Magazine Diario personale

Storia d’amore e di gelosia tra le corsie

Da Maricappi
La rubrica "lettere alla psicologa" continua con la pubblicazione di altre due lettere pervenute alla dott.ssa Fabiola Sacramati. 
STORIA D'AMORE E DI GELOSIA TRA LE CORSIE

Sono disperata. Da 3 anni ho una relazione extraconiugale che mi coinvolge moltissimo e che oggi mi fa star male da morire. Sono un’infermiera che ama il suo lavoro, ho 43 anni e sono sposata da 12, ho una figlia di 9 anni che adoro. Con mio marito vado d’accordo, non ci sono grandi problemi tra noi, anche se non c’è più la passione di una volta.
Tre anni fa ho iniziato a frequentare un medico che lavora nel mio stesso ospedale, anche lui sposato. Inizialmente tutto andava bene, eravamo entusiasti l’uno dell’altra, anche se non abbiamo mai pensato di mettere in discussione la nostra vita privata e coniugale.Da circa un anno le cose tra noi sono precipitate: io ho il sospetto che lui abbia anche altre storie, ho il sospetto che io non sia più la sola che lui frequenti. Penso questo perché spesso mi accorgo di atteggiamenti equivoci che lui ha con altre donne, colleghe o infermiere. Insomma, fa un po’ il piacione! Ma se io glielo faccio notare, lui nega e dice che sono una gelosa visionaria.Intanto mi sto logorando dalla gelosia e a volte mi sorprendo a pensare come fargliela pagare: vorrei fare in modo che sua moglie sapesse di me, vorrei rovinargli la vita! Ma poi penso alla mia di vita, penso al mio matrimonio e allora…

Per ovvie ragioni vorrei poter mantenere l’anonimato. Grazie.
Carissima, ma davvero pensi che la tua sia una storia originale!? Il cliché del medico con l’infermiera è uno dei più diffusi, lo sai vero? Pensi di essere innamorata di lui? O si tratta della solita trita e ritrita competizione femminile? Fatti questa domanda in modo molto serio e cerca di darti una risposta altrettanto seria. Perché, se sei innamorata, dovresti esporti con lui, dirglielo chiaramente e verificare se c’è o meno la possibilità di un progetto di vita insieme (anche solo come amanti, ma sempre con il massimo rispetto reciproco).Se invece nella tua gelosia ci fosse più amor proprio che amore vero (come penso che sia), molla tutto, lascia stare sua moglie, riprenditi la tua vita e lascialo pure giocare a fare il macho con chi vuole! Se lui è uno “piccolo piccolo”, non farlo diventare un tuo problema! Ricordati che l’organo più eroticamente attraente in un uomo è il cervello. Auguri!
QUANDO LA FORMAZIONE PSICOLOGICA ED EMOTIVA E’ NECESSARIA
Sono un’infermiera di 23 anni. Per qualche mese ho avuto un’esperienza di lavoro in una casa di cura per malati mentali. Ho iniziato con tanto entusiasmo ed ero convinta di poter fare molto per tutte quelle persone così vulnerabili e particolari. Invece ho fallito perché da allora non faccio altro che pensare che potrebbe succedere anche a me, che anche io potrei impazzire. Aver visto tanti giovani star male in quel modo, mi ha sconvolto. Forse ho sbagliato a scegliere di fare l’infermiera, forse questo non è il lavoro per me. Mi può aiutare?
   Gianna
In questa situazione ha giocato un ruolo importante la tua giovane età e, di conseguenza, anche la tua poca esperienza professionale. Ti sei trovata a lavorare in un contesto estremamente difficile e coinvolgente, senza avere la preparazione psicologica necessaria: come infermiera professionale sarai stata sicuramente molto preparata, ma da un punto di vista umano e psicologico sei stata un po’ sprovveduta ed ingenua, non preparata ad affrontare una situazione così emotivamente penetrante come può essere il contatto continuo con un malato di mente. Capisco che il “sistema sanità” tutt’oggi non è molto sensibile alla formazione per i propri collaboratori in ambito psicologico e so che nel tuo lavoro non è facile trovare il tempo e le risorse per fare aggiornamento in questo senso. Però si tratta di una competenza professionale che prima o poi dovrai affinare, di una competenza importante per la tua tutela psicofisica.In contesti professionali come quello che tu hai conosciuto e sperimentato non ci si deve andare “a cuore aperto”, ma bisogna essere pronti ad aiutare senza farsi “toccare dentro” per rimanere sempre lucidi e freddi di fronte alle difficili situazioni che si possono presentare. Se ti fai coinvolgere nell’emozione o - peggio ancora - nell’ossessione altrui, ovviamente diventi quello che tu contatti, vivi una condizione psicologica prossima a quella che vive il tuo paziente, quindi non sei più in grado di aiutarlo. Devi mantenerti fredda e lucida dentro anche se poi, come comportamento esterno, devi essere molto comunicativa e accogliente.Sono certa che la prossima volta andrà molto meglio!

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