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"su con la vita, charlie brown!": guardare al mondo con l'aiuto dei peanuts
Creato il 07 ottobre 2011 da Alessandro @AleTrasforiniL'intento dell'opera è chiarificata sin dalle prime pagine: "[...]Charles M.Schulz. L'uomo che ha creato Charlie Brown, Lucy, Snoopy e tutti i loro amici, i protagonisti della striscia conosciuta nel mondo intero col nome di Peanuts. [...] Schulz ha creato una striscia che racchiude in sè un autentico tesoro di riflessione, filosofia e psicologia [...]. Gli adorabili personaggi di Charles M.Schulz divertono, ma non solo: essi mettono in scena importanti dinamiche psicologiche in maniera così semplice ed immediata da dissimulare l'efficacia del loro impatto. [...] Di recente mi sono domandato se davvero tutti capissero e apprezzassero i messaggi dei Peanuts. Di sicuro la striscia è divertente, ma, proprio per questo, molti possono pensare che sia solo spassosa.[...] I personaggi dicono cose molto diverse a ciascuno di noi. [...] Allora venite con me, proviamo ad affrontare la variegata realtà delle esperienze umane insieme con Charlie Brown e i suoi amici. Chi lo sa? Forse potremmo essere un pò più felici ed efficienti se, invece di limitarci ad ascoltare, tentassimi di capire ciò che Charles Schulz cerca (ha cercato, nds) di raccontarci.[...]" Con queste parole Abraham J.Twerski descrive l'obiettivo del libro "Su con la vita, Charlie Brown!". Collegandosi intimamente con lo straordinario universo costruito dalla mente di uno dei più grandi e sottovalutati geni di tutti i tempi, infatti, l'autore si chiede se possa esistere un parallelo tra il mondoreale e l'universo racchiuso in ogni singola striscia. Ciascun personaggio ideato, infatti, realizza un modello non comune della personalità umana, in costante evoluzione; chi almeno una volta nella vita non si è identificato in Charlie Brown? Chi, almeno una volta nella vita, non avrebbe voluto parlare a quella ragazzina dai capelli rossi che, quasi mitologicamente, giunge sottoforma d'amore nella vita di ciascuno? Chi, almeno una volta nella vita, non ha cercato protezione dall'Universo mondo come Linus cerca conforto abbracciando la sua coperta? Chi, almeno una volta nella vita, ha anche involontariamente dato lezioni o consigli forzati come l'eterna Lucy? I Peanuts sono, dunque, soprattutto anima. Anima, cuore e vignette. Quelle che Umberto Eco definì come 'personcine' riescono, ancora oggi, a parlare e ad educare generazioni sempre nuove. Parlando all'anima si riesce, alle volte, a farla stare un pò meno male. In alternativa, forse, è possibile sopravvivere meglio. E' questo uno degli obiettivi del libro: guardare al domani, cogliendo spunti mescolati tra testo e strisce. Leggendo pagine miste tra scenette e parole si possono trovare, con uno stile di scrittura e traduzione per nulla pesante, spunti molto utili per riflettere: dal 'rendere le proprie aspettative realizzabili' al vedere Charlie Brown domandare a Linus 'quando cominciano le cose belle?' giusto una pagina di distanza, fino al vedere un Charlie Brown insonne inscenare soliloqui matematici sul numero di scemenze da lui fatte in vita. Il monologo è semplice, ma tremendamente significativo sui pensieri che moltissimi di noi fanno, anche inconsciamente, sui propri perchè da dare a questa cosa che chiamiamo vita: "(Charlie Brown steso e coperto nel letto a fissare il soffitto) A volte sto sveglio la notte a pensare a tutte le scemenze che faccio ogni giorno...Se vivrò fino a ottant'anni e farò dieci scemenze al giorno...Saranno circa duecentonovantamila scemenze...Quando si sommano tutte le scemenze che si fanno, è meglio usare cifra tonda..." Tra le pagine del libro, forse, è possibile maturare un'identificazione: è giusto sentirsi come Charlie Brown, qualche volta nella vita. Potrebbe quasi essere un dovere, da espletare per poterci chiamare davvero esseri umani. Le pagine scorrono, con analisi a tutto tondo sul mondo che ci circonda e che dobbiamo vivere, da dentro e da fuori: valutare sè stessi, affrontare la realtà, autostima, amore, amicizia ed emozioni. Sono questi i pilastri su cui costruire elementi migliori per poterci capire. Ad essi seguono ansia, senso di colpa, depressione, senso di responsabilità e missioni a cui, da esseri umani, è essenziale prestare attenzione: confrontarsi con gli altri, agire in maniera costruttiva, i valori ed affrontare gli altri. Se la vita non sorride a Charlie Brown, è lecito sentirlo scoraggiato; da un dibattito con Linus l'autore coglie l'opportunità di mettere a nudo tutta la natura di certe sfere della nostra stessa anima: "C: Pensavo che una sorellina avrebbe cambiato la mia vita, ma non è vero...La gente mi odia ancora...Non piaccio veramente a nessuno...Sono depresso come prima...(esce di scena) L: Povero Charlie Brown...Di tutti i Charlie Brown del mondo, lui è il più Charlie Brown!" (C: Charlie Brown, L: Linus) A tutti i Charlie Brown del mondo, forse, un libro come questo potrebbe trasmettere qualcosa. La matita di uno straordinario genio come Schulz ha regalato all'umanità un patrimonio immenso, che è necessario celebrare ogni qual volta se ne presenti occasione anche minima. Così, tra ansie che non passano e scenari che stravolgono l'esistenza, Charlie Brown è da sempre lì, nello stesso punto: è lì a rincorrere un aquilone che non vola, è lì a cercare assistenza psichiatrica da chi proverà sempre a demolirlo, è lì a rincorrere quella felicità travestita da ragazzina dai capelli rossi. Rimane lì, immobile, in quella che chiamiamo vita. Twerski, in conclusione, chiarisce ulteriormente i motivi per cui ha ritenuto necessario scrivere un testo paragonando la nostra anima a quella plasmata straordinariamente da Schulz: "[...]Certo che vogliamo bene a Charlie Brown. Lui è come noi. In tutti noi vi è un pò di Charlie Brown. In alcuni è evidente. In altri si nasconde sotto vari meccanismi comportamentali e psicologici di difesa, molti dei quali operano a livello inconscio, che ci impediscono di riconoscere il Charlie Brown che è in noi. In entrambi i casi, comunque, i problemi prima o poi vengono fuori. [...] Ci sono molte strade per essere più felici, ma prima dobbiamo riconoscere che l'infelicità non è in sè inevitabile. Charlie Brown ci parla di noi. Se ascoltiamo e comprendiamo il suo messaggio, allora possiamo cercare un modo per cambiare le cose. [...]" Tra tutti i Charlie Brown, comunque, onore al primo di fabbrica. Ed altrettanto onore al genio straordinario che ne ha dipinto le debolezze e le mancate gesta. Dopotutto, senza più alcun dubbio, molte delle sue sconfitte appartengono anche alla nostra quotidianità.
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