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Dopo aver visto Rampage non potevo non vedere anche questo film dello stesso regista, sempre su consiglio del prezioso Napoleone Wilson. Non so, ha una "pessima" fama Uwe Boll, riguarda il pregresso, che non conosco e non m'influenza. Io con questo ne ho visti 2 e sono 2 cult! Vengo al dunque subito.
Accade spesso con le storie vere che il film inizia col mostrarci il finale della vicenda: in una cella con 4 detenuti uno di loro viene trovato impiccato con le lenzuola al collo, legate alle sbarre della bocca di lupo. La "ciccia" sta nel risolvere il mistero, e cioè: cosa è successo in quella cella? E' un suicidio o cosa?
E' una sola e lunga nottata. I 4 detenuti giocano a poker (li chiamerò con delle lettere). V sta vincendo, è la sua serata. A, B e C gli chiedono un prestito, si giocano sigarette come moneta. V ha la brillante idea: facciamo che chi perde si ingoia un tubetto di dentifricio? Accettano, e sarà V a perdere, ma di pagare non ne vuole sapere, e nonostante tra loro ci sia un clima da sempre cordiale A, B e C perdono la testa e quel tubetto glielo faranno ingoiare a forza. La violenza, l'eccitazione, misteri della natura umana, i 3 non si sentono sazi. A impone a V di bere una porcheria, la berrà, vomiterà, ma non basta ancora, arriva B, e sarà ancora peggio, poi proseguirà C, e poi... tutto nell'arco di 10 ore, fino all'epilogo già noto. Si apprenderà la trama a colpi di flashback durante gli interrogatori dei 3 compagni di cella, all'inizio reticenti poi sempre più loquaci ed essi stessi increduli per quanto avvenuto.
Non era una cella di detenuti pericolosissimi, nessun assassino tra loro, reati comuni, quello di V più comune di tutti. Eppure da quel tubetto di dentifricio si scatena un incubo. Quello che arrivano a fare uomini privati della libertà e costretti a vivere in spazi non adeguati alla vita non finirà mai di stupire. Ricordo per affinità, anche se la storia è molto diversa, un altro film scioccante: The Experiment. A voler guardare con occhio distaccato (cosa che mi riesce solo ora mentre scrivo, durante la visione è impossibile) anche quanto si vede qui ha l'aria di un esperimento crudele. Il parossismo a cui si assiste mette di fronte lo spettatore al fatto che l'uomo non conosce limiti alla violenza e che, particolare qualificante, è in grado di formulare ragionamenti "sensati" anche in condizioni insensate: durante quelle ore ogni tortura inflitta a V sarà anticipata e seguita da riflessioni, sia individuali che collettive, a modo loro logiche, sulla necessità e l'inevitabilità di quanto fatto e quanto s'avrà da fare. Ogni azione-decisione tira l'altra in una perversa sequenza di causa-effetto.
L'atto finale sarà un sadico sofisma.
Film essenziale e duro, teutonicamente europeo, pochi soldi e tanto valore umano aggiunto, tutto girato in una cella e ad un tavolo per le interviste, ottime le ottiche delle macchine da presa e grande cura nel montaggio.
Importante sottolineare che il film è frutto di un canovaccio scritto dallo stesso Uwe Boll e precisamente ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto nel 2006 nella prigione di Siegburg. Altro fatto eccezionale, che ho scoperto dopo la visione, è che gli attori hanno di fatto improvvisato tutti i dialoghi, infatti dicevo che si partiva da un canovaccio. Dopo che avrete visto il film questa info aumenterà lo sconcerto. L'aver ottenuto un realismo che ricorda i reality show con un metodo del genere ha dell'incredibile. Li ha lasciati fare agli ottimi attori, e questi, immedesimati, hanno tirato fuori quanto avevano in corpo: fantastico!
Richiede un certo stomaco in diversi momenti. Mi pare eccessivo vietarlo addirittura ai minori ma certo gli animi "sensibili" è meglio si astengano. Per gli altri, a mio parere, visione da non perdere.
I frame, grazie anche ai sottotitoli, si commentano da sé.
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