Il consiglio di Federica De MasiSummary:
Dopo la presentazione in anteprima al Festival del film di Roma dove ha ricevuto buonissime critiche, arriva anche nei cinema italiani Still Alice. Si tratta di una delle più toccanti interpretazioni di Julianne Moore, l’attrice americana dai capelli rosso fuoco di recente vista nel super kolossal Hunger Games – Il canto della rivolta nel ruolo di Alma Coin, che proprio qualche notte fa è stata premiata per il ruolo di Alice Howland con il Golden Globe per la migliore attrice protagonista in un film drammatico. Alice ha 50 anni, è felicemente sposata, ha tre figli stupendi ed è una rinomata professoressa di linguistica che, improvvisamente, inizia a dimenticare le parole. Quando le diagnosticano una forma precoce di Alzheimer, Alice e la sua famiglia vedono messi a dura prova i loro rapporti incrinati dalla paura della malattia. La sua battaglia per cercare di rimanere legata alla persona che era una volta è terribile, commovente e ammirevole.
Tratto dal best seller del 2007 Perdersi (Edizioni Piemme) della neuroscienziata e scrittrice Lisa Genova, che ha dedicato moltissimo tempo allo studio del cervello e delle malattie che possono colpirlo come l’Alzheimer che provoca la perdita della memoria, Still Alice è una storia di vita, di intrecci di ricordi e di relazioni, messi a dura prova dall’avanzare di una delle malattie che in America viene stimata al sesto posto fra le cause di morte. Come hanno raccontato i registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland (per chi non li conoscesse i due sono considerati come i paladini del cinema indie dopo aver sbancato al Sundance Film Festival nel 2006, quando si aggiudicarono sia il premio del pubblico che della giuria per Non è peccato – La Quinceañera), autori anche della sceneggiatura del film e partner nella vita, si sono trovati ad affrontare questo film nel 2011, un periodo molto difficile poiché a Glatzer era stata diagnosticata da pochi mesi la SLA, una malattia terminale che a differenza dell’Alzheimer deteriora e immobilizza il corpo ma lascia lucida la mente.
Quello che hanno trovato nel romanzo di Lisa Genova è la totale verità con cui viene narrata la storia di Alice in cui loro stessi si sono ritrovati. Evitando facili sentimentalismi ed omaggiando uno stile asciutto come quello del maestro Ozu i due autori hanno costruito un film che colpisce per la schiettezza e la lucidità. E’ proprio questo senso di realtà e di vissuto in prima persona che i due autori hanno voluto ricreare sullo schermo: in Still Alice non si parla della malattia esclusivamente nella direzione del dolore e della morte, quanto nel verso della tenacia di un personaggio che vuol fare di tutto per non cancellare la sua identità, che si aggrappa ai suoi ricordi cercando di lasciare intatti i rapporti con le persone care.
Sul set era presente anche Glatzer, che ha potuto contribuire alla realizzazione del film comunicando con il resto della troupe grazie all’ausilio di un ipad. Il volto di Alice i registi l’hanno da subito immaginato con i connotati di Julianne Moore, che dopo aver letto il romanzo, ancor prima che venisse scritta la sceneggiatura ha accettato il ruolo dimostrando tutta la sua forza, espressività e versatilità, un’interpretazione che l’è valso il terzo Golden Globe della sua carriera. Al suo fianco una delle attrici emergenti più richieste ad Hollywood in questo periodo, Kristen Stewart (On the road), che qui interpreta una delle figlie di Alice, la più irrequieta, e la star del serial della NBC 30 Rock, Alec Baldwin (Blue Jasmine) voluto nel progetto proprio da Julianne Moore.
Still Alice arriverà nei cinema il 22 gennaio distribuito dalla Good Film.
di Federica De Masi per Oggialcinema.net