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Storia della macchina da cucire (i parte)

Creato il 11 luglio 2012 da Laurenv

 

macchina da cucire 1

La macchina da cucire non ebbe storia facile. I primi cenni che la riguardano si hanno all'inizio del XIII secolo, però con certezza si sa che il 25 luglio del 1755 il tedesco Karl Friedrick Wiesenthal ottenne il brevetto per una macchina da cucire fatta manualmente, tipo imbastitura, che lavorava con un ago a doppia punta con la cruna nel centro.

Dopo trentacinque anni dal primo inventore e precisamente nel marzo del 1790, l'inglese Thomas Saint, realizzò ed ottenne un brevetto di una macchina per la lavorazione delle calzature.

Il suo congengo conteneva gli elementi fondamentali delle future macchine: una lesina eseguiva i buchi, un ago portava il filo, un meccanismo complicato  alternava il movimento lesina-ago, creando per la prima volta un punto a catenella.

Alla fine del XIII secolo sempre un tedesco, Baltasar Krembs, costruì e brevettò una macchina che eseguiva un punto a catenella e che, tra l'altro, servì per confezionare berretti a punta e berretti per giacobini.

La macchina per quei tempi si considerava perfetta: possedeva un trasporto della stoffa continuo, una barra d'ago comandata da una manovella e molti altri dispositivi. Ma la cosa più geniale di questa macchina era la forma dell'ago con la cruna sulla punta, che permetterà, in seguito, l'invenzione della macchina per cucire a doppia impuntura.

Nel 1804 due inglesi, Thomas Stone e Joannes Henderson brevettarono una macchina destinata alla cucitura degli abiti, con ago ordinario, preso e stretto da due pinzette e spinto attraverso la stoffa, e ricevuto e ritirato da un secondo paio di pinzette che lo fanno risalire di sopra all'orlo della stoffa stessa, producendo così un punto a sopragitto.

Lo stesso anno, un altro inglese, Dunkan, presentò il primo esempio di macchina a forma di uncini che alimentati da un filo, dopo aver attraversato il tessuto, formavano una serie di maglie.

Tra il 1810 e il 1814, un sarto di Vienna, Joseph Madersperger, sperimentò diversi tipi di macchine e modi di cucitura.

Le prime erano con ago a doppia punta, con la cruna centrale simile a quella di Wiesenthal, ma avevano l'inconveniente che si doveva ricaricare ogni 160 punti con le gugliate di circa 60 cm, non avendo il filo continuo.

L'ultima sua invenzione, nel 1814, consisteva in due aghi con la cruna in punta (già ideata da Krembs), con la quale riuscì per la prima volta a cucire un punto simile a quello annodato a doppia impuntura.

Nel 1818 il reverendo John A. Dodge di Monkton, con l'aiuto di John Knowles, inventò una macchina con ago simile a quello dei suoi predecessori, cioè con due punte e la cruna centrale; la differenza consisteva nel tipo di punto che eseguiva, il cosidetto "punto all'indietro", ed era alimentata automaticamente di filo. Ma la macchina non venne mai brevettata ne riprodotta da altri.

macchina da cucire 2

Nel 1826 in America fu presentata una macchina da cucire da LYE: purtroppo nulla si sa di preciso perchè un incendio distrusse gli archivi dell'ufficio patenti e con questi anche il modello presentato.

Un passo importante nella storia della macchina da cucire è certamente l'invenzione del sarto francese Bartolomeo Thimonnier, per la cucitura a punto catenella con il filo continuo, il 17 luglio del 1830.

L'anno successivo, aiutato dall'ingegnere Beaunier, potè aprire a Parigi in Rue de Sevres il primo laboratorio di cucitura meccanica con 70-80 macchine in azione e confezionava divise per l'esercito francese.

La macchina da cucire non fu accolta bene dalle cucitrici e i sarti parigini, che la vedevano come una pericolosa concorrente. Nello stesso anno alcuni contestatori bruciarono il laboratorio e distrussero quindi tutte le macchine. Thimonnier lasciò Parigi, e dopo aver girovagato per vivere, fece ritorno a Ampleuis.

Qui perfeziona la sua macchina e, associatosi con l'avvocato Magnin, fondò una nuova società a Villerfrac. Le cose andavano benino ma non più tardi del 1848, la rivoluzione portò alla completa rovina il suo lavoro. Così, nel 1951, dopo aver venduto il suo brevetto ad una società inglese, mandò le sue macchine all'esposizione di Londra, ma sventura volle che elle arrivarono troppo tardi.

Qualche tempo dopo Thimonnier riprovò a mettere mano sulla macchina, ma anche questa volta fu un fallimento perchè la cucitura non era elastica ed il filo si spezzava perchè troppo teso. Ma alla fine riusciì a fermare la catenella ogni cinque maglie o punti e il 5 agosto del 1857, a sessantatre anni, si spense.

CONTINUATE A SEGUIRMI PER LEGGERE LA SECONDA PARTE ;)

fonte: "Macchine per la moda, dalla preistoria al novecento" di Sebastiano Di Rienzo.



 

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