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Sud-Sudan / Jamam / L'inferno dei vivi e la difficoltà d'intervento / Il muro dell'Islam

Creato il 12 aprile 2012 da Marianna06

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La conflittualità, qualche giorno fa, é di nuovo ripresa aspramente tra  il Sudan del Nord , quello musulmano, e il  Sud-Sudan  quando il primo dei due , il 4 aprile scorso, ha annunciato la sospensione degli accordi di Addis Abeba, appena firmati in febbraio, esattamente il giorno 10 del mese.

E tutto parte dall’utilizzo del campo petrolifero di Heglig, che si trova nello Stato conteso del Sud Kordofan.

Non essendo, infatti, ancora ben chiara la divisione frontaliera –territoriale, episodi di guerra come questi con morti, feriti e prigionieri da ambo le parti  ( Saf e Spla) ,  sono una costante all’ordine del giorno.

Così come l’appello  degli Usa di Obama di porre fine alle ostilità, Obama  sotto la cui ala protettiva si trova appunto la nuova nazione  africana del Sud-Sudan, restano inevitabilmente inascoltati.

E di territori contesi, ricchi di petrolio o di altri minerali strategici, situati tra Nord e Sud dell’area, ce ne sono , purtroppo per i sudanesi, davvero parecchi(vedi anche lo Stato sudanese del Nilo Blu, dal quale si fugge a gambe levate anche in savana per evitare la morte a causa dei continui bombardamenti , che non concedono tregua) in codesta vasta zona d’Africa.

 Pertanto accade che ciò che dovrebbe essere ricchezza e bene per la gente comune, che vi abita, si trasformi in male e/o in un  vero e proprio inferno, che pare non avere mai più fine.

Heglig, ad esempio, fa registrare qualcosa come 115 mila barili di petrolio al giorno,che è quasi la metà del totale d’oro nero , che si ricava,di tutto il Paese interamente inteso.

Si può facilmente immaginare così da quale enorme mole d’interessi e di appetiti di varia natura esso sia gravato.

In Africa. E non solo.

 Perché non va per niente dimenticato che oggi c’è sete di petrolio ovunque. E tutte le alleanze o le aggressioni sono buone.

Spostandoci a Jamam, l’inferno che da occidentali “comodosi” possiamo  solo  provare ad immaginare e neanche tanto fedelmente,   incontriamo e vediamo, invece, con i nostri stessi occhi ciò che non vorremmo. E non è un bel vedere.

Perché, infatti,l’inferno di Jamam manca letteralmente di  tutto.

A partire dall’acqua, che qui è un  bene altamente indispensabile.

 E le numerose e importanti Ong, sia internazionali  (Oxfam-Medici senza Frontiere) che locali, non riescono a fare fronte a questo tipo d’emergenza gravissima.

Si scavano pozzi ma non si trova in loco l’ acqua necessaria e sufficiente. L’acqua che arriva con i camion  e  che viene distribuita non basta  per gli accampati, che proteggono se stessi e le proprie famiglie da un vento e un sole impietoso in rifugi provvisori costruiti con paglia, lamiera e plastica.

Si teme persino,accanto all’aumento del numero dei profughi in arrivo, quello delle grandi piogge, perché esse potrebbero piuttosto peggiorare ulteriormente le cose e impedire ai macchinari di procedere agli scavi di  eventuali  e  possibili pozzi di una qualche utilità.

Senza acqua le malattie di ogni tipo proliferano. Non si contano, negli ospedali da campo, dissenterie ,casi di disidratazione e morbilli insieme alle immancabili malaria, tubercolosi e aids.  Tanto l’igiene della persona che quella del luogo è necessariamente quella che è.

E non potrebbe essere che così.

La dignità umana, insomma, diciamo che è messa sul serio a dura prova.

E l’alimentazione?

 Peggio che mai. Si deve parlare di sotto-alimentazione semmai.

Un sacco di 25 chili di sorgo, per fare un esempio, deve bastare, insieme ad un gallone di olio di semi, ad una famiglia composta da cinque persone, per un mese e mezzo.

Quando si domandano aiuti da queste realtà e si chiede con forza sopratutto che i “blocchi” agli aiuti vengano tolti (le logiche politiche non riempiono le pance e non idratano) è perché veramente si vuole evitare il  peggio e cioè una carneficina scontata.

Anche se poi questo “peggio” ha un solo deprecabile nome ed è l’avidità. L’avidità dei potenti, che si ritengono i burattinai della povera gente, ad ogni latitudine,attratti dallo scintillio degli agi e di un benessere, attenzione però , sempre e solo strettamente personale.

Il trionfo dell’indifferenza e dell’ egoismo cinico.

Petrolio contro vite umane. Oro contro vite umane. Diamanti contro vite umane.

Insomma sempre la solita solfa.

 

  

   A cura di Marianna Micheluzzi


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