Magazine Cultura
Strokes di Stefano Pitino
Recensione di Enza Iozzia
Pitino sa scrivere e su questo non ci piove, oserei dire che il suo italiano è perfetto e il linguaggio adottato modernissimo quanto secco e diretto.
Questo libro potrebbe essere definito tranquillamente un “canovaccio teatrale” e una rappresentazione ce la vedo tutta. Il mondo psicologico trattato è quello giovanile
con tutti i suoi... difetti. Niente carinerie, nessuna retorica, direi una denuncia cinica e feroce della superbia che caratterizza il nostro mondo destinato a finire nelle mani di giovani simili a questi. Solo due di loro si salvano, ma il finale è imprevisto (anche se annunciato velatamente dall'autore stesso con la sua pubblicità). In una dimensione senza descrizione, ma tetra e desolante si articola
un'avventura terribile che spoglia i protagonisti e mette a nudo le loro distorsioni che a tratti graffiano il lettore.
Incontriamo dunque il razzismo, l'intolleranza, la superficialità interiore, la prepotenza, la violenza e il vittimismo, il tradimento, la vergogna e chi più ne ha più ne metta. E incontriamo la Morte, senza pietà, asciutta e ossessiva che scorre come il tempo e come il tempo non si ferma. Poi abbiamo l'Amore che tenta il tutto per tutto e che fa soffrire e poi gioire e poi ancora soffrire. Pregio di questo autore è certamente la capacità di delineare scenari e personaggi senza scendere nel dettaglio tedioso, eppure pare di averli davanti. Senza eguali secondo me la presentazione che la Morte fa di sè all'inizio conclamato di questa avventura.
Davvero una bella prova quella di Pitino che, come noto, ha prima ottenuto il successo on line, successo che, dopo averlo letto, posso affermare essersi meritato tutto. Un simile stile e la scelta della commedia teatrale mi invoglia ad attendere un'altra prova, prova che spero giungere presto. Consigliato... ai giovani, forse i risultati, le parole dette, gli atteggiamenti descritti potrebbero indurre a non commettere i medesimi errori dei protagonisti. Ma consigliato anche ai meno giovani, perchè la superbia non è esclusiva dei ragazzi purtroppo e la Morte non bussa solo alle porte dei bambini.
Enza Iozzia
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