Storia della mia prima poesia tradotta in tedesco

Creato il 22 novembre 2014 da Carusopascoski

Due settimane fa è venuto a trovarmi un mio amico francese, Antoine. Cimportanasega, direte voi. E non avete tutti i torti-ma!, ma è successa una cosa davvero curiosa che mi va di raccontarvi, ossia come sono riuscito a far tradurre una mia poesia in tedesco da un dottorando in letteratura moderna di stanza in nonmiricordoquale università teutonica di nome Torsten Hoffman, che tra le altre cose pare aver curato l’edizione tedesca di libri di Rilke e Sebald (BUM!). La storia è presto detta: durante una delle zingarate effettuate con Antoine nei suoi giorni italiani, l’ho portato a Firenze. Era sabato 27 settembre, data di un evento a Fiesole cui ho partecipato leggendo mie poesie. Dopo esser saliti sulla linea 7 dell’ATAF da Piazza San Marco, ci stavamo rompendo i coglioni come durante qualsiasi corsa dell’ATAF quando è salito un ragazzo che aveva tutta l’impressione di essere un turista. Non so per quale informazione del caso ci siamo messi a chiacchierare, lui è a Firenze per un convegno su Rainer Maria Rilke, poeta tedesco che a dir poco adoro e a cui ho dedicato una modestissima poesia nel mio ultimo libro, e sta andando a Fiesole a fare il turista, mentre io sto andando a Fiesole a leggere delle poesie. Essendo così rari gli incontri casuali in cui si scopre come prima cosa d’avere in comune la passione per la poesia, ho insistito e fatto bella mostra del mio libro nel taschino e della poesia-omaggio a Rilke. Lui ha strabuzzato gli occhi e ha cominciato a scattare fotografie del testo, ripromettendomi che in serata l’avrebbe fatto leggere ai partecipanti del convegno, cui non mi son potuto infilare per una prevedibile circostanza: gli interventi sono in tedesco. Mi ha anche confidato di come le edizioni tedesche delle opere di Rilke siano pressoché introvabili in Germania, che di Rilke è paese d’origine, e di come molti tra i suoi colleghi abbiano fatto scorta in queste giorni di edizioni bilingue pubblicate da case editrici italiane e facilmente rinvenibili in quasi tutte le librerie (ho detto librerie, non autogrill). Sicché dopo aver scattato le foto alla mia poesia e avergli lasciato la mia mail sono passate alcune settimane ed è giunta una mail nella mia casella di posta firmata da Torsten, che mi annunciava di aver mostrato come promesso la mia poesia ai suoi colleghi italiani o capaci di leggere dall’italiano, e di come questi avessero gradito e molto il mio omaggio, tanto da farne una traduzione in tedesco a cura di Moira Paleari, docente di letteratura tedesca all’Università Statale di Milano già autrice di numerose pubblicazioni e di un saggio su Rilke stesso. La traduzione non dev’essere stata una passeggiata data la mia passione per giocare con l’italiano, inventare parole inesistenti/forzare quelle esistenti e così via. Nella poesia in questione ci sono due parole che non troverete nel vocabolario ma che sono state comunque tradotte semanticamente.

RAINER MARIA RILKE

Rainer Maria,
vessatoio ed incenso
dell’umano sentire,
hai eco dei fumi
delle tue parole,
la mirra del tuo lacrimare
amori già morti
e irradianti approdi.

Rainer Maria,
cosa divenisti
quando ti passarono
accanto ed incontro al tuo ieri
gli avieri dell’eterno?

Il tuo libro ingiallito
umiliato dalla mia penna
nell’ombra d’un comodino:
questa non è una risposta.
Prego al bieco buio
oblii che non conosco
per questa stagione del cuore
che zampilla fratture.

Rainer Maria,
fosti falco, tempesta o un lungo canto
scavando sepolture
e intonando versi al sole
al crepuscolo che vergina la mente?

***

RAINER MARIA RILKE, traduzione di Moira Paleari

Rainer Maria,
Qual und Balsam
menschlichen Fühlens,
ein Echo finden
Deine Worte,
die Myrrhe deines Weinens
über tote Lieben
und strahlende Landungen [Erfolge?].

Rainer Maria,
was wurdest Du
als vorbeigingen
in Deiner Vergangenheit, ihr entgegen,
die Flieger des Ewigen?

Dein vergilbtes Buch
erniedrigt [beschämt?] durch meine Feder [meinen Stift?]
im Schatten eines Nachttisches –
das ist keine Antwort.
Ich bete im bedrohlichen [tückischen?] Dunkel
mir unbekannter Vergessenheiten
für diese Zeit [Jahreszeit?] des Herzens,
das Brüche hervorsprudelt.

Rainer Maria,
warst Du Falke, Sturm oder ein großer Gesang
als Du Vergrabenes ausgrubst
und die Sonne besangst
und die Dämmerung, die den Geist reinigt?

Alla Biblioteca di Fiesole mentre leggo ai bambini una mia poesia in cui li invito a non andare a scuola. I genitori contentissimi.


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