Quando si parla di interpreti del repertorio barocco, il nome di Reinhard Goebel va sicuramente affiancato a quello degli esecutori storici come il recentemente scomparso Nikolaus Harnoncourt, Gustav Leonhardt, i fratelli Kuijken, Ton Koopman, Trevor Pinnock e Cristopher Hogwood. che sono stati fra i primi a iniziare il profondo rinnovamento dei criteri esecutivi grazie al quale le prospettive di ascolto nella musica sei-settecentesca sono state completamente rivoluzionate. Con i trentatrè anni di attività alla guida del gruppo Musica Antiqua Köln, fondato nel 1973, il sessantatreenne violinista originario di Siegen ha scritto pagine decisive nella storia interpretativa della musica barocca, documentate da una vasta discografia insignita di tutti i massimi riconoscimenti internazionali dalla stampa specializzata tra cui numerosi Gramophone Awards, il Siemens-Förderpreis, il Telemann-Preis di Magdeburgo e il Förderpreis des Landes Nordrhein-Westfalen. Da dieci anni, in seguito a una serie di problemi fisici, Reinhard Goebel ha abbandonato il violino per dedicarsi esclusivamente alla direzione d’ orchestra e prosegue la sua opera divulgativa delle prassi esecutive storicamente informate collaborando con quasi tutte le grandi orchestre sinfoniche internazionali. La Stuttgarter Kammerorchester lo ha invitato a dirigere il quinto concerto della stagione in abbonamento, con un interessante programma dedicato interamente alla famiglia Bach.
Come tutti sanno, Johann Sebastian Bach fu il massimo esponente di una famiglia di compositori originaria della Slovacchia e trasferitasi in Thüringen intorno alla metà del XVI secolo, che nel corso di diverse generazioni annoverò una cinquantina di mebri che esercitarono il mestiere di musicista. La genealogia della famiglia Bach, dal titolo Ursprung der musicalisch-Bachischen Familie, venne compilata da Johann Sebastian stesso e fu completata da uno dei suoi figli, Carl Philipp Emanuel. Il programma scelto da Reinhard Goebel per il concerto alla Mozartsaal della Liederhalle iniziava con l’ Ouverture in sol minore di Johann Bernhard Bach der Ältere, cugino di secondo grado di Johann Sebastian e appartenente alla linea dinastica stabilitasi a Erfurt, che fu organista nella sua città natale e a Magdeburg per poi divenire Kapellmeister della Hof-Orchester di Eisenach. Le poche composizioni che oggi conosciamo di lui ci sono state tramandate grazie al suo illustre cugino, che ne preparò delle copie da lui successivamente utilizzate durante la sua attività di Thomaskantor a Leipzig. L’ Ouverture in sol maggiore è una classica Suite di danze nella forma codificata da Telemann, con un ruolo rilevante riservato al violino solista che ha consentito a Susanne von Gutzeit, la Konzertmeisterin della Stuttgarter Kammerorchester, di mettere in mostra tutto il meglio del suo virtuosismo. Il secondo brano era la Cantata “Ich habe genug” BWV 82 di Jonahh Sebastian Bach, scritta nel 1727 a Leipzig per la festività della Purificazione di Maria su un testo che descrive le espressioni di giubilo pronnciate da Simeone il Giusto durante la presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme. Nel catalogo delle Kantaten bachiane, la BWV 82 è una di quelle che si possono ascoltare più spesso qui in Germania durante il Gottesdienst nelle chiese evangeliche, anche grazie alla semplicità di un organico che non prevede il coro ma solo la presenza di un basso solista e di un oboe concertante. Raimund Nolte, in possesso di una voce di buon timbro anche se leggermente soffocata nelle note alte, ha eseguito la parte vocale con una bella espressività di fraseggio splendidamente sostenuta dall’ accompagnamento di Goebel che ha ottenuto dalla Stuttgarter Kammerorchester un suono luminoso e ricco di sfumature.
La seconda parte iniziava con la Sinfonia in si bemolle maggiore per archi e continuo di Wilhelm Friedemann Bach, il primo figlio di Johann Sebastian ricordato soprattutto per il suo talento nell’ improvvisazione organistica. „Unstrittig der größte Organist der Welt! Er ist ein Sohn des weltberühmten Sebastian Bachs, und hat seinen Vater im Orgelspiel erreicht, wo nicht übertroffen“, scrisse di lui il poeta e compositore Christian Friedrich Daniel Schubart nel suo libro Ideen zu einer Ästhetik der Tonkunst pubblicato postumo nel 1806. La Sinfonia in si bemolle maggiore, probabilmente scritta a Dresden, presenta soluzioni di scrittura estremamente originali e raffinate nel trattamento contrappuntistico. Di Johann Christian Bach, spesso indicato come Der Mailänder oppure Londoner Bach, è nota la profonda influenza che il suo stile esercitò sulla musica di Mozart. Il Concerto in fa maggiore per oboe e archi, scritto nel 1770, è una pagina davvero notevole per la maturità stilistica della struttura compositiva e la qualità melodica, soprattutto nello splendido Canto rapsodico del Larghetto. Eccellente l’ esecuzione di Stefan Schilli, che da venticinque anni ricopre il ruolo di primo oboe nella celebre Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e che in questa occasione ha suonato con una perfezione tecnica e stilistica assolutamente irreprensibili. la serata si chiudeva con la Cantata profana Pygmalion di Johann Cristoph Friedrich Bach, il terzultimo figlio maschio di Johann Sebastian conosciuto come Der Bückeburger Bach. Le sue composizioni non raggiungono probabilmente la ricchezza di ispirazione dimostratta da quelle dei suoi fratelli ma si fanno comunque notare per il rigoroso trattamento formale e l’ abilità contrappuntistica. Per quanto riguarda l’ esecuzione nel suo insieme, Reinhard Goebel ha dimostrato una volta di più la competenza stilistica e la profondità interpretativa che ne lo hanno portato ad essere uno degli interpreti storici di questo repertorio. Tecnicamente parlando, Goebel è un direttore completo e affidabilissimo, come dimostrato in questa occasione dagli splendidi fraseggi e dalla varietà agogica e dinamica che la Stuttgarter Kammerorchester ha sfoderato sotto la sua guida. Successo vivissimo per una serata davvero interessante.