di Antonio Di Pietro. Oggi è una giornata campale per la politica, per la credibilità della politica e anche per la credibilità dell’Italia dei Valori nella politica. In queste ultime ore abbiamo assistito a eventi sconvolgenti, che fanno passare in secondo piano anche i drammatici eventi di tangentopoli. A Reggio Calabria un capoluogo di provincia viene sciolto per mafia con provvedimento del governo. A Milano un assessore in carica viene arrestato perché ha comprato i voti per essere eletto dalla mafia. In questo momento, a Roma un nostro consigliere regionale, un consigliere dell’Italia dei Valori, sta subendo una perquisizione perché accusato di peculato, di essersi addirittura appropriato di soldi del gruppo. E potrei citare centinaia di altri casi che stanno accadendo. La verità è una sola: la politica non può aspettare di leggere ogni mattina ciò che la magistratura ha scoperto. Così è avvenuto nel 1992 e dopo vent’anni non si riesce più a venirne fuori. Per questa ragione noi dell’Italia dei Valori ribadiamo fermamente il nostro appoggio all’opera della magistratura. Faccia chiarezza. Non guardi in faccia a nessuno. E chi ha sbagliato, deve pagare. Al nostro consigliere Vincenzo Maruccio, sul quale fino a ieri non avevamo avuto nulla da obiettare per come ha svolto la sua attività, ma che oggi è sottoposto a una verifica dei propri comportamenti da parte della magistratura, abbiamo immediatamente chiesto, per dare il buon esempio, di dimettersi dal partito, perché non può far parte del partito con un’accusa del genere. Di dimettersi da capogruppo alla Regione, perché non può guidare il gruppo dell’IdV in Regione. Di dimettersi da coordinatore regionale del Lazio dell’IdV dei valori e da consigliere regionale. Vincenzo Maruccio lo ha fatto immediatamente e spontaneamente, come era giusto che facesse. Per l’amor di dio, caro Vincenzo, sappiamo bene tutti, e mi viene da piangere nel dirlo, che l’innocenza deve valere fino a sentenza penale passata in giudicato. Ma una cosa è la tua storia giudiziaria personale, altra cosa è la credibilità della politica e la credibilità delle istituzioni. Per questo non dovevi restare un minuto in più a fare il consigliere regionale. Ora devi correre dal tuo giudice e farti giudicare, come ho fatto io. Ero ministro. Ricevetti un avviso di garanzia nel lontano 1996. Ero a Istanbul e dopo 12 minuti mi dimisi e andai di corsa dal mio giudice per farmi giudicare e per dimostrare la mia innocenza. Noi dell’Italia dei Valori ci rivolgiamo agli altri partiti, a tutti coloro che fanno politica, per dire: fate come noi. Può succedere di dover rispondere del proprio operato di fronte alla magistratura, ma in questo caso si corre dai magistrati non in parlamento a farsi rieleggere per non farsi processare. Ci si dimette da ogni ruolo politico e istituzionale per non coinvolgere né il partito né le istituzioni nelle proprie storie personali. Noi dell’IdV, al di là del caso specifico, non vogliamo sfuggire alle nostre responsabilità politiche. Non vogliamo né possiamo limitarci a dire: “E’ un caso isolato che verificherà la magistratura”. Dobbiamo fare immediatamente pulizia al nostro interno con una revisione completa e concreta, determinata e urgente di ruoli e incarichi all’interno del nostro partito. Tutti coloro che a qualsiasi livello hanno concorso, non vedendo o non volendo vedere, saranno allontanati dai ruoli di partito, dalle cariche, dagli incarichi e non saranno ricandidati. E’ l’unico modo per liberarci completamente di ogni sospetto. Per questa ragione le prossime candidature, a cominciare dalle elezioni per la Regione Lazio e per il Comune di Roma, dalle prossime elezioni politiche e amministrative, verranno sottoposte preventivamente al vaglio della Rete, con primarie online, attraverso voi che ci seguite e ci ascoltate. Perché quattro occhi vedono meglio di due. A tutti può capitare di trovarsi con qualche persona che non merita di stare nel partito. Ma il nostro impegno è di liberarcene, non di tenercele e di coccolarle.
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di Antonio Di Pietro. Oggi è una giornata campale per la politica, per la credibilità della politica e anche per la credibilità dell’Italia dei Valori nella politica. In queste ultime ore abbiamo assistito a eventi sconvolgenti, che fanno passare in secondo piano anche i drammatici eventi di tangentopoli. A Reggio Calabria un capoluogo di provincia viene sciolto per mafia con provvedimento del governo. A Milano un assessore in carica viene arrestato perché ha comprato i voti per essere eletto dalla mafia. In questo momento, a Roma un nostro consigliere regionale, un consigliere dell’Italia dei Valori, sta subendo una perquisizione perché accusato di peculato, di essersi addirittura appropriato di soldi del gruppo. E potrei citare centinaia di altri casi che stanno accadendo. La verità è una sola: la politica non può aspettare di leggere ogni mattina ciò che la magistratura ha scoperto. Così è avvenuto nel 1992 e dopo vent’anni non si riesce più a venirne fuori. Per questa ragione noi dell’Italia dei Valori ribadiamo fermamente il nostro appoggio all’opera della magistratura. Faccia chiarezza. Non guardi in faccia a nessuno. E chi ha sbagliato, deve pagare. Al nostro consigliere Vincenzo Maruccio, sul quale fino a ieri non avevamo avuto nulla da obiettare per come ha svolto la sua attività, ma che oggi è sottoposto a una verifica dei propri comportamenti da parte della magistratura, abbiamo immediatamente chiesto, per dare il buon esempio, di dimettersi dal partito, perché non può far parte del partito con un’accusa del genere. Di dimettersi da capogruppo alla Regione, perché non può guidare il gruppo dell’IdV in Regione. Di dimettersi da coordinatore regionale del Lazio dell’IdV dei valori e da consigliere regionale. Vincenzo Maruccio lo ha fatto immediatamente e spontaneamente, come era giusto che facesse. Per l’amor di dio, caro Vincenzo, sappiamo bene tutti, e mi viene da piangere nel dirlo, che l’innocenza deve valere fino a sentenza penale passata in giudicato. Ma una cosa è la tua storia giudiziaria personale, altra cosa è la credibilità della politica e la credibilità delle istituzioni. Per questo non dovevi restare un minuto in più a fare il consigliere regionale. Ora devi correre dal tuo giudice e farti giudicare, come ho fatto io. Ero ministro. Ricevetti un avviso di garanzia nel lontano 1996. Ero a Istanbul e dopo 12 minuti mi dimisi e andai di corsa dal mio giudice per farmi giudicare e per dimostrare la mia innocenza. Noi dell’Italia dei Valori ci rivolgiamo agli altri partiti, a tutti coloro che fanno politica, per dire: fate come noi. Può succedere di dover rispondere del proprio operato di fronte alla magistratura, ma in questo caso si corre dai magistrati non in parlamento a farsi rieleggere per non farsi processare. Ci si dimette da ogni ruolo politico e istituzionale per non coinvolgere né il partito né le istituzioni nelle proprie storie personali. Noi dell’IdV, al di là del caso specifico, non vogliamo sfuggire alle nostre responsabilità politiche. Non vogliamo né possiamo limitarci a dire: “E’ un caso isolato che verificherà la magistratura”. Dobbiamo fare immediatamente pulizia al nostro interno con una revisione completa e concreta, determinata e urgente di ruoli e incarichi all’interno del nostro partito. Tutti coloro che a qualsiasi livello hanno concorso, non vedendo o non volendo vedere, saranno allontanati dai ruoli di partito, dalle cariche, dagli incarichi e non saranno ricandidati. E’ l’unico modo per liberarci completamente di ogni sospetto. Per questa ragione le prossime candidature, a cominciare dalle elezioni per la Regione Lazio e per il Comune di Roma, dalle prossime elezioni politiche e amministrative, verranno sottoposte preventivamente al vaglio della Rete, con primarie online, attraverso voi che ci seguite e ci ascoltate. Perché quattro occhi vedono meglio di due. A tutti può capitare di trovarsi con qualche persona che non merita di stare nel partito. Ma il nostro impegno è di liberarcene, non di tenercele e di coccolarle.
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