Magazine Salute e Benessere

Stretching, scopriamo se fa davvero bene come dicono

Creato il 29 gennaio 2015 da Sportnutrizione

sport_nutrizione_stretchingLo stretching. Se siete mai stati in una palestra o fate sport sapete tutti di cosa stiamo parlando, almeno a grandi linee. Lo stretching aiuta ad allungare i muscoli, a prevenire i traumi ed a limitare i dolori dovuti agli allenamenti più intensi ma, se eseguito senza le dovute conoscenze e precauzioni, può facilmente rivelarsi un’arma a doppio taglio. E allora la domanda sorge spontanea:

lo stretching fa davvero così bene? È davvero così utile? Vediamo nel dettaglio quali sono i benefici che se ne possono trarre, i punti di criticità e perché è così importante non affidarsi al caso.

Perché fare stretching. Secondo la maggior parte degli sportivi, grazie allo stretching, tendini e muscoli si distendono, aumentano la loro flessibilità e, in questo modo, si prestano meno a contratture muscolari e strappi tipici, invece, del lavoro “a freddo”. Inoltre, fare stretching migliora la circolazione del sangue, riattiva muscoli poco utilizzati contribuendo a migliorare la postura, l’equilibrio e la coordinazione. Può costituire anche una valida valvola di sfogo per lo stress, aiutando a rilassare la muscolatura.

Lo stretching previene davvero gli infortuni? Alcune ricerche hanno tuttavia dimostrato che lo stretching prima dell’esercizio non previene gli infortuni e, anzi, può contribuire a causarli o, se già in atto, ad aggravarli. Più che prevenire gli infortuni, semmai, lo stretching aiuta a migliorare la prestazione in quanto aumenta l’estensione muscolare. Per prevenire gli infortuni, invece, è bene dedicarsi a un buon riscaldamento.

Il riscaldamento prima di tutto. È sbagliato, infatti, iniziare il proprio allenamento direttamente dallo stretching: l’allungamento dei muscoli senza una dovuta preparazione può aumentare il rischio di crampi e stirature. È bene, prima, dedicarsi ad un accurato “riscaldamento” del muscoli: corsa leggera o camminata rapida, cyclette. Qualunque attività a bassa intensità che permetta di iniziare gradualmente l’allenamento e non metta subito alla prova i muscoli.

Stretching per alleviare il dolore. A tutti, almeno una volta nella vita, è stato consigliato di fare stretching per alleviare un fastidioso mal di schiena o una contrattura. In realtà, lo stretching non va a diminuire la rigidità, ma ad aumentare la tolleranza all’estensione grazie a un effetto analgesico i cui effetti, purtroppo, non sono sempre positivi: in assenza di dolore (o con un dolore sopportabile), il muscolo continua ad essere esercitato, col rischio di danni anche irreversibili. Per questo è importante sopportare la tensione, ma non arrivare mai a sentire dolore, soprattutto se si sta sollecitando un muscolo già provato.

Stretching sì, ma con moderazione. Lo stretching, insomma, non deve essere doloroso. Come ogni cosa, anche l’allungamento dei muscoli richiede moderazione e allenamento: non pretendete troppo dal vostro corpo o ne pagherete le conseguenze.

Per quanto tempo? Per quanto tempo deve mantenersi il muscolo in tensione per riscontrare qualche beneficio? Per la maggior parte dei soggetti, sono sufficienti dai 15 ai 30 secondi. Per altri, soprattutto di fronte a muscoli più “difficili” e tesi, il tempo giusto sfiora i 60 secondi. Certo è che la durata dello stretching può variare a seconda del gruppo muscolare preso in considerazione. Ma attenzione all’effetto analgesico: più tempo si mantiene l’allungamento meno si avvertirà il dolore, ma con le conseguenze negative che abbiamo appena visto.

Stretching a fine allenamento. Secondo alcuni può essere utile per bloccare sul nascere futuri dolori muscolari. Per altri, è pressoché inutile se non dannoso, visto il già citato effetto analgesico. Come sempre, la chiave di volta è la moderazione: qualche esercizio per sciogliere i muscoli, unito a un’attività a bassa intensità, può contribuire al defaticamento al fine di condurre dolcemente il nostro corpo dall’esercizio a uno stato di meritato riposo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog