Era da un po' che volevo fare questo approfondimento sui corsetti fabbricati con materiali provenienti dalla balena.
Ovunque si legga, specialmente nei romance, essi vengono più o meno citati e nella stragrande maggioranza dei casi si fa effettivo riferimento a corsetti con stecche di balena.
Questo modo di descrivere leggermente inappropriato ha portato, nel corso della lettura e degli anni, ad una serie di fraintendimenti più o meno evidenti, incominciamo quindi a sfatare subito il mito che i busti fossero fabbricati con parti dell'ossatura della balena, questo è anche facilmente intuibile visto che la costola di uno di questi animali, grandi come sono, sarebbe decisamente troppo lunga e ingombrante per poter essere adoperata in un capo d'abbigliamento.
Bisognerebbe tagliare l'osso, ma come? Ci sarebbero comunque parti più o meno nobili? Chissà, non so rispondervi visto che, come già detto, non erano fatti di scheletro.
Senza contare che le ossa sono rigide e dure, non si adatterebbero a sufficienza ai normali movimenti corporei come la respirazione, la tosse, lo starnuto e, perchè no, il singhiozzo (che altri non è se non una contrazione spasmodica del torace): se esso fosse imprigionato in una imbragatura troppo rigida e il petto non potesse espandersi a sufficienza, per esempio durante uno starnuto, si rischierebbe di comprimere i polmoni fino a lacerarli, senza contare che alcune leggende metropolitane sostengono addirittura che la pressione causata rischierebbe di far saltar via gli occhi dalle orbite (ve la butto lì come l'ho letta, ma non chiedetemi se sia vera o no >_>).
In realtà i corsetti erano fabbricati con supporti rigidi ma elastici detti baleen, ovvero fabbricati con i fanoni della balena.
I fanoni sono i "denti" della balena, essi sono fabbricati in materiale legnoso, disposto in fusti come le canne di uno stagno. Poichè questo mammifero non mastica e non mangia altri esseri di grandi dimensioni, ma si nutre di pancton, che è un composto di organismi molto piccoli e parti organiche sospese in mare, i fanoni servono da filtro e rimpiazzano i denti, che sarebbero del tutto inutili.
I fanoni erano, e sono tutt'ora, adattissimi come supporti. Fatti in larga parte di cheratina, essi hanno una consistenza rigida, ma flessibile e adattabile sia alla sagomatura del corsetto che ai movimenti, erano quindi i prescelti per la struttura interna di busti d'ogni tipo.
Senza contare che la loro struttura sagomabile e flessibile li voleva preferiti a legno e simili perchè non si spezzavano con la stessa facilità.
I fanoni di balena rappresentavano, nei secoli passati, il supporto che adesso diamo con listarelle di plastica, ad esempio erano adoperati per crinoline e tournure, nei cappelli, sebbene raramente, nei modelli e nei manichini, ma, come già detto, il loro impiego n° 1 era nell'industria della lingerie.
Lavorare e creare un corsetto era un'arte (e lo è tutt'ora), essa era complessa e necessitava di grande forza e pazienza, erano soprattutto gli uomini a praticarla, perchè occorreva avere una resistenza e muscolatura sufficiente a piegare e sagomare i fanoni nelle forme e dimensioni voluti e mantenerli "in posa" finchè non fossero stati cuciti nella loro posizione.
In un corsetto di quelli adoperati tra Settecento e Ottocento potevano esserci dozzine di stecche, ciascuna accuratamente scelta tra i mucchi di fanoni, rifinita, disposta nella struttura, cucita a doppia riga e, successivamente, rifinita una seconda volta in modo che le "bave", cioè i filacci rigidi e non netti che si ottengono tagliando materiale molto fibroso, non rovinassero la stoffa e la struttura.
Naturalmente il fatto che molti corset makers fossero uomini diede adito, nella puritanissima epoca vittoriana, ad una serie infinita di battute e storielle salaci che li vedevano protagonisti assieme a giovani donne in posa in negozio mentre l'artigiano sistemava loro il corsetto con movimenti, sguardi e carezze decisamente equivoche.
Questi raccontini osceni erano tipici del Settecento, nell'Ottocento, poi, i corsetti cominciarono ad essere fabbricati in misura standard ed era poi la signora a sistemarsi da sè o con l'aiuto di una cameriera la larghezza del girovita.
Verso la fine dell'Ottocento le stecche di balena iniziarono il loro lento e inesorabile declino.
L'acciaio e le stecche fabbricate in questo materiale erano altrettanto flessibili, ma molto più resistenti e meno costose, specialmente per procurarsele: ecco quindi che le storiche stecche cominciarono a scomparire sostituite da supporti metallici.
Per la fortuna delle balene e la gioia degli ambientalisti, ormai sono lontani i tempi della caccia selvaggia a questi animali, così come l'utilizzo dell'olio di balena come combustibile e delle stecche per i corsetti. Anche il capitano Ahab dal libro Moby Dick è ormai solo un brutto ricordo.
Il commercio di materiali provenienti dalla caccia alla balena è regolamentato in maniera molto rigida da diversi protocolli internazionali sottoscritti dalla maggioranza degli stati (tranne Norvegia e Giappone).
Ormai solo popoli "storici" come le tribù dell'Alaska o gli Esquimesi hanno il permesso di caccia all'animale, anche perchè l'impatto che generano sull'ecosistema è comunque minimo.
Fonte dell'approfondimento: More about corsets, Balen Ho!
Spero che questo approfondimento sia stato interessante, io vi saluto, a presto!
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