L’Imperatrice Elena, Piero della Francesca – “Storie della Vera Croce”, Arezzo (1452-1466)
Le “Storie della Vera Croce” sono un ciclo di pitture murali conservato nella Basilica di San Francesco ad Arezzo e realizzato in buona parte dal grande esponente del Rinascimento italiano Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 1416/1417 circa – Borgo Sansepolcro, 12 ottobre 1492).
Trenta anni dopo la morte del ricco mercante Baccio di Maso Bacci, che aveva lasciato nel testamento la disposizione di realizzare la decorazione della basilica francescana, iniziarono i lavori di pittura che furono affidati allora (1447) al maestro Bicci di Lorenzo. Quest’artista, dallo stile ancora lontano all’arte rinascimentale e legato al passato, realizzò le decorazioni dei pennacchi della volta, il sottarco della cappella e l’arco trionfale, ma morì poco dopo e per questo gli eredi di Baccio decisero di affidare il resto dei lavori ad un altro pittore, Piero della Francesca, che li concluse entro il 1466.
Le “Storie della Vera Croce”, poste su tre livelli ai lati e sul fondo della cappella, raccontano la storia del legno sul quale fu crocifisso Gesù, dalla Genesi fino all’anno 630 quando la Santa Croce fu riportata a Gerusalemme.
Piero della Francesca – “Storie della Vera Croce”, Arezzo (1452-1466)
La leggenda della Vera Croce ha inizio con la morte di Adamo e la sua sepoltura assieme ad un ramoscello dell’albero della vita, dato a Set dall’Arcangelo Michele. Il ramo crebbe e divenne albero per essere ritrovato dal re Salomone che lo fece abbattere per utilizzarlo nella costruzione del Tempio di Gerusalemme. Il legno non si rivelò però utile, perché era sempre o troppo lungo o troppo corto, e fu così gettato in un fiume per essere usato come passerella. La Regina di Saba, passando su quel ponte, riconobbe il legno e profetizzò il futuro utilizzo di quella tavola; Salomone decise, per questo, di farlo sotterrare, ma quando Cristo fu condannato, la trave fu comunque rinvenuta dagli israeliti ed utilizzata per realizzare la Croce.
Dopo la famosa visione di Costantino prima della battaglia contro Massenzio (312 d.C.), l’imperatore mandò sua madre Elena a Gerusalemme per cercare la Vera Croce. Dopo aver costretto un povero malcapitato a rivelare il luogo di sepoltura delle croci facendolo calare in un pozzo, Elena ritrovò le tre croci del Golgota e per riconoscere quella di Gesù toccò con essa il corpo di un defunto che subito resuscitò.
La Croce fu divisa in diverse parti e una fu lasciata a Gerusalemme. Nel 614, con la vittoria dell’Impero Persiano, la reliquia fu trasportata assieme al resto del bottino di guerra a Ctesifonte e recuperata dall’imperatore bizantino Eraclio nel 628 al termine di diversi anni di battaglie.
La Vera Croce fu riportata dallo stesso Eraclio (scalzo e vestito da pellegrino) a Gerusalemme il 21 marzo 630.
Il particolare in immagine illustra il ritrovamento della Croce di Gesù da parte di Elena e la resurrezione del defunto che ha permesso all’imperatrice di riconoscerla.
L’outfit che ho giocato ad affiancare alla scena riprende il blu del manto dell’imperatrice Elena, la forma triangolare del suo elegante copricapo che è, nella mia selezione, anche il triangolo della divinità e, ovviamente, il motivo della croce ripetuto sulle calze e nei gioielli scelti.
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…e tanti auguri di Buona Pasqua!!!