Tutto è partito da questo articolo del Corriere in cui si parlava di molti genitori francesi che hanno lanciato il boicottaggio dei compiti a casa.
Ora, giusto per onor di cronaca, in Francia, dal 1956 sarebbe vietato dare compiti alle scuole elementari.
Ma il punto è? Io come vivo i compiti a casa dell'Uno?
Dunque, facciamo un passo indietro. Quando io andavo alle elementari, mia mamma lavorava tutto il giorno. Mio papà mi veniva a prendere alle 12.30, pranzavo a casa e poi alle 14 andavo da mia nonna e ci stavo fino a sera. Ricordo perfettamente che la prima cosa da fare erano i compiti, non si scappava. Li facevo da sola e poi mia nonna li controllava. Non ho avuto turbe da compiti. Ogni tanto ci provavo a dire dopo anche se sapevo che la battaglia era inutile. Punto.
E ora? Uno ha i compiti quando non ha i pomeriggi di rientro. Non sono molti e anch'io glieli faccio iniziare intorno alle 14.30. Lui preferisce avermi intorno, io preferirei stargli con il fiato sul collo, ma faccio uno sforzo su me stessa e me ne vado. Deve farli da solo. Sì, un po' mi esaspera il fatto che 15 addizioni le faccia in un'ora, perché prima deve temperare la matita, poi si ricorda che ieri fuori c'era un bel fiore, poi si ferma immobile con la penna a mezz'asta guardando nel vuoto (e no, non sta pensando alla semiotica della lingua italiana), poi mi racconta che oggi a scuola.... E io penso, che se lui li fa in un quarto d'ora i compiti, poi... Poi? Poi cosa? Ma non è bello, a casa farsi i compiti in un'ora? Perché bisogna correre... Sì, anch'io mi ripeto, cara Vegetti Finzi, che la noia è importante, ma spesso non la riconosco.
E poi è tanto vera anche quella frase dell'articolo del Corriere in cui si dice che si vuole una scuola narcisista, "luogo di non compiti e doveri, ma gratificazioni e piacere". E' vero che spesso noi genitori desideriamo una scuola che sia al nostro personale cospetto, che venga incontro alle nostre esigenze, che ci capisca, che sia, in effetti, una nostra succursale. Questa forse è l'idea sbagliata, vedere la scuola come l'estensione delle mura di casa.