Ciao a tutti!!!
"Dillo a parole tue. Se i tuoi occhi potessero parlare, cosa direbbero?"
L'altra sera sono andata all'anteprima del film "Storia di una ladra di libri", trasposizione dell'omonimo romanzo scritto da Marcus Zusak.
Diretto da Brian Percival la pellicola è ambientata in Germania nella seconda guerra mondiale e racconta di Liesel(Sophie Nélisse) una bambina che viene abbandonata dalla madre e viene affidata ad Hans(Geoffrey Rush) e Rosa Hubermann(Emily Watson), lui persona gentile di buon cuore, lei apparentemente fredda e burbera.Liesel inizialmente non riesce a comunicare con loro per il trauma subito e per la perdita del fratellino morto di stenti, ma poi comincia a fidarsi.
L'unico amico che ha è Rudy suo vicino di casa, gli altri bambini la prendono in giro a scuola perchè non sa leggere quando Hans lo scopre glielo insegna.
Liesel scopre un mondo straordinario nei libri e con l'arrivo di Max, un ragazzo ebreo fuggitivo che i signori Hubermann nascondono in cantina per un breve periodo, comprende sempre di più la grande passione che ha per la letteratura.Ciò che mia ha colpito di più fin da subito è stato non tanto l'utilizzo della voce narrante, ma chi fosse la voce narrante. La morte, la triste mietitrici di anime dannate e non ci introduce nell'angosciante periodo dell'Olocausto, ma soprattutto ci illustra la storia di una bambina con un 'immensa passione e un'incredibile fortuna
Le scene si alternano tra momenti allegri e momenti tragici, dove speranza e disperazione si tengono a braccetto e volano insieme in un sogno tramutato in un incubo.
Tutto ciò ci porta ad un finale agrodolce che però pecca di brevità, ebbene sì anche in questo caso lo sviluppo della storia si concentra prevalentemente sulla prima parte e si perde nella seconda.
In conclusione un film godibile con un grande insegnamento da trasmettere, ma che poteva dare molto di più.
Vi lascio il trailer:
Alla prossima
Taty