Magazine Cultura
A partire circa dal 1883 gli abiti ricominciano ad acquistare volume sulle reni. Abbandonata la linea naturale della fine degli anni ’70 e dei primissimi anni ’80, sotto gli abiti tornano le ampie tournure che pero’ a differenza di quelle dei primi anni ’70 sono ora limitate alla parte posteriore del corpo.Le gonne insieme al volume acquistano anche importanza, sono infatti spesso arricciate e elaborate, con complicati panneggi e applicazioni.In contrasto con le ampie e ricche gonne, i corpini, spesso di taglio maschile, hanno torace stretto e vita esilissima tanto che questo e’ considerato il momento della storia del costume in cui il busto e’ piu’ deformante e dannoso per la salute.
E’ di questo periodo, piu’ precisamente del 1885, la nascita di un capo d’abbigliamento che grande successo avra’ negli anni a venire, fino ad oggi: il tailleur. Una creazione che, a dispetto del nome francese, e’ di origine inglese.Le acconciature sono elaborate e complicate come le gonne e sormontate da cappelli minuscoli carichi di decorazioni di fiori e nastri. Si impone anche l’uso della veletta, sovrapposta al cappello e fermata con un nodo o uno spillone sul dietro. Una moda che resistera’ fino alla seconda guerra mondiale.Per la sera gli abiti sfoggiano scollature quadrate, a trapezio, bordate di pizzo e corte maniche con lunghi guanti a coprire le braccia nude.
I gioielli piu’ diffusi sono le perle indossate in molteplici file. Celebri quelle della regina Margherita che sfoggiava un decollete’ ornato da ben quattordici fili ricevuti in dono da re Umberto, uno per ogni Natale.
Le gonne sono leggermenre rialzate da terra tanto da lasciar intravedere i piedi. Questo permette una maggior agilita’ nel camminare e riporta in vista le scarpe a cui quindi e’ dedicata maggior cura. La punta quadrata lascia definitivamente il passo a quella a punta e ricompare il tacco a rocchetto.
Questo e’ anche il periodo della “moda” degli abiti da lutto, “moda” che raggiunse dimensioni considerevoli soprattutto in Inghilterra a causa dell’influenza della regina Vittoria che dopo la morte del suo sposo non smise piu’ l’abito nero fino alla morte. Tipici di questi abiti sono, oltre naturalmente al colore nero, anche alcuni materiali come il crespo e il giaietto.
All’inizio degli anni ’90 la figura sottile e slanciata del decennio precedente, pur lasciando il punto fermo della vita sottilissima, tende ad allargarsi agli estremi. Le maniche si gonfiano assumendo la tipica forma a prosciutto voluminosa sulle spalle e stretta al polso e gli orli delle gonne, che ora toccano di nuovo terra, si allargano.
A partire dal 1893 le maniche, sempre piu' voluminose, diventano anche ricadenti, e le gonne assumono la tipica forma a campana, favorita dalle pesanti sete di cui sono fatte, spesso foderate per rimanere rigide. Sotto alla gonna sono spariti tournure e ampi sellini e ora il volume sui fianchi e lasciato alla sua forma naturale. Il collo e' fasciato da un colletto alto e montante e, in contrasto con l’ampiezza delle vesti, i capelli sono raccolti in discreti chignon.A causa dell’ampio volume raggiunto dalle maniche, come soprabito si preferiscono corte e ampie mantelline o pellegrine dagli alti colli che incorniciano il viso.
La biancheria si impreziosisce e alleggerisce. I mutandoni perdono le increspature sui fianchi per non interferire con la nuova linea delle gonne e si accorciano fino a sopra al ginocchio, e le camicie indossate sotto al busto sono ora per la prima volta totalmente senza maniche. La seta e tenui tinte pastello vengono a volte a sostituire i canonici tessuti bianchi di lino fin’ora padroni indiscussi della biancheria femminile. Questo anche grazie a nuove tinture che reggono meglio il contatto con l’acqua e quindi sono adatte anche alla biancheria che deve essere lavata di frequente.Le calze sono quasi sempre nere, tranne che con gli abiti bianchi, e di seta.La linea aderente sui fianchi delle gonne segna anche la scomparsa delle tasche e di conseguenza il ritorno alla ribalta delle borsette, accantonate nei decenni precedenti.
Questo e' anche il periodo in cui fanno la loro prima massiccia comparsa abiti femminili pensati per lo sport. Oltre ai consueti abiti da equitazione, appaiono infatti completi per andare in bicicletta e giocare a tennis. I primi con ampi pantaloni rigonfi spesso sormontati da una corta gonna e alti stivali stringati o ghette; i secondi con lunghe gonne dai colori chiari o a righe, e cappelli alla canottiera. Questi abiti pero' sono ancora molto lontani dalla mentalita' attuale e concedono ben poco alla praticita’ e alla liberta’ di movimento.