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Storie dal terremoto: il perché della calma dei giapponesi

Da Nippolandia
Bandiera del Giappone

Bandiera del Giappone

Dopo il terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Giappone, si è parlato molto della compostezza della popolazione giapponese e della calma con la quale queste persone hanno affrontato il dramma. Su L’Espresso, Nanako Yamamori, giornalista e scrittrice che da 17 anni vive tra l’Italia ed il Giappone, ha spiegato l’atteggiamento della popolazione del suo paese d’origine: “Alcuni programmi tv ci dipingono come freddi e indifferenti a qualsiasi cosa, bella o brutta, ci capiti. Non è così. Dopo il terremoto e lo tsunami quello che più interessa è capire come andare avanti, come si potrà affrontare il futuro. Ma soprattutto capire se ce la faremo, se quelle persone ritratte dalla televisione in uno stato di calma apparente riusciranno a reagire e a ricostruire in tempi brevi. La nostra allora è un’attitudine a guardare oltre e i sentimenti li teniamo dentro di noi“. Yamamori continua spiegando la vera forza del Giappone: “La forza viene dalle singole persone e dalla loro volontà di riprendere la vita di tutti i giorni anche se con qualche comodità in meno e qualche rischio in più. A Tokyo, per esempio, il giorno del terremoto un architetto ha dovuto percorrere a piedi la strada per tornare a casa, rimasta al buio, come gran parte della città, a causa di un blackout. Il giorno dopo, è rientrato in ufficio per vedere i suoi progetti. I suoi colleghi hanno continuato ad andare in ufficio in bicicletta sino a quando non è stato ripristinato il servizio di metro. Dopo la scossa di terremoto, in tanti continuano a dormire vestiti con accanto al letto una borsa pronta nel caso si dovesse verificare una nuova emergenza. Il giorno dopo il terremoto mi ha telefonato un amico da Tokyo. Con una voce serena e per nulla turbato mi dice: <<Oggi c’è un sole bellissimo, spero di portare mio figlio al parco>>. Certo, altre persone sono state meno fortunate e per molti giapponesi questo terremoto cambierà il loro concetto di tempo e spazio. Ma anche questi ultimi stanno cercando in ogni modo di ricostruire la loro quotidianità“. Infine la giornalista spiega la pazienza e l’ottimismo tipici dei giapponesi: “In Giappone ci sono tanti modi di dire per esprimere il concetto di pazienza: <<Aspettare dormendo la fortuna che arriverà l’indomani>>. Oppure: <<Se hai qualcosa da dire, dilla domani>>. Significa che prendendo tempo ci si chiariscono meglio le idee. <<Se aspetti, ci sarà un giorno migliore per andare al mare>>. Quando la vita non va nella direzione in cui vorresti che andasse, devi avere la pazienza di aspettare un altro giorno. La vita continua, se domani sarà una giornata con il sole o con la pioggia, è qualcosa che è al di fuori del nostro controllo. Bisogna aspettare una giornata fortunata. <<Tre anni su una pietra>>, dicono gli anziani. Se ci si rimane seduti per tre anni, anche una pietra si scalda. Chiunque abbia avuto una esperienza di affari in Giappone riconoscerà sicuramente queste caratteristiche: la cautela dei giapponesi, il prendere decisioni con calma per non sbagliare, al limite della indecisione: questo spiega la tranquillità dopo il terremoto“. (Fonte: L’Espresso)


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