Sono in pochi a saperlo e ancora meno quelli che ci credono davvero. Ma a Bari basta poco per essere picchiati, aggrediti, derisi, malmenati, inseguiti e umiliati. Basta avere i capelli lunghi, i dreadlocks, la barba incolta. Basta vestire come ti piace, magari con i pantaloni larghi oppure indossando qualcosa di colorato, qualcosa che non sia il Nero.
Caro lettore, non è un errore di battitura. La N maiuscola di Nero non mi è sfuggita. A Bari ci sono persone che escono di casa con l’intenzione di picchiare chi non la pensa come loro. Del resto, non è difficile trovare persone che non la pensano come i fascisti: sono ovunque, sono quelli che protestano quando le cose non vanno. Sono quelli che manifestano la propria disapprovazione in maniera pacifica. Sono quelli che raccolgono fondi per portare avanti una propria idea che, secondo loro, può cambiare anche il mondo se a metterla in atto siamo tutti insieme. Insomma, se non l’avete ancora capito, sono tutte le persone che pensano con la propria testa. Quelli a cui non fai cambiare idea inculcando loro la paura.
Eppure nessuno ci crede che a Bari, per tornare a casa con la testa rotta, se sei fortunato, basta davvero poco.
Ma ci sono andati vicino, la notte tra il 14 e il 15 novembre scorso, gli studenti che aderiscono alle associazioni Link Bari e Zona Franka di Bari, che fanno parte della rete della Conoscenza pugliese: ”Siamo stati aggrediti – denunciano – da un nutrito gruppo di neo fascisti, nei pressi dell’ingresso del Campus Universitario di via Orabona. Il gruppo, composto da una 15ina di individui – spiegano in un comunicato – ha raggiunto e circondato gli studenti e le studentesse che partecipavano all’affissione e con modo vigliaccamente intimidatorio, approfittando della loro superiorità numerica e della presenza di alcune nostre compagne, hanno strappato i manifesti appena affissi minacciando tutti noi e circondando le macchine. Poi, ”proferendo minacce ed insulti hanno cominciato a colpire, con calci ed oggetti contundenti (una torcia-manganello), arrecando anche danni alle automobili che cercavano di allontanarsi dal luogo. Dell’accaduto è stata presentata regolare denuncia alle autorità competenti, convinti si sia trattato di un gesto preordinato e di una aggressione organizzata tipica di gruppi di matrice neofascista che operano sul nostro territorio”.
Gli studenti ”esprimono forte preoccupazione per atti come questo, a cui la città non è nuova. Negli ultimi anni sono state molte le aggressioni da parte di gruppi neo-fascisti a militanti di organizzazioni attive nel sociale e nell’università. Crediamo sempre di più che sia necessaria un’azione da parte delle istituzioni e della società civile per far fronte alla diffusione dei gruppi di estrema destra e delle idee che portano con sè, intrise di violenza, xenofobia e intolleranza”.
Succedeva anche all’esterno del pub Storie del vecchio Sud: ogni tanto un ragazzo dal look di ‘sinistra’ veniva pestato a caso. Oppure d’estate, al Chiringuito, dove brutti ceffi, probabilmente all’oscuro della differenza tra la destra e la sinistra, sbeffeggiavano i ragazzi con i capelli lungi o con la barba, e per sport li gettavano in acqua o nei bidoni della spazzatura. Non prima, però, di averli selvaggiamente picchiati. Con questo, non vogliamo dire che la violenza appartenga solo all’estrema destra, ma solo che l’ignoranza viene spesso dalla stessa parte e in quell’area di appartenenza si riconosce, si rafforza e assolda i suoi complici per quattro denari.
”Crediamo che chiunque, antifascista – continuano gli studenti – voglia esprimere il proprio pensiero debba sentirsi libero di farlo, senza temere violenze e ripercussioni. Crediamo che ci si debba sentire liberi e sicuri di girare per le strade di Bari, senza subire attacchi che ricordano tanto gli atteggiamenti della criminalità organizzata e le più becere forme di squadrismo fascista. Crediamo che fin troppo si sia tollerata l’azione di questi gruppi da parte di forze politiche e istituzioni che sbagliando hanno ritenuto l’antifascismo un tema del passato”.
Il 17 novembre gli studenti scenderanno in piazza ”anche per dire di no alla violenza e al neo-fascismo e come sempre abbiamo fatto e sempre faremo, porteremo avanti in modo pacifico e non violento le nostre idee”.
Infine lanciano ”un appello agli studenti, lavoratori, docenti, intellettuali a tutte le associazioni, sindacati e forze organizzate a impegnarsi quotidianamente anche per evitare tali situazioni non si verifichino più, affinché tali gruppi non abbiano più cittadinanza nel nostro territorio, convinti che si possa raggiungere tale obiettivo solo con posizioni ferme e chiare e soprattutto a partire da quell’antifascismo quotidiano che abbiamo sempre praticato e che è uno dei nostri valori fondanti”.
Chissà quanti giornali ne parleranno e chissà quanto spazio sarà dedicato alla notizia. Noi speriamo di non doverne parlare mai più, ma abbiamo il presentimento che dovremo continuare a farlo.