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Stilyagi

Creato il 28 settembre 2012 da Eleleo

Guardando un episodio di Pan Am ambientato in Russia durante la Guerra Fredda non ho potuto fare a meno di pensare a un argomento letto sul libro “Ribelli con stile” di Matteo Guarnaccia. Parlo degli Styiliagi, sottocultura giovanile russa che và grosso modo dai primi anni ’50 agli anni ’60, e che incorpora elementi della cultura americana, primi fra tutti il jazz e il cinema hollywoodiano.

Stilyagi

Mosca, 1957 Silyagi

 

Alla fine della seconda guerra mondiale, quando i russi si ritirarono dalla Germania, portarono con sè molti film americani di prima della guerra e che continuavano a circolare anche durante il Nazismo; questi film, opportunamente “moralizzati” con titoli di testa inneggianti ai valori proletari e rivoluzionari russi, furono messi in circolazione per risollevare il popolo oppresso dalla guerra e dalle lunghe privazioni. Inutile dire che questo costituì per molti adolescenti una ventata d’aria fresca, sopratutto dopo il periodo staliniato e il proibizionismo contro tutto ciò che poteva essere considerato occidentale. Un esempio su tutti: pronunciare la parola “Jazz” era considerato reato e possedere un sassofono portava a un viaggio di sola andata verso la siberia.

Grazie a questi film, che venivano rivisti fino alla nausea, fino a sapere a memoria ogni singola battuta e inquadratura, nascono gli Stilyagi, che potremmo tradurre come stilosi, cacciatori di stile. Ovviamente il nome veniva dalla stampa del regime, e in seguito adottato dagli appartenenti a questa controcultura; come detto prima gli Stilyagi si nutrivano di film e musiche che erano già vecchie durante la guerra, figuriamoci dopo,ed è per questo (oltre al fatto che non hanno praticamente nulla e devono fabbricarselo da sè) che il loro abbigliamento è molto particolare: le giacche hanno grosse spalline squadrate e sono molto lunghe (ricordano molto gli zootie insomma), i capelli vengono portati lunghi, in modo da acconciarli con una banana molto grossa sul davanti e un onda sul collo. I pantaloni sono stretti, a tubo, le scarpe vengono rialzate con la gomma comprata al mercato nero e le camicie (prodotte dalle fabbriche statali) vengono rielaborate. Per gli Styliagi maschi il punto di vanto sono le cravatte: enormi, disegnate con i motivi più improbabili da loro stessi, portate fuori dalla giacca e mostrate in tutta la loro pacchianeria.

Stilyagi

Per mancanza di foto d’epoca ho dovuto ripiegare su foto di scena del film omonimo.

Stilyagi

Stilyagi

 

Le ragazze, in fatto di pacchianeria, non sono da meno: indossano gonne con grossi spacchi, per lasciar vedere le giarrettiere, trucco pesante e abiti stretti e molto vivaci,insomma quanto di più lontano ci possa essere dalla brava donna socialista. Persino le etichette non vengono tralasciate: pur di far credere che provengono da negozi americani, le disegnano a mano, per poi cucirle a mano.

Stilyagi

Elemento centrale di questa sottocultura giovanile, è la mancanza di aspirazioni politiche: non voglio cambiare il comunismo, gli interessa solamente poter vivere il sogno americano e basta, tant’è che, pur di ascoltare i dischi trovarono il modo di incidere la musica jazz sulle radiografie, in modo tale che smerciarli, e ascoltarli divenne molto più facile. Oltre ai dischi di radiografia (detti “dischi d’osso”) questi elegantoni ascoltavano la radio clandestina propagandistica americana (specializzata in propaganda oltrecortina) “The Voice of America”, in cui, intuito il potenziale di questi ragazzi nella lotta al comunismo, dal 1955 venne dedicato uno spazio esclusivamente al jazz.

Stilyagi

Dischi d’osso, in inglese: Rock on Bones

Ma il sogno non poteva durare: nel 1958 i dischi d’osso vennero messi fuori legge, e molti Stilyagi vennero spediti in Siberia, bande di persone armate di forbici, pronte a tagliar loro i capelli e a tagliuzzare gli abiti, si aggiravano per le città, e persino gli occidentali tornati dall’Unione sovietica parlavano di loro con sufficienza, in quanto totalmente fuori moda per gli standard occidentali.

La botta finale si ebbe nel 1957, quando il governo sovietico invitò una delegazione americana al Festival della Gioventù: il programma prevedeva dei concerti di veri jazzisti ( dal 1953 il jazz non era più fuorilegge, ma non per questo era accettato, anzi) e gli Stilyagi ebbero finalmente modo di vederli dal vivo, ma ormai tutto era cambiato. Illudendosi di essere all’avanguardia, questi ragazzi erano rimasti indietro di almeno trent’anni e oramai non erano altro che delle caricature di ciò che, secondo loro, doveva essere la cultura americana degli anni ’30.

Nel 2008 è stato realizzato un film musical chiamato Stilyagi, poi tradotto in Hipster (noi italiani traduciamo male i titoli dei film, ma anche gli americani non scherzano!): sembra molto carino, e sopratutto dà l’idea di quanto questi ragazzi credessero di essere “americani”. Intanto guardate questo pezzo, a mio avviso molto bello:

Per saperne di più invece sulla moda e sulla Russia contemporanea invece vi consiglio questo blog: Made in Russia.


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