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succede

Creato il 27 febbraio 2011 da Luci

succede che in un sabato di sole si vada al mare e che si passeggi tra i coriandoli di viareggio, si incrocino maschere, bancarelle, parrucche colorate e conigli giganti alla guida di un camper.

succede che piano piano il sole cada giù, nell’acqua resa lattiginosa dalla foschia.

succede anche che si passi una serata leggera, a teatro, in un posto scomodo a sentire cose un po’ scontate ma divertenti.

poi succede che il ponte della darsena sia alzato, che per tornare alla macchina si debbano fare due passi fino al ponte successivo, passando sul canale, ascoltando il leggero sciabordìo del mare, guardando le piccole  imbarcazioni dormire e invidiando un po’ questi viareggini che hanno il mare sotto ai denti tutto l’anno, che mettono i piedi nella sabbia, che hanno il sole, il vento e i gusci delle arselle sul bagnasciuga come le unghie tagliate di un bambino gigantesco.

si passa dai cantieri addormentati, dagli yacht pacchiani e dalle eleganti barche a vela.

si passa dal traffico e poi si arriva alla macchina.

e si torna a lucca, girando per quaranta minuti, all’una di notte, per trovare un parcheggio.

e alla fine si scende, lontano da casa, barcollanti di sonno.

e piano piano si cammina, si attraversa corso garibaldi deserto, si arriva in piazza grande, addormentata nel gelo, si imbocca via fillungo.

e, in lontananza, due figure ci vengono incontro.

camminano a braccetto, sembrano una coppia, lei ha un ombrellino aperto.

ci avviciniamo, io ho in testa ancora le corna di lamù comprate da una signora grassa con le trecce di pippi calzelunghe.

quando ci incrociamo li vedo.

sono butterfly e pinkerton, finalmente insieme.

passeggiano per le strade deserte di lucca.

chissà se lei lo ha davvero perdonato.

chissà come hanno fatto a salvarla la notte che, accecata dal dolore, si passò il petto con la spada.

chissà se lui ha davvero capito quanto l’ha fatta soffrire.

eccoli lì, nella città nella quale entrambi sono nati, non nagasaki e non la lontana america, ma questa lenta e sonnacchiosa città.

ci scambiamo uno sguardo veloce, io canticchio

“bimba dagli occhi pieni di maliaaaaaaa!”

e subito lui mi rimprovera:

“stttt! dormono tutti!”

“eh già”…


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