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Sul cancellarsi da Facebook (o meglio: disattivarsi) e su quanto realmente possa incidere sulla risoluzione dei nostri problemi
Creato il 02 giugno 2011 da LuciusdayE' così che ho scoperto che man mano sempre più persone si stanno cancellando da Facebook. Fermi tutti: "a volte ritornano", queste persone spesso ci ripensano, riattivando il profilo che Facebook aveva "congelato" per loro. La cosa interessante e anche abbastanza inquietante di Facebook è il fatto che non ti puoi cancellare definitivamente: il tuo account verrà semplicemente "disattivato", e la tua mail e una parte dei tuoi dati rimarranno per sempre sui server della Silicon Valley, e il social network è sempre pronto a riaccoglierti a byte aperti ogni qualvolta tu decida di navigare da quelle parti.
Ma veniamo al punctum dolens: perché le persone fanno questa scelta?
La risposta non è una, e non potrebbe senz'altro esserlo. Varie e molte possono essere le motivazioni che spingono le persone a cancellarsi (rectius: disattivarsi) da Facebook. Sulla pagina di disattivazione viene espressamente richiesto il motivo per cui stai lasciando in quel momento la rete di Zuckerberg. Vi elenco alcune delle motivazioni proposte perché più ricorrenti:
Ricevo troppe e-mail, inviti e richieste da Facebook. / Passo troppo tempo su Facebook.Senza dubbio la causa più frequente. Alcuni si lasciano "catturare" dal social network a tal punto da sviluppare una vera e propria dipendenza da Facebook, e ricorrono a una soluzione radicale per far fronte a questo problema.
Non mi sento al sicuro su Facebook / Non capisco come si usa Facebook. / Il mio account è stato violato. / La privacy mi preoccupa.Un'altra causa di disattivazione consiste nel fatto che molti diffidano dell'uso dei moderni mezzi di comunicazione, e non si sentono abbastanza al sicuro in un mondo in cui, volenti o nolenti, ormai la condivisione è la regola, e la privacy l'eccezione. E' per questo che Facebook dal 31 maggio 2010 ha rivoluzionato il proprio sistema della privacy, permettendo ai propri utenti un controllo più approfondito e differenziato in base alle funzioni utilizzate, e la possibilità di disporre di una difesa maggiormente rapportata alle esigenze individuali. Tali rassicurazioni però a volte non bastano a far dormire sonni tranquilli alla persona x, che decide di cancellarsi comunque.
Si tratta di una misura temporanea. Tornerò. / Penso che Facebook sia inutile.
In questo caso, x non trova socialmente o individualmente utile il social network, tanto che ha deciso di abbandonarlo definitivamente, oppure solo per un po' di tempo.
Ho un altro account Facebook. / Altro
Rivolto a quegli utenti che vogliono cancellarsi perché hanno creato account multipli su Facebook dovuti a ipertrofia individuale o all'esigenza di separare lavoro e vita privata, e agli utenti le cui motivazioni non rientrano in quelle precedentemente esaminate.
Ci accorgiamo che Facebook fa veramente molto per tentare di trattenere i suoi utenti con sé e dissuaderli dall'abbandonare la sua Home. Rientra ovviamente fra le esigenze della sua politica commerciale.Ma le motivazioni che spingono l'utente medio a cancellarsi da Facebook sono realmente sempre così serie come egli afferma? Non esiste altro rimedio per lui oltre a questo? O non è forse Facebook un placebo, un riflesso di problemi che afferiscono alla vita reale, e non virtuale?
Condivido la posizione espressa da Prof 2.0 (che molti di voi conosceranno seppur sotto altro nome) quando parla di "Identità e amore ai tempi di FB": Facebook non è niente più che un mero strumento per comunicare, e quindi, come tutti gli strumenti, non va giudicato in sé e per sé come "vantaggioso" o "nocivo", buono o cattivo, ma tale valutazione dipenderà sempre dall'uso che ne si fa, dalle intenzioni di coloro che ne usufruiscono. Rimuovere Facebook dalla propria vita o quantomeno dalla propria routine non rappresenta una reale e duratura soluzione: ciò che bisogna rimuovere sono i problemi che si celano dietro al suo utilizzo. Se Tizio soffre di manie di persecuzione, il suo cancellarsi da Facebook gli darà sollievo solo temporaneo, e comunque non definitivo, in quanto la sua malattia troverà sfogo attraverso altre vie, per altri porti verrà a piaggia (ok, questa me la potevo risparmiare). Se Caio non studia perché sta sempre su Facebook, cancellarlo non gli servirà a molto, in quanto un'altra fonte di distrazione si farà trovare pronta a rimpiazzarlo. Il problema dell'uso e abuso di Facebook non è a valle, ma molto più a monte, e bisognerebbe rendersene conto.Altri problemi sorgono quando Facebook pretende di sostituire i rapporti "virtuali" ai rapporti "reali": quanti amici che abbiamo su Facebook conosciamo veramente? Un'amicizia virtuale può realmente sostituirne una reale? Senza contare il fatto che sempre più frequentemente dietro care e oneste amicizie e avatar virtuali si celano persone che non possono essere definite tali, un'amicizia virtuale non offrirà mai il calore e l'autenticità di un rapporto umano reale.
Indi per cui Facebook (e ogni social network), le chat, i blog etc. in genere sono ottimi come strumento e come fonte sussidiaria di amicizie, per scambi di opinioni e far conoscere persone distanti fra loro con le medesime idee. Bisogna tener conto però che proprio per la loro malleabilità si prestano spesso a usi non molto ortodossi, così su scala individuale e privata, come su scala sociale e pubblica.
Con questo il mio intento non è sconsigliare di disattivarsi da Facebook, ma solo affermare che, a mio parere, sconnettersi senza aver risolto il problema alla base non può essere di grande utilità. Se invece la decisione della cancellazione perviene come conseguenza dell'aver affrontato e risolto tale famoso problema a monte, allora è ovviamente tutta un'altra questione, perché l'effettività del negare il rapporto virtuale giunge come corollario dell'aver affrontato i problemi il realtà più importanti. ;)
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