Ricostruire storicamente la nascita dell’ebraismo e del cristianesimo, è come voler dipanare una matassa senza fine aggrovigliata più volte su se stessa e con tratti interi mancanti o resi inservibili dall’usura del tempo. La fonte principale cui attingere in questo paziente, certosino lavoro, è proprio la Bibbia, il libro dei libri, che però va interpretato tenendo conto dell’ enorme divario culturale e sociale che esisteva ai tempi degli avvenimenti narrati. Per esempio prendiamo il " Genesi": il "libro" spazia della creazione dell’Uomo fino all’ingresso degli Ebrei in Egitto e ruota attorno alle vicende di questo popolo che subito si proclama l’unico prediletto dal Signore, innescando forse fin da allora, la miccia del risentimento degli altri popoli che, non si sa perché, verrebbero declassati ad un ruolo secondario negli intendimenti del Creatore.
Comunque il termine ebreo deriva da Abramo, che a sua volta significa “padre della moltitudine” essendo un capo tribù nomade, costretto a spostarsi in continuazione per cercare pozzi per il bestiame fino ad arrivare in Egitto ed offrire (pare che fosse l’usanza del tempo) la bella moglie Sara in pasto agli appetiti del faraone che lo ricompensa con mandrie, cammelli, schiavi e schiave. In cambio il popolo egiziano viene colpito da grandi calamità e pestilenze che i credenti ascrivono ad una ipotetica ira di Dio, i laici alla scarsa pulizia delle popolazioni nomadi che trasmettevano i germi delle malattie agli abitanti delle città avvezzi ad un’igiene più scrupolosa.Abramo nella terra di Canaan (Gustavo Dorè)
Intanto Sara non finisce di stupirci mettendo al mondo alla venerabile età di novant’anni (ma pare con l’aiuto divino!) il figlio
Isacco, figlio legittimo e fratellastro di Ismaele che invece il buon Abramo aveva avuto da una schiava-concubina (certa Agar). Sorvolando sui numerosi incesti che caratterizzano il periodo, ( da notare la condiscendenza della Bibbia sugli incesti del tempo e la severità della stessa verso la sodomia che avrebbe caratterizzato le città di Sodoma e Gomorra che pare fossero avvezze a questa pratica sessuale), arriviamo al figlio che Isacco ebbe da Rebecca,
Incontro tra Isacco e Rebecca (Gustavo Dorè)Giacobbe, suo secondogenito che si guadagnò la primogenitura imbrogliando Esaù col famoso piatto di lenticchie e che divenne il terzo ed ultimo patriarca .
Giacobbe ebbe dodici figli che costituirono le dodici tribù di Israele. Uno di essi, Giuseppe, venduto dai fratelli ai mercanti egizia finì in Egitto dove divenne così importante da richiamare praticamente tutto il popolo ebraico che però venne ridotto in schiavitù da parte del Faraone. I lettori meno intransigenti pensano che non si trattasse di vera e propria schiavitù ma lavoro pesante e mal retribuito. Comunque da questa situazione ne uscirono per intervento del profeta Mosè ed intercessione divina che li fa fuggire attraverso il Mar Rosso che si apre al loro passaggio per richiudersi sugli inseguitori.
Gli egiziani annegano nel mar Rosso (Gustavo Dorè)
Dopo cinquanta giorni sul Monte Sinai il popolo israeliano riceverà la Torah, in sintesi le dodici tavole e stringerà un patto con Dio (beati loro che potevano parlarci). Certo è tedioso ripercorrere tutto il cammino biblico, ma in effetti è un percorso che bisogna fare se si vuole poi esprimere un’opinione consapevole sull’origine del nostro credo.
Mi chiedo come facciano i protestanti a trarre direttamente insegnamenti di una Bibbia che è caotica nella narrazione e satura di incesti, violenza, omicidi, violenza senza fine. Me lo chiedo senza protervia ma armato solo dal desiderio di capire come si arrivi da Giacobbe e Giuseppe a Mosè. Insomma ci sono personaggi che spuntano come funghi saltando interi secoli e poi si descrivono avvenimenti fin nei minimi dettagli. Indispensabile però conoscere il libro dei libri che è parte integrante della nostra cultura e fondamento della nostra fede (naturalmente per chi ci crede).
Io mi fermo qui ma sta per essere pubblicato un mio saggio che compendia in sé la storia delle religioni, le ultime scoperte scientifiche e l’evoluzione filosofica dell’occidente. Insomma io credo che sia importante conoscere prima di giudicare, abbracciare una fede, professarsi atei o agnostici . Il sapere è l’unico antidoto al fondamentalismo ed io, con queste brevi righe, vi sprono allo studio ed alla divulgazione della cultura.