“Storia di Irene” di Erri De Luca

Da Vivianap @vpicchiarelli

Tre storie.Tre storie “di mare”. Storia di Irene l’anfibia. È la storia di Irene, cresciuta insieme a due delfini, e promessa in sposa a uno di loro, ed è la storia di una meravigliosa sirena che, non più accetta alla terra, sgualdrina incinta, si sottrae all’uomo che l’ha ascoltata e ora vorrebbe trattenerla, raccontandole a sua volta storie incantatrici. L’incontro fra mare e terra avviene su un’isola stordita dal sole di giorno, martellata di stelle la notte – un luogo miracoloso e crudele che non accetta il mistero di Irene, e della sua bellezza di pesce-fanciulla. Il cielo in una stalla. Cinque scampati alle rappresaglie tedesche si trovano in una stalla e devono guadagnare la salvezza attraversando nottetempo il mare che divide Sorrento da Capri (terra liberata). Prendono posto in una barca e a loro si unisce un ebreo che canta la sua preghiera mentre il profilo dell’isola appare nel buio. La storia di questa traversata è il racconto dell’intesa, che nasce fra quell’orante di religione ignota e il padre del narratore, ateo convinto. Una cosa molto stupida. Un vecchio, magro magro, senza denti, mal tollerato dalla famiglia sgattaiola fuori dalla casa, malgrado il freddo vento dell’inverno, e va a cercarsi un posto riparato davanti al mare. S’è messo in tasca una mandorla e ora la apre e se la infila, beato, in bocca come un’ostia. Ricorda, a occhi chiusi, quando fu salvato dalle acque, in tempo di guerra, e restituito alla vita. Per quella vita vissuta è tempo di ringraziare per poi lasciarla sfuggire dalle labbra.

Per la prima volta sono riuscia a leggere qualcosa di Erri De Luca e per la prima volta in vita mia devo ammettere la mia incapacità di comprendere fino in fondo un libro. Certo, leggere autori di questo spessore non può che ridimensionare la mia esperienza di lettrice compulsivo – ossessiva, di solito abituata a romanzetti ben più semplici e abbordabili. Qui il simbolismo abbonda e il lirismo la fa da padrone, la sua è una scrittura elegante che basta a se stessa, quasi come a mettere la trama in secondo piano. Non ho le competenze per esprimere un giudizio di merito per cui mi limito a dire che ho faticato non poco nella lettura di questa breve raccolta di racconti e mi riservo di leggere altro di De Luca.


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