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Il rampollo di una ricco famiglia investe e uccide una donna incinta. Il padre d'accordo con l'avvocato propone al giardiniere di assumersi la colpa in cambio di denaro e arriva anche a corrompere il procuratore che si era accorto che non poteva essere stato il giardiniere.Sfiorata la crisi perché il padre si accorge che procuratore, avvocato e giardiniere vogliono solo spillargli soldi e il ragazzo vuole assolutamente confessare, alla fine il giardiniere viene portato via in manette ma il marito della donna uccisa lo affronta e lo uccide a martellate.
Infine a una favolosa festa di matrimonio la sposa si accorge che il neomarito ha un 'amante presente al pranzo e tenta il suicidio, viene convinta a non farlo dal cuoco con cui poi fa sesso e viene scoperta dal marito a cui promette una vita matrimoniale futura fatta di tradimenti e umiliazioni.
Ma poi la passione prevale.
Storie pazzesche ( ma anche qui il titolista italiano è stato diabolico nel modificare il titolo che originariamente suona come Storie selvagge, come anche da titolo internazionale e il cambio di aggettivo è importante sostanzialmente perché come si vede dai titoli di testa gli umani sono equiparati senza mezzi termini ad animali selvaggi, sia prede che predatori) , film scritto e diretto da Damian Szifron è il film che ha concorso all'ultima notte degli Oscar per l'Argentina.
Prodotto da Pedro Almodovar da una parte ne mutua il gusto per l'eccesso e per il grottesco soprattutto dei suoi primi film, dall'altra recupera con un certo gusto e un impronta decisamente più autoriale la vecchia tradizione della commedia ad episodi che ha caratterizzato un lungo periodo del cinema italiano.
Dicevamo con maggiore impronta autoriale, una tendenza che si accentua con il passare dei minuti in cui si rende molto più evidente l'interesse per la forma che non per la sostanza.
Gli episodi diventano man mano più lunghi e si ha la sensazione che non abbiano tutto il fiato necessario per mantenere alta l'attenzione dello spettatore ( e questo vale soprattutto per l'ultimo episodio che a conti fatti è il peggiore).
Fulminante l'incipit con Pasternak, un pugno di minuti prima dei titoli di testa che si presenta come un manifesto programmatico di tutto il film , una scheggia velocissima di folliadi commedia nera al vetriolo e di grottesco che non dà quasi il tempo di accorgersi di quello che sta accadendo.
Bello anche l'episodio con Ricardo Darin versione Unabomber in cui si abbandona per un attimo il tono grottesco per fornire un quadro abbastanza realistico della situazione sociale argentina, come minimo complessa, dai rapporti personali ai rapporti con le istituzioni cieche e sorde alle istanze dei cittadini e sono interessanti anche i due episodi più "tarantinati", quello dell'usuraio e quello del
duello all'ultimo sangue tra i due automobilisti, entrambi ambientati in una dimensione quasi astratta ( una tavola calda senza clienti il primo, una strada senza traffico il secondo in mezzo a un paesaggio quasi desertico per quanto secco e brullo) efficaci proprio per il loro gusto per l'eccesso e il loro non arretrare di fronte a nulla.
Mostrano alla perfezione quell'equivalenza tra uomini e animali selvaggi vista nei titoli di testa, i protagonisti di entrambi gli episodi soccombono ben presto ai propri istinti ferini perdendo progressivamente la propria umanità intesa come capacità di ragionamento di fronte a quello che sta accadendo. Nei due episodi succitati invece prevale l'istinto di vendetta, costi quel che costi.
Un po' troppo apologo contro la grettezza umana l'episodio del ragazzo che investe la donna incinta e poi scappa: ci esce quasi la situazione comica vedendo soprattutto come sono caratterizzati il personaggio dell'avvocato e del giardiniere ma c'è poco da ridere. Storie come questa ce ne sono state e continueranno a esserci finché esisteranno disparità sociali così accentuate.
Finale sensazionalistico e un po' troppo semplicistico che risolve un episodio in cui si sottolinea pedantemente il ruolo del denaro nella società contemporanea.
Peccato per l'ultimo episodio, il più lungo, il più ambizioso ma anche il meno riuscito nonostante l'occasione fosse ghiotta.
Cinema e matrimoni si accoppiano benissimo e hanno dato esiti memorabili da Altman fino a Vinterberg passando per tanto cinema di ogni genere ( dalla commedia slapstick a quella con dosi generose di veleno fino ad arrivare al dramma).
Qui si esagera forse con il veleno e si accentua un po' troppo il tono grottesco di tutta l'operazione.
Se fosse durato alcuni minuti meno sarebbe stato molto più efficace.
Nel complesso Storie pazzesche funziona a corrente alternata ( ma credo che sia abbastanza normale in un film ad episodi) e si rivela un po' troppo lungo per tenere desta l'attenzione fino alla fine.
Peccato anche per la disposizione degli episodi che non aiuta di certo: il film spara le sue cartucce migliori all'inizio , diciamo fino all'episodio che vede protagonista Ricardo Darin, attore sempre sublime.
Poi il declino inarrestabile.
Comunque un film che vale la visione anche se non mi sembra di aver assistito a tutto questo capolavoro come ho letto da altre parti.
PERCHE' SI : film a episodi, Ricardo Darin, impronta autoriale su una commedia che avrebbe potuto essere molto più becera
PERCHE' NO : , qualche sforbiciata avrebbe giovato, sbagliata la disposizione degli episodi ( i migliori sono tutti all'inizio), più aumenta l'ambizione più diminuisce la qualità ( si veda l'episodio finale)
LA SEQUENZA : più che una sequenza sola un intero episodio, peraltro brevissimo: Pasternak piazzato strategicamente prima dei titoli di testa.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
da questo film e non solo ho capito che la scena cinematografica argentina ci può regalare sempre delle grandi perle.
Ricardo Darin è attore sempre sublime.
In fondo Argentina e Italia non sono così differenti.
Le corna non hanno nazionalità.
( VOTO : 7 / 10 )
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