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Storie di ritratti: nel mondo con Silvia e le sue lingue

Creato il 06 aprile 2015 da Storiediritratti @GianmariaSbetta

Buongiorno! Sì, assolutamente. Ho passato un anno in cui avevo sepolto la mia vitalità, 11 anni fa, ma i momenti bui sono fondamentali per conoscerti meglio e capire chi sei veramente. Da quella esperienza, quasi quotidianamente lavoro su me stessa per scoprire cosa voglio, dove voglio andare e in che modo lo voglio fare.

Tu sei una traduttrice, dove le hai imparate le lingue? Sui banchi di scuola o in viaggio?
Serve un giusto mix, immagino..

Fin da bimba amavo leggere i libretti delle istruzioni nelle diverse lingue (ovviamente a modo mio) e mi ha sempre affascinata il fatto di poter studiare linguaggi diversi dal mio. Ti apre la mente, ti permette di viaggiare senza ostacoli linguistici e, al giorno d'oggi, ti dà anche un certo "potere" positivo. Le lingue le ho imparate al liceo, poi all'Università per interpreti e traduttori. Ma la vera lingua, come molti sanno, la si impara a casa loro. E quindi ho sempre sfruttato le estati per vivere e lavorare all'estero, proprio per immergermi ancora di più nel nuovo mondo e nella nuova cultura che, in quel momento, mi stava accogliendo. Secondo me è questo il senso del viaggiare: sapersi adattare alla cultura, alle usanze, al cibo, all'educazione del mondo ospitante e non il contrario. Tutto questo, unito alle ore di confronti e insegnamenti con i docenti universitari, mi ha permesso di ottenere una grande padronanza delle lingue che parlo.

E quando sei andata a vivere in un altro paese per la prima volta? Cosa hai provato?

Diciamo che la mia prima vera esperienza da sola all'estero è stata in Scozia, nel 2006. Ho provato molte sensazioni differenti. Abitavo in una famiglia di gente molto sporca ed era quasi impossibile vivere lì; per questo andavo a lavorare nel negozio in cui avevo trovato occupazione anche fuori dai miei turni oppure andavo in palestra o in giro per Edimburgo. Non volevo stare a casa, solo il minimo indispensabile. Poi, un giorno, verso la fine del mio soggiorno con loro, ho scoperto un piccolo nido di pulci sotto il letto: ecco il perché di tutte quelle strane punture di insetto! A quel punto ho capito che non potevo più resistere, anche se me lo stavo imponendo per arrivare fino in fondo. Il giorno dopo ho preso il primo volo per l'Italia e sono tornata a casa. Però quell'esperienza mi ha insegnato un sacco di cose. Ho capito quanto le persone sono diverse da noi; ho capito che mica tutti gli scozzesi sono sporchi, ma che avevo avuto io la sfortuna di trovare una famiglia così. Ho capito che imparare a vivere la solitudine è un'arma micidiale per rinforzarsi dentro: è inutile circondarsi di persone se non sai vivere bene con te stesso. La solitudine vissuta a Edimburgo mi ha unita maggiormente a me stessa e mi ha insegnato che a molti sarebbe utile una cura di "vita in solitaria", senza connessioni alcune, almeno per un po' di tempo.

Mi sembra di capire che questa esperienza ti abbia leggermente cambiata. Cosa ha fatto scattare la scintilla di questa tua vita in movimento?

Difficile da dirsi. Sono sempre stata una persona molto curiosa, mi affascinano il mondo e le sue diversità. A chi mi chiede perché viaggio, rispondo sempre: "Il viaggio è il miglior investimento che puoi fare per te stesso, perché ogni volta che torni a casa hai con te una valigia di esperienze che ti migliorerà la vita". La scintilla è scattata e non ho nessuna intenzione di fermarla, anche se, lavorando come libera professionista, sono perfettamente cosciente di non poterla ascoltare sempre! Credo che, proprio per questa mia voglia di restare in movimento, io abbia scelto un lavoro come il mio: traducendo davanti al pc, in realtà mi stacco dal mondo e viaggio all'estero con la mente, uso una lingua che non è la mia, ragiono nella lingua che sto traducendo per stimolare in me le parole e le espressioni più corrette da mettere nero su bianco affinché al lettore arrivino le emozioni o i dettagli che lo scrittore del testo vuole esprimere. Viaggio anche lavorando, più bello di così!

Visto un po' di mondo, hai deciso di intraprendere un altro tipo di viaggio. Scelte o destino?

E' stata una scelta. I miei genitori hanno speso molti soldi per farmi studiare in un'università privata e io mi sono sempre ripromessa di poter ripagare loro di quello sforzo. Un giorno mi sono trovata di fronte a un bivio. Avevo appena ricevuto una chiamata da Alpitour, mi chiedevano di voler essere assunta da loro e di farmi stare 12 mesi (6+6) in due destinazioni diverse in giro per il mondo. Tutto l'anno, quindi. Dall'altra parte stavo decidendo di aprire la partiva IVA come traduttrice: sono state due settimane infernali, una delle scelte più difficili finora nella mia vita. Ancora oggi, a distanza di 5 anni, Alpitour mi chiama e insiste. Ammetto che è un'enorme soddisfazione, perché quando sono loro a chiamare devo dire che il cuore si riscalda e fa bene all'anima. Amo essere traduttrice, amo dare un servizio ai miei clienti e amo poter dire di aver lottato per riuscire a far diventare la mia passione il mio lavoro. Troppi giovani ora mollano quest'idea, frenati e bloccati dalle difficoltà burocratiche e dai rischi che bisogna prendersi in un mondo da piccoli imprenditori. Ma il sogno, se non ti fa dormire la notte, non può e non deve conoscere ostacoli. Perché prima o poi tornerà a bussare alla tua porta.

Che tipo di consiglio ti sentiresti di dare a chi volesse migliorare le conoscenze linguistiche?
E a chi volesse imparare una lingua da zero?

Ora si trovano molti corsi online o cose simili. Inutili, secondo me, perché solo una fortissima motivazione ti fa proseguire nello studio di una lingua in maniera così asettica e lontana. Chiaro, non è giusto generalizzare perché ormai siamo tutti molto impegnati o lavoriamo molto o abbiamo anche una famiglia. Ma il modo migliore, anche se solo per una settimana (se fatta bene) è sempre spostarsi all'estero e vivere come spugne viventi il tempo che si trascorre là. Più tempo si ha a disposizione più si riesce a memorizzare; chiaro che anche annusare, percepire, assaggiare, sentire una cultura diversa aiuta a imparare o migliorare la lingua. Poi, una volta a casa, io seguirei i consigli classici: leggere libri in lingua, guardare film o serie TV in lingua, chiamare amici all'estero e parlare la loro lingua. Insomma, mantenere attiva la lingua dopo una bella full immersion all'estero direi che è un bel cocktail adatto a tutti.

Grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi e con chi ci legge, ti auguriamo una vita piena di gioia!

Grazie e lo stesso vale per tutti voi! Inseguiamo i nostri sogni e insegniamo agli altri a farlo


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