Se dici di essere vegetariano la gente quasi si intenerisce. Cogli sprazzi di umanità in volti così ferreamente controllati. Percepisci, per un attimo, attività cerebrali in aree del cranio di regola poco visitate.
Quando dici di essere vegetariano si mettono spesso d'accordo tutti nel dire che sì, è una cosa bella, io non potrei mai, ma io carne non ne mangio molta, comunque complimenti.
Il vegetariano è un buono, romantico e gentile, una brava persona.
Se dici di essere vegano, e dopo aver spiegato di che si tratta, la gente si indurisce. Volti per un attimo incuriositi ad ascoltare qualcosa di nuovo automaticamente si irrigidiscono. Gli sguardi si fanno vitrei, le voci taglienti.
Quando dici di essere vegano si mettono spesso d'accordo tutti nel dire che ma, questo mi sembra un po' estremo, rinunciare al latte, e perchè, le mucche il latte lo devono pur fare.
Il vegano è un estremista, sciocco e ignorante, un tipo strano.
Poi non serve a nulla raccontare dello stupro sistematico delle mucche, del latte che era destinato ai vitelli, un latte alla razza umana assolutamente non necessario; raccontare delle urla, dello strazio dei vitelli strappati alle madri e portati al macello. Non serve a nulla. La comunicazione è stata interrotta.
Stuprare le mucche è normale. Rinunciare ai latticini è estremo.
Ed io che ci faccio, a questo mondo?