26 marzo 2012 (San Francisco, California) – Durante il 37° Meeting Scientifico Annuale della Società di Radiologia Interventistica (SIR) alcuni ricercatori hanno presentato due studi retrospettivi sull’angioplastica per la sclerosi multipla (SM) che hanno dimostrato come l’intervento migliori alcuni sintomi, sollevando alcune domande circa la causa della malattia.
“Questa è la prima fase di ricerca che è stata presentata e che va oltre la semplice osservazione”, ha dichiarato a Medscape Medical News il prof. Michael Dake, docente di chirurgia cardiotoracica presso la Stanford University di Palo Alto (California). “E’ una bella esperienza con un grande gruppo di pazienti.”
La maggior parte degli specialisti vede la sclerosi multipla come una malattia autoimmune e la tratta con farmaci che sopprimono la risposta immunitaria. “L’opinione diffusa è che questo sia un processo autoimmune che non è completamente caratterizzato” ha spiegato il prof. Dake, che non è stato coinvolto in nessuno degli studi.
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Molti pazienti affetti da sclerosi multipla, disperati per il miglioramento da una malattia ancora senza cure, cercano di ottenere l’angioplastica, ma ci sono state finora poche prove che la procedura sia veramente utile.
L’approccio all’angioplastica nasce dalla indagini sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e la sclerosi multipla.
In uno studio alcuni ricercatori della Rush University di Chicago (Illinois) hanno esaminato 105 procedure interventistiche in 94 pazienti con diagnosi di sclerosi multipla utilizzando i criteri di McDonald da giugno 2010 a settembre 2011.
Dei 94 pazienti, 47 sono stati classificati come SM recidivante-remittente, 32 come SM secondariamente progressiva, 6 come SM primariamente progressiva e 6 come SM sconosciuta.
I ricercatori hanno valutato le vene giugulari ed azygos dei pazienti tramite la venografia selettiva e l’ecografia intravascolare. Hanno quindi eseguito l’angioplastica se i venogrammi o l’ecografia confermavano una riduzione di oltre il 50% del diametro luminale o un reflusso.
Se i pazienti avevano lesioni che non rispondevano oppure occlusioni i chirurghi hanno inserito degli stent nelle vene interessate.
I medici hanno somministrato anticoagulanti per dieci giorni e clopidogrel per sei settimane. Hanno poi effettuato il follow-up con ecografia alle giugulari 1 settimana dopo la procedura e tramite i punteggi della scala di impatto della sclerosi multipla ogni 3 mesi.
In 5 pazienti (5,2%) la flebografia e l’ecografia erano normali, in 89 (94,9%) c’era un’evidenza di stenosi.
I chirurghi hanno eseguito l’angioplastica in tutte le vene anormali e hanno inserito degli stent in 5 casi su 179 (2,8%).
Degli 89 pazienti con stenosi, 48 (53,9%) hanno riferito di un miglioramento dei sintomi, 15 (16,85%) hanno riferito di un miglioramento discutibile mentre 26 (16,85%) non hanno riferito di alcun miglioramento.
I pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente della malattia hanno riferito il maggiore miglioramento (59,6%). Le complicazioni includevano 3 casi di trombosi della vena giugulare e 3 casi di sanguinamento nella sede d’iniezione. Un paziente è morto 4 mesi dopo la procedura per cause sconosciute.
Nell’altro studio alcuni ricercatori del Medical Center di Albany (New York) hanno esaminato i dati di 213 pazienti. Di questi, 189 (98,4%) erano stati sottoposti ad angioplastica e 3 (1,6%) erano stati sottoposti ad angioplastica con impianto di stent.
I ricercatori hanno classificato 96 dei pazienti come SM recidivante-remittente, 66 come SM secondariamente progressiva e 30 come SM primariamente progressiva.
Nei 192 pazienti, i punteggi medi di salute fisica del questionario sulla qualità di vita nella sclerosi multipla erano migliorati dal 43,2 al 52,4 (P <.05). I punteggi di salute mentale erano migliorati dal 57,1 al 65,2 (P <.05). L’indice misura le capacità fisiche, la percezione della salute, l’energia/affaticamento, la funzione sessuale, il benessere emotivo, la cognizione e il dolore.
Ancora una volta i più grossi miglioramenti erano nei pazienti con malattia recidivante-remittente – il 77% ha riferito di un miglioramento fisico ed il 74% ha riferito di un miglioramento mentale. Di quelli con malattia secondariamente progressiva il 59% ha migliorato nell’indice fisico e il 50% nell’indice mentale. Di quelli con malattia primariamente progressiva, il 77% ha ottenuto un miglioramento fisico e il 70% un miglioramento mentale. Questi cambiamenti erano tutti statisticamente significativi (P <.05).
“I risultati dello studio sono stati molto emozionanti e promettenti”, ha dichiarato in un comunicato l’investigatore principale, il Dr. Kenneth Mandato, radiologo interventista presso l’Albany Medical Center.
Il Dr. Mandato ha chiesto uno studio prospettico in doppio cieco per valutare i benefici dell’angioplastica nei pazienti con sclerosi multipla.
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Il Dr. Hector Ferrar, docente di radiologia presso la Northshore University a Chicago, ed investigatore principale dello studio di Rush, ha dichiarato a Medscape Medical News che il prossimo passo della ricerca sarà quello di imparare di più sulle ostruzioni nelle vene di questi pazienti. “Non sappiamo che tipo di lesioni sono” ha detto. “Pensiamo che ci siano delle valvole nella vena giugulare che sono troppo spesse o non si chiudono correttamente.”
Nel frattempo il trattamento dovrebbe essere disponibile per i pazienti che lo richiedono. “Abbiamo una buona e sufficiente giustificazione per eseguire questa procedura,” ha detto il Dr. Ferrar.
Società di Radiologia Interventistica (SIR) 37° Meeting Scientifico Annuale: Abstracts 48 e 49. Presentati il 25 marzo 2012.
Fonte: http://www.medscape.com/viewarticle/760923?src=emailthis
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