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Strage in Nigeria

Da Perlabianca63
22:43 - Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha condannato gli attacchi "ingiustificati" compiuti nel giorno di Natale contro chiese cristiane e servizi segreti nel nord-est della Nigeria, promettendo che gli autori saranno assicurati alla giustizia. "Questi atti di violenza contro cittadini innocenti sono un affronto ingiustificabile alla nostra sicurezza e alla nostre libertà collettive", si legge in un comunicato della presidenza nigeriana.
JOS (Nigeria) - La follia omicida scatenata dai musulmani a Jos, capitale dello stato nigeriano di Plateau, ha causato cinquecento morti, tra cui sei pastori; sono state distrutte quaranta chiese e si contano oltre 25 mila sfollati.
I dati raccolti da Porte Aperte arrivano sia dalle testimonianze di cristiani del luogo, che da fonti autorevoli quali la National Emergency Management Agency (NEMA). 
La polizia sostiene di essere intervenuta per arginare l'ondata di violenze scatenata dagli integralisti islamici contro i cristiani. Le forze dell'ordine sarebbero state costrette a sparare contro i rivoltosi, assolutamente decisi a portare avanti un vero e proprio massacro; gli scontri hanno provocato quattrocento morti, mentre sono un centinaio i cristiani massacrati dai rivoltosi.
Strage in Nigeria
Strage in Nigeria
Le violenze sono iniziate alle prime ore del 28 novembre scorso, quando ancora si aspettavano i risultati delle elezioni che sarebbero alla base delle rivolte. Secondo le informazioni raccolte da più fonti, bande di giovani integralisti musulmani avevano iniziato a bruciare pneumatici, ad appiccare incendi in case, scuole e chiese prima di sapere i risultati delle elezioni a Jos (perse in maniera schiacciante dai musulmani). 
I primi omicidi risalgono alle prime ore del mattino e le vittime sono tutti non musulmani. Gli integralisti, infatti, hanno iniziato l'ondata di attacchi quasi in contemporanea nelle aree di Nasarawa Gwong, Congo-Russia, Rikkos, Ali Kazaure, Bauchi Road, Dutse Uku, Ungwar Rimi e Tudun-Wada. 
Dagli altoparlanti delle moschee nell'area di Dilimi, in quelle prime ore risuonavano richiami alla "Jihad", la guerra santa, rivolti ai musulmani. Gli attacchi sono stati eseguiti anche contro le forze dell'ordine, le quali hanno risposto duramente.
Cristiani e altri non musulmani hanno cercato di difendere se stessi e le loro proprietà: da qui la controffensiva ai danni degli integralisti, con un bilancio di alcune moschee e case di musulmani distrutte, anche se gli stessi integralisti hanno in più di un'occasione sbagliato il bersaglio, finendo per uccidere, ferire e danneggiare musulmani e loro proprietà.

fonte: Porte aperte

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