Proseguiamo l’analisi delle infrastrutture necessarie attraverso il docomento a cura dell’Inu. Abbiamo pubblicato in precedenza “Infrastrutture, le strategie dell’Inu: cosa serve per la crescita” (che tratta del rapporto tra infrastrutture e territorio, città e politica) e “Infrastrutture, le strategie dell’Inu: i progetti paese” (questioni metodologio-politiche e “progetti paese” delle due macroregioni nord e centro). Con il terzo e ultimo articolo a cura della Commissione nazionale delle Politiche infrastrutturali, di seguito vediamo nel dettaglio i “progetti paese” Sud, Alta Velocita, Milano e Roma.
Sotto, una breve anticipazione della terza parte del documento. Scarica il pdf se vuoi leggere tutto.
8. Il “progetto paese” della macroregione del sud
8.1 Premessa
La proposta di un progetto paese per il sud parte dalla considerazione della dimensione e delle caratteristiche del differenziale di efficienza fra:
a) i sistemi dei trasporti del Mezzogiorno e del resto d’Italia e d’Europa;
b) gli interventi attraverso i quali si può cercare di porvi urgentemente rimedio.
Lo scopo è tentare di capire quale sia l’articolazione di reti e servizi più adatta a sorreggere lo sviluppo economico che oggi, con la chiusura dei residui cofinanziamenti del QCS 2000-2006, e delle rimodulazioni dei FAS nel Fondo per lo sviluppo e coesione [1], ma anche con il Piano di Azione-Coesione [2] (per quanto riguarda sia “ferrovie” che “agenda digitale”) si sta perseguendo.
Altro obiettivo è verificare se quel che viene realizzato va nella direzione voluta.
Ci si domanda, inoltre se, effettivamente le differenze regionali e l’autonomia delle rispettive amministrazioni siano ragioni sufficienti per giustificare interventi che talvolta si mostrano ripetitivi (fra Nord e Sud e fra le stesse regioni del Sud), più che cooperativi, con i rischi di nuovi squilibri, il permanere di ritardi cronici, la diluizione degli effetti sperati.
Si cercherà di capire inoltre se siano intervenute riallocazioni significative di risorse finanziarie da un settore (di trasporto) a un altro, in attuazione di quell’obiettivo di riequilibrio modale accettato e perseguito da tutte le regioni del paese.
Se l’obiettivo è lo sviluppo – e le carenze nei trasporti ne sono talvolta freno – importante è non perdere tempo e recuperare lo svantaggio, tenendo conto delle proprie capacità, senza rinunciare alla forza trainante delle sfide, prefigurando gli esiti dei passi che si susseguono e riducendo così il rischio della realizzazione di opere incompiute; rischio del quale soffrono, peraltro, non solo le opere singole, ma in modo non meno grave la stessa programmazione.
Il Progetto-Paese per l’Italia del Mezzogiorno può essere definito, pertanto, come un insieme sistematico di interventi finalizzati ad una sufficiente interconnessione fra:
- sistema portuale e logistico del Sud ‘esteso’ (Olbia, Cagliari, Napoli, Salerno, Bari, Brindisi, Taranto, Gioia Tauro, Messina, augusta, Pozzallo, Termini Imerese, Palermo, Porto Empedocle), in connessione alla programmazione MOS (MOtorways of the Sea) da intendere come asse portante delle scelte prioritarie sulle infrastrutture di trasporto a sud della fascia Napoli-Bari;
- sistema aeroportuale da collegare ai principali sistemi urbani-metropolitani e che necessita di innovazione gestionale soprattutto per la valorizzazione (soprattutto tramite i ‘turismi’) dei territori del Mezzogiorno considerando anche i successi dei voli low cost nonostante la gravissima crisi attuale [3];
- rete ferroviaria nazionale di Alta Velocità, che comprende i poli principali della Penisola (Milano, Bologna, Firenze, Roma) che congiunge tutto il sud raggiungendo Napoli;
- le reti ferroviarie che si estendono fino ai principali terminali siciliani di Messina, Catania e Palermo (in coerenza con quanto definito nel citato Piano di Azione-Coesione per le ferrovie);
- il completamento delle principali reti autostradali in Calabria ed in Sicilia;
- la manutenzione del sistema ferroviario ed autostradale del Mezzogiorno.