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Successi italiani in Russia: il concorso per il museo di Bulgakov
Creato il 18 ottobre 2012 da MatteoAl concorso per il miglior progetto del museo hanno vinto gli italiani
17.10.2012
– Messere, mi piace di più Roma, – risponde rispettosamente Azazello [2] alla replica di Woland [3] ("Che città interessante"!), che osserva Mosca dal tetto della casa di Paškov [4].
Chi avrebbe potuto pensare che della sistemazione di Michail Bulgakov nell'"appartamento non buono" dove abitavano i personaggi simbolo della sua opera di culto si sarebbero alla fin fine occupati proprio gli italiani? Un gruppo artistico proveniente dall'Italia ha vinto il concorso per il miglior progetto della casa-museo di Bulgakov e Michail Afanas'evič, prigioniero del regime, che non vide mai né Parigi, né Roma, ma le sognò soltanto nelle sue pièces e in prosa, adesso è nelle esperte mani di architetti e designer italiani.
Iniziare il rebranding dei musei di Mosca da Bulgakov è stato un errore. La comprensione di questo per il dipartimento della cultura della capitale è giunta nel corso di un clamoroso scandalo ("Novaja gazeta", n° 82 del 25 luglio). Per dissipare lo scandalo è stato indetto un concorso. Era importante trasformare Bulgakov in un modello in modo civile e tranquillo. Di per se il concorso per la miglior concezione del museo è diventata un precedente. Che da i parametri per il futuro e indica la via maestra delle trasformazioni.
Dietro le quinte del concorso sono avvenute molte cose. Alla vittoria aspiravano Aleksandra Selivanova, artista-designer del museo di Bulgakov e Nikolaj Golubev, direttore dell'autoproclamato museo di Bulgakov al primo piano della casa e – cosa molto importante per il contesto – presidente del condominio "Casa di Bulgakov". Bisogna dare il dovuto a Selivanova: il suo progetto è davvero bello – pensato accuratamente, esposto ottimamente. Per quanto riguarda Golubev, il suo progetto, che ripete in una variante più pallida quello di Selivanova, presuppone, con tutti i passaggi mascherati sulle "feste popolari", l'unione degli spazi, ecc., un evidente "ingiallimento" del classico.
Dicono che i rivali nel corso del concorso non si siano mostrati nel loro aspetto migliore, nel corso c'è stato di tutto – sia disinformazione diffusa, sia violazioni di posta elettronica, sia minacce dirette.
I concorrenti si sono immischiati perfino nel sancta sanctorum – le discussioni degli specialisti su Bulgakov, hanno notato "serie contraddizioni ideologiche all'interno della comunità degli esperti di Bulgakov" e in modo toccante hanno posto come scopo del museo la riduzione degli esperti di Bulgakov a un denominatore comune, "la formazione di una comunità scientifica tollerante". Dietro i loro progetti in un modo o nell'altro stavano i piani per la museificazione di una cospicua quantità di aurei metri quadrati moscoviti – a cominciare dalla soffitta per finire con gli appartamenti.
Un'altra variante in concorso apparteneva al gruppo di Mariėtta Čudakova, l'unica persona capace, secondo la giusta annotazione di Anatolij Smeljanskij [5], di inspirare vita tra le mura dell'"Appartamento 50"; la sua concezione si chiama "Il Maestro nel futuro".
Per la giuria era indispensabile trovare una sezione aurea, un qualche equilibrio di interessi e tacitare lo scandalo scoppiato lontano, oltre la soglia della "casa di Pigit" [6]. La concezione di qualità sotto tutti gli aspetti degli italiani risolveva molte questioni discutibili e in parte eliminava i conflitti all'interno del museo. La giuria, in cui non c'era letteralmente alcun esperto di musei (M. Gnedovskij [7], Ju. Saprykin [8], G. Nikič-Kriličevskij [9], A. Smeljanskij, R. Krylov-Iodko [10], T. Budickaja [11], il presidente G. Revzin [12]), ha notato: "…il carattere inclusivo della concezione dei partecipanti italiani, la squadra Moskvina-Filippini, l'alto livello di preparazione tecnica della squadra e la buona comprensione delle tecnologie museali moderne utilizzate nei migliori musei del mondo".
Al centro del progetto italiano non a caso sta una persona che proviene dalla Russia – Ol'ga Moskvina [13]. I vincitori del concorso hanno proposto di creare un Parco Letterario, si sono assicurati il sostegno dei maggiori maestri della mistificazione visiva come Peter Greenway e Bob Wilson, la cui partecipazione alla creazione del mondo bulgakoviano promette il passaggio del museo a un livello internazionale, l'ampliamento dei legami e dei contatti e una crescita della fama mondiale del maestro.
Nella decisione della giuria ci sono evidentemente toni pacificatori: "…lati forti ci sono in ciascuna delle concezioni presentate: l'indiscutibile professionalità e la migliore comprensione della creazione dello scrittore di Mariėtta Čudakova, l'approccio multiforme e interattivo della squadra di Aleksandra Selivanova e anche l'intraprendenza e l'energia di Nikolaj Golubev".
"Questo è il primo tentativo di svolgimento di un simile concorso per l'elaborazione della concezione di un museo ed è di grande valore per noi. Per la prima volta non nominiamo semplicemente il capo di un'istituzione, ma scegliamo una via per cui questa istituzione si svilupperà. Riteniamo che nell'elaborazione della concezione finale sia indispensabile tener conto delle idee di tutti i partecipanti al concorso, utilizzare la loro esperienza e professionalità per lo sviluppo del luogo unico che è il museo di Bulgakov", – ha detto il capo del dipartimento per la cultura Sergej Kapkov.
Sembrerebbe che sul progetto fosse spuntato l'accecante sole italiano. E comunque l'esito principale del concorso lascia dei dubbi. Ecco perché. Abbiamo sentito tutti i convincenti discorsi del padre della nazione VVP [14]. Se il paese vivesse com'egli dice, sarebbe la felicità. Così anche un concorso di bei quadretti e proposte ingegnose non dimostra affatto che i vincitori faranno il miglior museo. La vittoria del concorso dimostra una cosa: questi padroneggiano nel modo migliore le tecnologie di esposizione del progetto e hanno una buona conoscenza della tecnica di sfruttamento dello spazio e del budget. Secondo gli esiti del concorso il ruolo più strano è toccato a Mariėtta Čudakova, una studiosa di fama mondiale e di meriti indiscutibili nello studio del patrimonio bulgakoviano. Nel grandioso progetto per la trasformazione di un classico in un gigante dello spazio multimediale essa si inscrive in qualche modo poco organicamente. E la sua creatura, l'"appartamento non bello", si sposta dal centro in qualche luogo a parte. Anche se gli italiani hanno dichiarato che vorrebbero vedere solo lei come consulente del progetto, le funzioni concrete della principale esperta di Bulgakov russa restano poco chiare. La posizione di consulente (ricordiamo le prime varianti del titolo del romanzo "Il Maestro e Margherita" [15]) può trasformarsi in poteri molto dubbi. Come e in quale misura sarà utilizzata la parte contenutistica della concezione di Čudakova? Quale ruolo le assegneranno i vincitori? E cosa vogliono mobilitare in primo luogo, la conoscenza e la comprensione del soggetto o il nome irreprensibile e la notorietà mondiale? Oggi Čudakova è dichiarato partner desiderato. Ma di chi sarà partner nell'attuale museo? Con la facente funzione di direttrice Valentina Dimenko e la sua squadra, in cui questa ha inserito in fretta sua figlia e sua nipote? Evidentemente per il successo del nuovo progetto è indispensabile un risanamento dei quadri – e questa è un'altra grave questione della situazione.
La "rivoluzione" organizzata dal dipartimento della cultura nel museo di Bulgakov è tutt'altro che finita. Pare che la conclusione del concorso abbia posto più questioni del suo inizio.
Nei piani degli italiani ci sono un centro espositivo, un teatro galleggiante, un ristorante, pannelli audiovisivi, proiezioni, specchi animati, centri Internet, in una parola chilometri di spazio museale. La città è pronta a garantirli? Il maestro sulla base di questi piani si trasforma in un brand, che schiaccia con il proprio "carattere nazionale e popolare" gli altri classici della letteratura russa; si trasforma in qualcosa come un supermercato della cultura. Infatti talvolta un museo modesto corrisponde molto di più allo spirito dell'autore di uno ricco e sfarzoso.
Si suppone che con i vincitori sarà concluso un accordo, a partire dal quale alla fine dell'anno, a dicembre, presenteranno una concezione già precisa, conclusa ed elaborata nei dettagli dello sviluppo del museo. Sulla base di questa il dipartimento prenderà anche la decisione sulla nomina del nuovo direttore. Da quale lo prenderanno oggi è impossibile anche immaginare. Ma infatti è la domanda principale: chi realizzerà il sogno russo-italiano? Nelle mani di chi giungerà un finanziamento di dimensioni mai viste (il dipartimento, secondo alcune voci, conduce con successo trattative con una banca moscovita) per un classico della letteratura? Il ballo di Satana o il sotterraneo del Maestro – cosa diventerà il vero prototipo dei futuri mutamenti?...
Marina Tokareva, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/arts/54980.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] "Parco della Cultura e del Divertimento" è detto il celebre Parco Gor'kij di Mosca.
[2] Essere malefico del deserto della demonologia ebraica.
[3] Il Satana della mitologia germanica, uno dei protagonisti del "Maestro e Margherita" di Bulgakov.
[4] Palazzo di Mosca fatto costruire dal nobile Pëtr Egorovič Paškov, adesso sede della Biblioteca Nazionale Russa.
[5] Anatolij Mironovič Smeljanskij, critico teatrale.
[6] L'appartamento di Bulgakov si trovava in una casa dell'imprenditore del tabacco Il'ja Davidovič Pigit.
[7] Michail Borisovič Gnedovskij, direttore dell'Istituto di Politica Culturale di Mosca.
[8] Jurij Saprykin, giornaliste e critico musicale.
[9] Georgij Anatol'evič Nikič-Kriličevskij, storico d'arte e curatore di mostre.
[10] Romual'd Krylov-Iodko, artista e capo del settore culturale del circondario amministrativo centrale di Mosca.
[11] Tat'jana Georgievna Budickaja, esperta di Bulgakov.
[12] Grigorij Isaakovič Revzin, giornalista e storico d'arte.
[13] Architetto e artista russa, moglie di Gabriele Filippini, direttore del progetto vincente.
[14] Vladimir Vladimirovič Putin (con la sigla si ironizza più o meno chiaramente sui suoi proclami sulla crescita esponenziale del PIL, la cui sigla russa è VVP – Vnutrennij Valovoj Produkt).
[15] "Il Maestro e Margherita" ebbe un'enorme serie di titoli provvisori, ma i primi si incentravano sulla figura del Diavolo-Woland.
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