Magazine Cultura
Non ho trovato titolo migliore per definire quanto ho scritto. Negli ultimi anni ed anche in questi giorni, purtroppo, in Italia si susseguono numerosi, direi troppi, sarebbero troppi anche se fosse uno solo, omicidi di donne o meglio “femminicidi”. Fatti che nel maggior numero dei casi avvengono in ambito famigliare. Italiane e non. Donne. Questi episodi si leggono su giornali o si vedono nei servizi televisivi: colpiscono ed indignano chi ha la sensibilità di comprenderne la gravità. Quando fatti dove la donna è oggetto di violenza sono raccontati in prima persona, dalla persona che ci sta di fronte, allora la cosa cambia, nel senso che si diventa “ascoltatori diretti” e la rabbia si moltiplica. La donna di cui voglio parlare si chiama Angela ed ha alle spalle una storia di violenza, di sevizie psicologiche, di sequestro in casa, il tutto conclusosi con un divorzio. Il matrimonio, ha “prodotto” tre figli. Oltre al marito “padrone”, che fu causa di crisi psicologiche e annullamento della fiducia in sé, diversi anni fa fece capolino una malattia che da più di dieci anni ormai la tormenta in tutto il corpo. Ecco una donna calpestata nella propria dignità non solo di Donna, ma anche di Persona con conseguenze fisiche e psicologiche gravi e che nel tempo lei ha cercato di lenire cercando un’indipendenza personale ed economica. Purtroppo su questo fronte la sfortuna, chiamiamola così, le è stata compagna non desiderata. Un lavoro sicuro interrotto da un grave incidente, quindi lavori precari che non l’hanno aiutata. Angela, ostinata, ha cercato la sicurezza con tutte le sue forze. A tutto questo, si deve aggiungere una malattia non capita dai medici e per più di dieci anni curata con vari farmaci sempre a dosi più elevate per lenire in qualche modo i lancinanti dolori che nel tempo aumentavano. Per giungere alla morfina. Nel gennaio 2011 finalmente un medico comprende la malattia: Fibromialgia in stadio avanzato. Nel frattempo la sua vita era una costante ricerca di lavoro. Alla diagnosi, subì il crollo psicologico per una patologia che le preclude al momento qualsiasi possibilità di lavoro. Senza più la minima sicurezza economica si è trovata costretta a ritornare nella casa dove risiede l’ex marito, ora sta vivendo è una situazione di forte stress. Al momento del divorzio, lei preferì lasciare al marito l’abitazione per allontanarsi da un ambiente non più consono. Allo stato attuale la co-abitazione è forzata, con un ex marito rimasto nella mente “padrone”. A favore di Angela, se così si può dire, ora dopo tempi di incomprensioni, c’è l’atteggiamento dei figli che “sembra” abbiano compreso la malattia della loro madre. Anche i medici hanno un diverso atteggiamento, stupiti soprattutto dallo stupore per questa donna con il sorriso sereno donato agli altri senza chiedere mai nulla. Una storia vera, un’altra storia di donne che subiscono l’Ignoranza, l’Arroganza, l’Immaturità, culturale del uomo-maschio. Una condizione dove l’incolumità della donna può essere a forte rischio.Perché, l’uomo-maschio si sente in diritto ancora oggi di ritenere la donna di “proprietà sua?”Perché, le Istituzioni non proteggono di più la donna?Perché, non ci si attiva di più all’istruzione del Rispetto alla Persona, alla Donna, a tutti i livelli sociali e istituzionali?Dove sta scritto che la Donna è di proprietà dell’uomo-maschio? Ed invece che non le spetta il Diritto in quanto Persona alla sua autodeterminazione?Perché, la Donna è ancora oggi vista come una figura da medioevo? E cioè da sottomettere? Perché? Perché? Perché? Qui è importante l’apporto del Paritismo nella realtà di una società forse civile ma che deve ancora fare un passo importante a livello culturale.Roberto Rossi,Pittore e poeta Roberto Rossi- Ambasciatore di Pace UPF – ONU www.robyarte.it
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