Magazine Arte

Sul pianeta chiamato Quelm a 1300 gradi sotto zero

Creato il 06 febbraio 2012 da Vsgaudio @vuessegaudio

Sul pianeta chiamato Quelm a 1300 gradi sotto zero
Gli astronomi parlano di un pianeta abitato chiamato Quelm,così distante dalla terra che un uomo viaggiando alla velocità della luceimpiegherebbe sei milioni di anni per arrivarci, sempre che riesca a pagare larelativa bolletta all’Enel; anche se stanno progettando una nuova superstradache accorcerebbe, come la Tav per Lione, il viaggio di due ore, sempre che siriesca a prendere la coincidenza a Torino Porta Susa.
Siccome la temperatura su Quelm è di 1300 gradi sotto zero,i bagni sono vietati anche perché per far riscaldare l’acqua del boiler sai checi vuole e tutti sanno che appena superi i tuoi canonici 200 kwh mensili, l’Enelti triplica la bolletta, senza tener conto che l’addizionale locale, con larelativa accisa, su Quelm non sarebbe applicabile perché è come il Pantano diVillapiana, non c’è l’illuminazione pubblica, anche se, poi, se  vai a vedere, quando un privato accende ilampioni esterni della sua abitazione glieli accendono in contemporanea conquelli che sono nel bosco in cui non si può andare da quando le Ferrovie delloStato hanno sbarrato il passaggio a livello con un muro di qua e uno di là.Comunque, su Quelm  anche gli alberghi osono chiusi o sono stati trasformati in pinetine recintate in cui ospitaremafiosi debitamente illuminati dall’amministrazione comunale, quantunque nonpaghino l’addizionale a quello della P4 che fa le bollette nel centro distampaggio a Moncalieri.Su Quelm per la lontananza dal centro del sistema solare,per quanto ci passi la strada provinciale 253, che prima era una strada statale,la gravità è inesistente e organizzare una cena in piedi richiede come minimoaver fatto un corso di micro navigazione in barca con mio suocero.Oltre a tutti questi ostacoli, su Quelm non c’è ossigenosufficiente per un tipo di vita come la nostra, in compenso c’è molto gas e,visto che fa così freddo, la sera ci mettiamo vicino alla stufa e , con l’animadevastata dalla nostalgia di una fetta di pane abbrustolita sulla brace delfuoco domestico, ci rendiamo conto che siamo tra quelle creature che , seriescono a viverci , a Quelm come nel Pantano, trovano difficoltà nel tirareavanti senza un secondo lavoro, a meno che non si decida di darsi anima e corpoalla potatura dei fichi e degli eucalipti.La leggenda sostiene, comunque, che molti miliardi di annifa l’ambiente del Pantano e di Quelm non era così orribile – o almeno nonpeggio di Pittsburgh, dove viveva felice e spensierato lo zio d’America di miamoglie – e che la vita umana vi esisteva. Questi umanoidi- simili a noi perché imparentaticon nostro zio fuorché per il fallo che non era la-bas ma quasi ad altezzaorale- non erano filosofi, per questo non pativano il freddo, nonostante lebombole di gas, come ancora qui nel Pantano, fossero sempre difettose, nelsenso che, aperta la manopola di erogazione, la bombola si scaricava in capo aventiquattro ore circa e dovevi accendere la stufa elettrica a tre pannelli perogni stanza e quando arrivava la bolletta Enel stampata da quello della P4vedevi i sorci verdi e un animale preistorico, una sorta di grande roe, unabestia mitologica con la testa di un ex presidente di un consiglio che sifaceva consigliare da chi portava lo stesso cognome di chi nel Pantano ebbe ilsoprannome “Sciankèt”, che, appunto, quando si sveglia, dopo il grande freddo,è tutto in fiamme perché dormendo ha appiccato il fuoco nel bosco del Pantano equindi l’apparizione del roe è generalmente considerata di buon augurio e disolito c’è lavoro , si spegne un incendio e se ne accende un altro e, poi,quando non hai un cazzo da fare, vai a fare mobbing al poeta che sta lì inmezzo al magazzino del suocero tutto gonfio di umidità e rinsecchito come unsalame tenuto a 20 gradi sotto zero con i piedi dalla mattina alla sera sulpantano.Questi non filosofi si fidavano molto della logica delciuccio che vola e sostenevano che, se esisteva la vita e il ciuccio vi voladentro, quello che l’ha creata deve per forza di cosa provenire dal grandepaese dei ciucci, che è situato ad est di tutto e, per questo, quando arrivavaqui a vendere la carbonella per il braciere diceva che era il dono dell’alba,anche se aveva la giacca da marinaio.Quando si accorsero che arrivavano a risultati poco apprezzabili,nonostante alcuni documentari sul palo della cuccagna fatto dai loro cugini,abbandonarono il ciuccio e si diedero alla vendita per posta. Ma un giorno, acausa della pressione cosmica e del grande freddo, aumentarono le tariffepostali, le tariffe del gas non ne parliamo, quelle dell’energia elettricamanco a pronunciare una sola erre, e l’intera razza si estinse.
[da: Se fosse il Bestiario di Woody Allen, il Pantanosarebbe Quelm lontano anni luce e sai che addizionale locale paghi anche se nonc’è davanti casa tua nemmeno l’ombra di un lampione]

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :