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Stupro di Montalto di Castro. Tutti ancora dalla parte del branco.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

A sei anni dal fatto, continua l’odissea del processo per stupro di Montalto di Castro. Era il 2007 infatti quando una quindicenne fu violentata per ore da otto coetanei.

Il Tribunale per i minori di Roma ha deciso il 25 marzo scorso che i responsabili, oggi tutti maggiorenni, non meritino il carcere ma due anni di servizi sociali. Una misura proposta anche nel processo di primo grado e poi revocata dalla Corte di Cassazione perchè ritenuta inadatta. Senza che si sia mai giunti a sentenza, quindi, il Tribunale trova di nuovo opportuno proporre questa soluzione e gli otto stupratori oggi vivono ancora a Montalto di Castro dove tutta la cittadinanza, persino le istituzioni sono sempre stati schierati a loro fianco. Al tempo infatti le famiglie e i compaesani tutti si mossero in loro difesa sostenendo che si trattasse di “una ragazzata” e che lei fosse una ragazzina facile, portava addirittura la minigonna. E non è un luogo comune, è stato detto davvero.

Mentre gli stupratori vivono nelle loro case e tra l’affetto di una comunità evidentemente pro-stupro, la ragazza è andata via dal paese e tutt’oggi dichiara di non riuscire a rimettere in sesto i pezzi della propria vita, aspettando ormai da sei anni una ferma condanna del gesto che però tarda ad arrivare tanto da parte della società quanto dalle istituzioni.

Un gruppo di deputate del PD si è appellato al Ministro Severino per valutare l’invio di ispettori ministeriali al Tribunale di Roma.
Di fronte all’abominio della violenza fisica” dicono “lo Stato non può permettere che i cittadini si sentano prigionieri anche della violenza giudiziaria“.
Quella stessa violenza che nel 2007 perpetuò anche  l’allora sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai, diessino eletto con l’Ulivo, uno dello stesso PD insomma, che utilizzò i soldi delle casse comunali per la difesa del branco di giovani stupratori.

fonti qui



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