Il parco Caduti di Nassiriya a Triggiano, in provincia di Bari (photo credit: Enrinipo / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0
Nell’anniversario della strage di Nassiriya, il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha rivolto in un messaggio al ministro della Difesa Mauro: “Rivolgo il mio deferente omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita adempiendo con onore al proprio dovere, al servizio dell’Italia e della comunità internazionale. Nel decimo anniversario della strage di Nassiriya, che oggi ricorre, un commosso pensiero va, in particolare, ai 19 italiani tragicamente caduti in quell’efferato, gravissimo attentato ed agli iracheni che con essi perirono, vittime di una stessa inaccettabile e vile barbarie. I militari ed i civili che, anche a rischio della vita, operano nelle aree di crisi, in tante travagliate regioni del mondo sono l’espressione di un Paese che crede nella necessità di uno sforzo comune per la sicurezza e la stabilità”. 10 anni fa, alla base di italiani di Nassiriya, in Iraq, un’esplosione alle 10.45 del 12 novembre segnava la morte di 12 carabinieri, quattro soldati e due civili italiani, oltre a nove iracheni e una ventina di feriti. Un camion aveva forzato il posto di blocco, trascinandosi dietro un’auto ripiena di esplosivo, proprio contro la palazzina di tre piani che ospitava il comando italiano. Nell’ambito delle celebrazioni, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Ignazio Marino, hanno deposto una corona d’alloro al Parco Schuster, di fronte alla Basilica di San Paolo. Cordoglio dalle diverse forze politiche è stato espresso in Parlamento, anche se non sono mancate le polemiche per l’intervento, fuori dalle righe, della deputata del Movimento Cinque Stelle, Emanuela Corda, che ha polemicamente ricordato anche la morte dell’attentatore suicida nella strage di Nassiriya: ”tutti noi ricordiamo commossi i 19 italiani deceduti in quell’attacco kamikaze, e oggi siamo vicini ai loro familiari; a volte ricordiamo anche i 9 iracheni che lavoravano nella base italiana, ma non troppo spesso. Nessuno ricorda però il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch’egli fu vittima oltre che carnefice”.