Magazine Cultura

Sul libro una salutare doccia scozzese

Da Marcofre

A proposito di libri, self-publishing eccetera eccetera, è apparso questo articolo in inglese. Sono dieci verità scomode che pochi eviteranno di leggere e accettare, però sono così genuine, vere!
No, non sono matto a pensarla così.

Per farla breve. Troppi libri, se ne vendono sempre di meno, invecchiano più velocemente, i guadagni saranno sempre più risicati, eccetera eccetera.
La cuccagna è finita, anzi non c’è mai stata.

Quei tipi che hanno venduto a vagonate non erano differenti da coloro che entrano in una tabaccheria, acquistano un “Gratta e vinci”, vincono 500.000 Euro; nessuno però si sogna di vivere acquistando biglietti della lotteria o affini.
È inevitabile quando qualcosa sino a ieri riservato a pochi, diventa di tutti: sbriciola (o cambia?) vecchie certezze, alimenta formidabili illusioni (destinate a restare tali, di solito), mentre le alternative sono lente ad affermarsi.

E allora? Niente paura: si ricomincia dai fondamentali!

  • Conversazione. Dobbiamo piantarcelo nella testa una volta per tutte. La gente di chiacchieroni, imbonitori, venditori di fumo non sa che farsene: in giro ce ne sono già abbastanza, e anche sul Web non si scherza. Desidera intrecciare relazioni con persone, vuole qualcosa che parli di realtà, che sia genuino, che soprattutto, non ripeti la solita solfa del “Sono tutti uguali, quindi divertiamoci”. Desidera orizzonti, alti obiettivi.
  • Impegno. Scribacchiare sembra una faccenda semplice, alla portata di tutti: non è così. Pretende attenzione, cura, impegno appunto. Significa dover tenere in considerazione un oceano di dettagli: lettore, trama, storia, la sua efficacia e interesse, la capacità di indicare a chi legge che egli merita di meglio. A dispetto di quello che dicono scuola, economia, politica.
  • Il libro è un bene. È scritto anche nell’ebook di cui ho parlato un po’ di tempo fa. A questo punto l’essenziale è crederci, anche perché è proprio così. Sganciato dalle logiche editoriali, ricomincia a girare, a frequentare le persone. Smette i panni del prodotto che deve rispondere a certi requisiti, oppure non c’è niente da fare, e diventa il lievito capace di tornare a creare spazi di riflessione e scambio.
  • Lo scrittore è uno di noi. Lo è sempre stato in realtà, e solo una certa idea sballata e romantica ce lo dipingeva come una creatura distante, che non vive come noi, non mangia come noi, non respira come noi. D’accordo, sto esagerando…
    Questo non vuol dire che sarà sempre pronto, disponibile, ai nostri ordini e pronto a soddisfare i nostri desideri. Bensì che cultura, arte, sono faccende per tutti: non solo per Leonardo o Raffaello. Non bisogna essere dei geni per apprezzare il bello, l’arte; questo è quello che ci hanno fatto credere. La menzogna è svelata, se vive ancora è perché noi lo vogliamo.
  • Il successo è meno importante di quel che si creda. Si dice che sia questo il solo metro per giudicare cosa sia di valore, e cosa non lo sia. Non è mai stato così. La letteratura rigurgita di grandi autori che non hanno trovato in vita il consenso che meritavano. Sarà così per sempre, purtroppo. Ma il Web permetterà di costruire oasi dove il talento del singolo possa trovare uno spazio, almeno quello. Sembra niente perché siamo schiavi dell’idea del successo: o quello, oppure si è dei falliti. Falso. Anche senza essere un personaggio di successo puoi trovare persone che valorizzano la tua voce.
Mi fermo qui. Mi sembra che ci sia già abbastanza per creare qualcosa di buono.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :