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Sulla morte di Andrea Antonelli

Creato il 21 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Andrea Antonelli, Supersport, moto, Superbike, pilota, Mosca, Retropensiero,

Attribution Green Yoshi.

Il Retròpensiero di oggi è dedicato ad Andrea Antonelli.
È una delle tante afose domeniche pomeriggio di luglio. Anche l’ispirazione è andata in vacanza, e io sono rimasto solo con il computer. Lo schermo è pieno di colori, la pagina è bianca. Vorrei una bella storia da raccontare, vorrei una storia capace di strappare un sorriso. Navigo nel mare di Internet alla ricerca di un’isola felice. Non la trovo. O meglio, mi fermo in mezzo alla tempesta di informazioni che riguardano Andrea Antonelli, pilota italiano di moto Supersport, morto in un incidente durante l’avvio della gara sul circuito di Mosca. Comincia a circolare il video dell’incidente, comincia a diffondersi la notizia. Allora mi viene in mente che potrei dedicare il Retròpensiero proprio a lui. Decido di informarmi sulla sua vita. Trovo il suo sito, il suo curriculum, le sue foto. Si parla tanto di moto, di risultati, di speranze. Potrei scrivere un bell’articolo che ripercorre la sua carriera, penso, e potrei chiudere con un richiamo a Simoncelli una domanda/provocazione sull’effettiva sicurezza delle moto. Mi fermo. Sono sulla strada sbagliata. Completamente sbagliata. Prima di raccontare questa triste storia, prima di scrivere qualsiasi richiamo o provocazione, prima di tutto, viene il rispetto. Rispetto per il dolore, rispetto per la famiglia, rispetto per chi lo conosceva davvero. Quello che posso fare io è rispettare questa storia. Rispettare, dal latino respicio, guardare di nuovo, guardare da un’altra prospettiva. Allora chiudo gli occhi e provo a guardare ancora, questa volta con il cuore. Non saranno gli stati su Facebook, le foto postate con la scritta “riposa in pace campione” e gli articoli commoventi su Andrea a tenerlo in vita. No. Quella è pietrificazione digitale dell’emozione, necessaria e sufficiente per lavarsi la coscienza. Noi abbiamo bisogno dell’amore carnale, viscerale del cuore per rimanere vivi.

Articolo di Alessandro Antonioli


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