Lo strip tease è un tipo di spettacolo in cui il rapporto tra donna e uomo stabilisce dei ruoli precisi: la donna è l’oggetto del desiderio di un uomo che si deve limitare a desiderare in silenzio, posto in disparte. Il cinema ha spesso celebrato questa strana forma di relazione, in cui lo scettro del dominio è tutto nelle mani, anzi nel corpo che si svela con arte e ammiccamento, della donna.
La scena forse più celebrata e nota della storia del cinema in cui lo spogliarello diventa una forma d’arte pienamente compiuta è quella di Sophia Loren che in “Ieri, oggi e domani” improvvisa uno strip di fronte a un soggiogatissimo ed eccitatissimo Marcello Mastroianni. Preludio di una notte d’amore che poi non avrà luogo, ma l’immaginario pregusta già nei movimenti sexy e ad un tempo ironici della Loren, perfettamente in sintonia con l’adorazione di Mastroianni, l’intero amplesso di fuoco che anticipa.
Ecco il succo dello strip: anticipare. Anticipare un rapporto che quasi mai ha luogo, lasciando il desiderio puro a sostituire il contatto fisico.
Un altro esempio, ma qui i contatti fisici c’erano e lo strip era in fondo il simbolo stesso dell’uragano di carnalità che congiungeva i protagonisti, è lo strip di Kim Basinger in “Nove Settimane e mezzo” di fronte a un torbido e acceso Mickey Rourke.
Altro indimenticabile strip, quello di Demi Moore in “Striptease”, film che vale davvero poco ma che consegna un altro spogliarello memorabile alla storia del genere. E poi Jessica Alba in "Sin city", Natalie Portman in "Closer"... Sono tanti gli strip indimenticabili e stilarne una classifica sarebbe proprio difficile. Ultimo a celebrare lo strip è Quentin Tarantino, evidentemente attratto da tutto ciò che solletica l’immaginazione sessuale più morbosa: in “Grindhouse – Death proof” sceglie proprio un gruppo di spogliarelliste per fare da vittime delle mire di un maniaco. Le scene di strip tease sono numerose e possono essere interpretate come un vero e proprio omaggio del trasgressivo autore-regista a quest’arte della seduzione.