, dovranno riconoscere la propria responsabilità per aver danneggiato l’Ambiente. La percezione di responsabilità spiegata da Simon Robinson espone sia la prospettiva islamica sia quella Gulen:

La visione di responsabilità di Gulen è saldata al concetto di dovere e si basa sulla propria teologia della creazione. Dio ha creato il mondo e ha designato l’umanità in qualità di vicereggente: “Porrò un vicario sulla terra” (Corano 2:30), perciò il genere umano è responsabile per la gestione di tutta la creazione. Data la relazione con Dio, il Creatore, l’umanità sarà responsabile a nome Suo. In tal senso, il genere umano è un sostituto di Dio, un vicario in delega, e a Lui ne risponde. Per ciò che fa nel mondo integralmente inteso, l’umanità è responsabile in Suo nome e responsabile sarà pure di fronte a Lui.

Da una prospettiva islamica, il mondo naturale riceve molta importanza. Una grande varietà di animali, piante, organismi ecc., nella/sulla terra, mare e aria, ciascuno con le proprie funzioni creano un vasto ecosistema interdipendente nel quale gli esseri umani continuano ad esistere. Anche la loro esistenza è letta come un segno divino, creati tutti in un sistema assai complesso. I musulmani credono che la natura sia un dono che Dio ha voluto fare all’umanità. Dovremmo trattarli con cura, siano essi animali o piante. Nel Corano il mondo naturale è una comunità separata come lo sono gli esseri umani: “Sulla terra nessuna creatura vivente si muove e nessun volatile vola sulle proprie ali, eppure essi vivono in comunità come te”. L’autorità di cui si è investiti conduce alla responsabilità di lavorare in armonia con tutte queste comunità e con l’ambiente naturale come se lo avessimo preso in affidamento. Questo è tanto più esecutorio dal momento che la sua disponibilità deriva da un valore islamico. Nel Corano è scritto: “Cibati e bevi senza farne spreco, invero Dio non ama coloro che fanno sprechi”. In questo versetto individuo linee guida univoche per i credenti affinché preservino l’ambiente senza produrre sprechi dai propri consumi. Tutti noi conosciamo la forza e l’avidità che conducono al forte desiderio “del volere” – non necessariamente “dell’aver bisogno” amplificato da pubblicità e marketing, prime cause dei problemi ambientali che attualmente affrontiamo. I musulmani hanno perduto quei valori religiosi di rilievo che esortano loro a proteggere l’ambiente.

Nel corso dei secoli abbiamo danneggiato la natura, soprattutto a partire dalla rivoluzione industriale. A ciò dovremo prestare attenzione, altrimenti saremo costretti ad affrontare ulteriori problemi nel prossimo futuro. Gulen punta sul significato della creazione originaria in paradiso da dove è poi discesa in terra. Nella lingua araba, Janna vuol dire giardino ed è il termine che letteralmente indica il paradiso. Bramosi di vedere il luogo della creazione, gli esseri umani tentato di imitarlo sulla terra. Allo stesso modo i musulmani hanno cercato sulla terra il proprio paradiso perduto e, riflettendo sul fatto che il Profeta Muhammad avesse provato a istituirlo, essi hanno la responsabilità di crearne uno. In qualità di Khalifa gli esseri umani hanno la responsabilità di edificare un mondo civilizzato in cui l’ambiente riceva la massima attenzione. L’importante rapporto tra esseri umani e resto del creato dovrà essere preservato affinché sia mantenuto l’equilibrio tra tutti. Non solo i musulmani hanno bisogno di costruire un ambiente pulito e puro, ma essi devono anche saper leggere gli avvenimenti infausti che accadono intorno a noi e il legame che questi incidenti hanno con il Creatore. Essi devono creare un ambiente più verde in città e in periferia, abbellendo il nostro mondo.

Oggi conviviamo con preoccupazioni derivanti dagli errori commessi nei decenni passati e tali ansie occuperanno le nostre agende da qui ai prossimi anni: cambiamento climatico, surriscaldamento globale, aumento del livello del mare, energia rinnovabile, salute ambientale, qualità dell’aria, degrado ambientale, erosione del suolo, distruzione dell’ambiente, capacità nucleari & sicurezza, crisi idrica, contaminazione delle acque e dell’aria, riserve, deforestazione e così via. E’ evidente che l’equilibrio nel nostro ecosistema ci pone in allarme sull’imminenza del pericolo. Gulen fa notare che l’intero creato è all’opera di pari passo con il resto dell’universo. Sempre secondo Gulen, l’ecosistema è di particolare importanza. Gli eventi naturali accadono intorno a noi e, spesso percepiti come crudeli, possono invece apportare molti più benefici al mondo. L’Universo – o Terra – è come un edificio enorme ed ogni singolo mattone si sostiene sull’altro. Se gli esseri umani non saranno cauti, allora saranno esposti al rischio del collasso dell’intero edificio. Un altro punto che Gulen ritiene rilevante nel nostro interagire con l’ambiente è la natura e il tentativo di capirne le attività. Secondo la sua lettura del mondo naturale, per mezzo delle sue regole esso non può che condurre ogni individuo al buon esito sia in questa vita sia nell’aldilà. Ancora dalla prospettiva del credente, il Corano invita ripetutamente a guardare al sistema e alle bellezze dell’universo. Ed è ampiamente condiviso che la Terra, e su vasta scala l’universo, siano entrambi visti come un altro Testo sacro equivalente al contenuto del Corano. I musulmani hanno bisogno di leggere entrambi con molta attenzione. Ciò li condurrà a comparare la Parola divina – il Corano – con la parola fisica di Dio – l’universo -; di conseguenza essi leggeranno entrambi i messaggi nella rispettiva sacralità fino a sentirli parti rilevanti della fede.

Gulen espone i riferimenti coranici nei quali si incoraggiano i popoli a indagare, ad apprendere, a fare ricerca, a costruire nuove ipotesi dalle nuove scoperte, a leggere il libro dell’universo e a provare a capire i segreti della creazione. Ecco alcuni passi:

  1. 1. “Rifletti su ciò che esiste (e su ciò che accade) nei cieli e sulla terra”.
  2. 2. “Invero; nella creazione dei cieli e della terra e nell’alternarsi tra giorno e notte, nelle navi che salpano i mari per il profitto umano e nelle acque che Dio ha versato dal cielo per ravvivare la terra dopo la sua fine, distribuendovi ogni tipo di bestia, nel mutamento dei venti e nelle servizievoli nuvole compresse tra cieli e terra – vi sono riposti i Segni per coloro che saranno in grado di afferrarli”.
  3. 3. “Non hanno guardato al regno dei cieli e della terra e a tutte le cose che Iddio ha creato?”
  4. 4. “Sulla terra vi sono i Segni per coloro che certamente hanno fede. Come pure in voi stessi. Ancora non sarete in grado di vederli?”
  5. 5. “Viaggia sulla terra, e guarda come Egli ha originato la creazione. Allora Iddio provvederà alla creazione ultima”.
  6. 6. “I cieli abbiamo creato con convinzione e questo è certo. Noi che deteniamo ingente potere e lo diffondiamo”.

 
Ma ancora, i versetti coranici portano all’attenzione degli esseri umani la vastità dell’ambiente che ci circonda compresi cieli e universo. Proseguendo nella sua spiegazione di Gulen; tutte le cose create intorno a noi non sono soltano un riflesso dell’immagine del paradiso, ma sono anche specchio della manifestazione e della parola divina. Tra tutte, gli esseri umani sono le sole creature dotate di coscienza e quindi su di essi ricadrà la responsabilità di prendersi cura dell’ambiente.

Gulen sottolinea poi la modalità con cui dovremmo guardare ai segni della misericordia derivanti dalla presenza divina disseminati sulla Terra e come rianimarli con costanza: “Se non vedi e non accetti la misericordia sopra tutte le creature nel nostro mondo, ogni spiegazione in materia resterà sterile e improduttiva”. Così Gulen si sofferma sul significato di misericordia e compassione alla luce dei valori islamici sull’ambiente. “La Misericordia è la colomba della creazione. Senza di essa la creazione resterebbe nel caos. Ogni cosa esiste per mezzo della misericordia e della compassione e sarà sempre così. I nostri antenati lo avevano capito e portarono ovunque nelle case la misericordia con ricoveri e associazioni per la cura degli animali. Un essere umano era preoccupato dalla cicogna dalla gamba rotta e per essa aveva inaugurato un ricovero. Questo ci aiuta a capire come i musulmani convivano con l’ansia per la cura degli animali che sono parte del nostro ambiente”.

Alcune delle attività del movimento ispirato all’organizzazione, CEVKOR

Da qui vorrei esporre le attività dell’associazione ispirata al Movimento Gulen, la Fondazione per la Ricerca e la Protezione dell’Ambiente (ÇEVKOR). ÇEVKOR fu fondata da alcuni studiosi nel 1991 i quali, invece di stare a lamentarsi sui problemi ambientali, pensarono che fosse un dovere fare qualcosa per la sua protezione. Essi credevano che coloro che proteggono la natura e l’ambiente fossero anche i guardiani del futuro. Esiste un bisogno reale ed urgente di aumentare le buone pratiche; avere cura degli animali e delle piante con umanità. La Fondazione ha lavorato duramente per accrescere tale cognizione. Esporrò qui soltanto alcune delle attività:

  1. Convinti che la soluzione ai problemi ambientali inizi con l’educazione, la Fondazione promuove campi estivi rivolti a studenti delle superiori e universitari ad Izmir, Kastamonu e Trabzon.
  2. Molteplici sono stati i programmi educativi per l’insegnamento dei principi ecologici allo scopo di integrarli nella vita degli studenti della Facoltà di Scienze. Quest’attività si è svolta con il sostegno del Fondo per la Fauna Selvatica – World Wildlife Fund.
  3. Si sono svolti concorsi e campagne per un progetto sulla ricerca ambientale, per la scelta del motto ambientale, per un nido su ogni balcone, per fermare il massacro degli alberi, per la pulizia dell’ambiente (Izmir-Konya).
  4. Ad Izmir sono stati premiati individui e istituzioni che hanno mostrato particolare sensibilità per le questioni ambientali. Comuni e istituzioni dell’industria, accademici e professionisti dell’informazione sono stati insigniti di diversi riconoscimenti per aver raggiunto degli obiettivi sull’ambiente.
  5. Un’altra attività è costituita dal concorso per i lavori letterari sull’ambiente, organizzato nel 1998 in cooperazione con MEB. I premi sono stati consegnati per categoria nel corso di una cerimonia. Sono stati nominati racconti, poesia e fiabe. (I lavori dei finalisti sono stati pubblicati su Ekoloji).
  6. Al fine di creare maggior consapevolezza tra i mezzi dell’informazione, la Fondazione ha lanciato 2 programmi televisivi intitolati “Ambiente e Uomo” ed “Ecologia”, ciascuno composto da 13 episodi.
  7. Ekoloji viene pubblicato con regolarità dal 1991. Si tratta della prima e unica rivista scientifica in Turchia. Con un consiglio editoriale composto da accademici nazionali e internazionali, Ekoloji è presente su oltre 45 indici e su SCI Expanded (www.ekoloji.com.tr).
  8. Al fine di raggiungere le masse e la società, nel 2004 la Fondazione ha iniziato la pubblicazione di Ekoloji Magazine. Il Magazine intende divulgare la conoscenza sulle questioni ambientali nel paese e all’estero sulle ricchezze naturali, culturali e storiche, sulle tecnologie per la pulizia dell’ambiente, e per la conduzione di una vita sana. Il Magazine tenta così di proteggere l’eredità naturale e culturale e di trasmetterla alle nuove generazioni. (www.ekolojimagazin.com)
  9. Risale al giugno 2007 la pubblicazione del primo numero di EurAsian, rivista di scienze biologiche. EurAsian Journal of Bio Sciences è un giornale in formato elettronico che vanta collaborazioni a livello internazionale. Sono accolte esclusivamente “ricerche” innovative e “bozze di ricerca”, redatte in lingua inglese.
  10. Ekoloji teknik è un magazine su ambiente ed energia pulita. Pubblicato sin dal 2008, contiene gli ultimi studi e fornisce agli esperti di settore informazioni aggiornate su ambiente e settore energetico. Il magazine è stato accolto in qualità di membro esterno all’Unione Europea da EEP, European Environmental Press (www.eep.org). Ekoloji Teknik è anche membro della commissione che conferisce il premio European Environmental Award. (www.ekolojiteknik.com)
  11. ÇEVKOR ha pubblicato una collana “Educazione all’Ambiente” per definire un approccio in cui l’ambiente potesse essere centrale. Ecco alcuni testi pubblicati nella serie fino ad oggi: Environmental Education: Concept and Methodical Approaches, Environmental Education: Method and Special Subjects, Introduction to Environmental Education, Main Concepts in Environmental Education, Preschool Environmental Education, Towards an Environmental Society, Various Ecosystems and Environmental Education, Biogas Technology and Bio-energy Production.

La Fondazione ha svolto opere di riforestamento in modo regolare piantando oltre 70mila alberi. Inoltre, dalle proprie colture produce olio d’oliva e saponette all’olio.

Stiamo facendo abbastanza per salvare l’ambiente?

Prima di condividere con voi le mie conclusioni, vorrei porre la domanda principale: stiamo facendo abbastanza per salvare l’ambiente? Nonostante si facciano progressi e sebbene aumenti il grado di consapevolezza, la risposta è: “No”. Se guardiamo al numero dei musulmani nel mondo, i membri del Movimento Gulen hanno fatto ben poco. Prendersi cura dell’ambiente deve essere una questione legata alla fede e all’azione derivanti dalla prospettiva islamica e non dovrà dipendere dal benessere della comunità. Nel complesso, credo che la consapevolezza dei problemi che riguardano l’ambiente dipenda dalla forza finanziaria di paesi e comunità. Una consapevolezza sulle questioni ambientali deve partire dalla fede individuale per diventare azione, ancora individuale. Solo allora potrà evolvere in un’azione comune collettiva per poi approdare in quella governativa e, all’ultimo stadio, raggiungere un‘azione internzionale agita di concerto da governi e Ong.

Conclusioni

Secondo i musulmani Iddio ha creato l’universo e l’intera esistenza sulla Terra. Essi concepiscono l’ambiente come una creazione divina della quale prendersi cura e verso la quale dimostrare rispetto. La concezione della creazione per i musulmani è quella di un ‘ambiente‘ per i non musulmani. L’Islàm insegna che Dio ha fatto della Terra un luogo utile per l’umanità e per il resto delle creature viventi in cui condurre una vita nel bene. Creazione e ambiente appartengono soltanto a Dio e non agli esseri umani. Le persone detengono il ruolo di “Khalifa” per fare da ‘gestori’ e ‘guardiani’ dell’ambiente, ne hanno un controllo temporaneo per conto di Dio. Sulle modalità con cui gli esseri umani avranno avuto cura dell’ambiente assegnato loro, saranno chiamati a risponderne nel Giorno del Giudizio. Dalla prospettiva Gulen, la fede condurrà all’eternità. Grazie ad essa, da goccia l’umanità diventa un oceano, in quanto parte forma l’insieme, da elemento dell’universo diventa il nucleo dello stesso. Stessa logica varrà per l’intero creato, compreso l’ambiente con cui condividiamo esistenza e creazione come fratelli e sorelle. I musulmani sono fortemente consapevoli di fare parte dell’insieme. Questo è quanto esprimeva anche il poeta dell’Anatolia Yunus Emre quando disse: “Amiamo il creato perchè (amiamo) il Creatore”. Essere credenti investe i musulmani del dovere di prendersi cura dell’ambiente.

Riepilogando; prendersi cura dell’ambiente e preservare la natura dovrebbe essere interiorizzato da tutti i musulmani. L’aumento del numero di persone sensibili alle questioni ambientali tra i musulmani condurrà alla soluzione dei relativi problemi. Anche solo seguendo gli avvenimenti potrà essere sufficiente a incoraggiare i musulmani all’azione: “Se ognuno di noi avesse un germoglio di palma nelle proprie mani mentre il giorno del giudizio si avvicina, e se si fosse in grado di piantarlo, allora bisognerebbe farlo (e per quell’azione si sarà premiati)”.

(Traduzione dall’inglese di Elisa Gennaro)


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