Il rientro dalle vacanze è quasi sempre soft, per l’approccio con cui si ritorna al lavoro, per gli atteggiamenti meno isterici e per una sorta di maggiore disponibilità a metabolizzare i comportamenti altrui con più indulgenza. Trascorsa una settimana tutto torna ad essere come prima e la magia svanisce. Anche perchè, pensandoci bene, negli ultimi trenta giorni nulla pare essere cambiato...in meglio. In tre zone ben distinte del mondo si continua a combattere per mere questioni religiose con tregue temporanee o di lungo termine poco sostenibili, tanti bimbi hanno perso la vita, molti la perderanno dopo il reclutamento da parte dei jihadisti ed altri si salveranno a fatica dai continui viaggi della speranza su barconi improbabili, l’economia va male, i mercati finanziari salgono perché drogati dalle Banche Centrali che prima o poi cesseranno di utilizzare “armi non convenzionali” e il lavoro continua a mancare in molte famiglie. Catastrofismo? No, perché non si tratta di peggioramenti ma solo di uno status quo che l’estate è riuscita a rimuovere dai nostri pensieri solo temporaneamente. Per distrarsi da tutto questo basta postare su Facebook, Instagram o Twitter i “selfie” (una volta si chiamavano autoscatti, ma bisogna adeguarsi alle mode!) con facce sorridenti e abbronzate in giro per il mondo – i ladri ringraziano, visto che impiegano pochi istanti a capire quale case svaligiare – e registrare docce gelate. Proprio quest’ultimo e cioè l'ICE Bucket Challenge è diventato il tormentone dell’estate e di ciò Stefano Borgonovo probabilmente non sarebbe stato contento. Parlo di un grande uomo, affetto da SLA e morto circa un anno fa: ha lottato contro la “stronza” – così definiva la malattia – e sembrava fosse riuscito a sensibilizzare il mondo dello sport (del calcio soprattutto) con tutte le iniziative che lo coinvolgevano, nonostante fosse imprigionato su una sedia a rotelle e in un letto. Probabilmente non era così visto che molte delle persone che hanno iniziato a rovesciarsi addosso acqua fredda per gioco non conoscevano – e forse non conoscono ancora – le origini, gli sviluppi e le conseguenze della SLA. Non è semplice "alleggerire" un argomento tanto delicato con il sorriso, ma l'estate è anche capace di questo. Volendo, invece, guardarla da un altro lato, è una fortuna che oggi se ne parli, ma basta con tanto stupido protagonismo. D’altronde perchè stupirsi, siamo nell’era delle apparenze, dove privato e pubblico si fondono in un tutt'uno in attesa che la dissolvenza porti via la vanità, in una sorta di virtuale "falò savonaroliano".
Magazine Opinioni
Stress da rientro? Meglio una doccia gelata!
Creato il 28 agosto 2014 da Giuseppe Avignone @gavignone
Il rientro dalle vacanze è quasi sempre soft, per l’approccio con cui si ritorna al lavoro, per gli atteggiamenti meno isterici e per una sorta di maggiore disponibilità a metabolizzare i comportamenti altrui con più indulgenza. Trascorsa una settimana tutto torna ad essere come prima e la magia svanisce. Anche perchè, pensandoci bene, negli ultimi trenta giorni nulla pare essere cambiato...in meglio. In tre zone ben distinte del mondo si continua a combattere per mere questioni religiose con tregue temporanee o di lungo termine poco sostenibili, tanti bimbi hanno perso la vita, molti la perderanno dopo il reclutamento da parte dei jihadisti ed altri si salveranno a fatica dai continui viaggi della speranza su barconi improbabili, l’economia va male, i mercati finanziari salgono perché drogati dalle Banche Centrali che prima o poi cesseranno di utilizzare “armi non convenzionali” e il lavoro continua a mancare in molte famiglie. Catastrofismo? No, perché non si tratta di peggioramenti ma solo di uno status quo che l’estate è riuscita a rimuovere dai nostri pensieri solo temporaneamente. Per distrarsi da tutto questo basta postare su Facebook, Instagram o Twitter i “selfie” (una volta si chiamavano autoscatti, ma bisogna adeguarsi alle mode!) con facce sorridenti e abbronzate in giro per il mondo – i ladri ringraziano, visto che impiegano pochi istanti a capire quale case svaligiare – e registrare docce gelate. Proprio quest’ultimo e cioè l'ICE Bucket Challenge è diventato il tormentone dell’estate e di ciò Stefano Borgonovo probabilmente non sarebbe stato contento. Parlo di un grande uomo, affetto da SLA e morto circa un anno fa: ha lottato contro la “stronza” – così definiva la malattia – e sembrava fosse riuscito a sensibilizzare il mondo dello sport (del calcio soprattutto) con tutte le iniziative che lo coinvolgevano, nonostante fosse imprigionato su una sedia a rotelle e in un letto. Probabilmente non era così visto che molte delle persone che hanno iniziato a rovesciarsi addosso acqua fredda per gioco non conoscevano – e forse non conoscono ancora – le origini, gli sviluppi e le conseguenze della SLA. Non è semplice "alleggerire" un argomento tanto delicato con il sorriso, ma l'estate è anche capace di questo. Volendo, invece, guardarla da un altro lato, è una fortuna che oggi se ne parli, ma basta con tanto stupido protagonismo. D’altronde perchè stupirsi, siamo nell’era delle apparenze, dove privato e pubblico si fondono in un tutt'uno in attesa che la dissolvenza porti via la vanità, in una sorta di virtuale "falò savonaroliano".
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