I negazionisti sono soliti pontificare dicendo che nessuno scienziato si occupa o si è mai occupato di geoingegneria clandestina (alias scie chimiche), dunque essa non esiste. Siamo al cospetto di un volgare paralogismo, spacciato per ragionamento. Qualche depistatore ammette che un paio di studiosi hanno accennato alla “guerra climatica”, ma che le loro ricerche non sono state inserite su riviste referate, con tutti i crismi dell’ufficialità. Questa asserzione è falsa: ad esempio, il medico veterinario Mark Purdey pubblicò degli studi referati in cui correlava la dispersione di bario in atmosfera all’encefalite spongiforme. Naturalmente gli occultatori ignorano Purdey, come disdegnano tutti gli altri esperti. La storia degli studi referati è comunque stucchevole: è una prassi invalsa nel mondo accademico attuale, un’enclave contraria ad ogni innovazione che rischi di mettere a repentaglio gli immensi privilegi con cui questa aristocrazia del nulla perpetua sé stessa e lo status quo. Gli scienziati autentici quasi sempre operano al di fuori del feudo baronale. Vilipesi, isolati, persino intimiditi, le loro acquisizioni sono alla fine accettate ma postume. Le scoperte degli investigatori genuini non hanno bisogno dell’imprimatur papale.
In verità, il discorso è complesso, di natura epistemologica: che cos’è la scienza tout cort? Chi può esibire la “patente” di scienziato? Nella visione faziosa e dogmatica degli occultatori la “scienza” coincide con l’accozzaglia delle versioni autorizzate, ratificate dal potere, dalla casta dominante. La loro “scienza” non è neppure un pallido simulacro del sapere galileiano-newtoniano, con i suoi pregi ed i suoi limiti, essendo un’ideologia autoritaria e fanatica, molto più settaria di una chiesa di invasati. Gli stessi sedicenti “scienziati”, che gravitano quasi tutti attorno al C.I.C.A.P., a sua volta finanziato dai servizi, sono imbonitori, le cui conoscenze, di per sé già episodiche e farraginose, sono svilite nella propaganda più sfacciata a favore delle bugie ufficiali. [1]
E’ questa purtroppo l’agonizzante “comunità scientifica” alla quale si aggrappa lo spettrale, decadente Gianluca Nicoletti. Un esempio perfetto di questa combriccola è Gianni Comoretto, il cui “chiarimento” circa il fenomeno della condensazione sarebbe giudicato inammissibile anche in una terza media.
E’ comunque un tema che è stato sviscerato più volte e su cui perciò non indugiamo oltre. Qui, però, ci piace elencare alcuni fra i numerosi scienziati veri che investigano e denunciano la geoingegneria illegale e problemi connessi, ognuno grazie alle sue competenze specialistiche. Gli approcci e le interpretazioni sono differenti, più o meno incisivi; taluni se ne occupano a tempo pieno, altri in un contesto che include altri argomenti ed interessi. Tutti, però, sono accomunati dall’onestà intellettuale e da spirito euristico, qualità che difettano nei disinformatori e nei sedicenti "scienziati" italiani a loro collegati.
Di seguito una lista (incompleta) in ordine alfabetico degli specialisti in parola. Abbiamo riportato in qualche caso delle loro significative osservazioni. Nel catalogo figura anche l’infame Edward Teller che della geoingegneria fu ideatore e strenuo paladino.
Nota: alcuni scienziati italiani non sono stati qui riportati, in quanto essi, a seguito delle pressioni subìte in ambito accademico, hanno dovuto battere in ritirata.
B. Agnew, geologo statunitense, esperto in prospezioni per la localizzazione di giacimenti di idrocarburi
T. Bearden, ingegnere statunitense, esperto di armi scalari
N. Begich, medico canadese, esperto di H.A.A.R.P.
R. Bertell, scienziata statunitense †
R. Blaylock, medico statunitense
C. Carnicom, ingegnere statunitense
M. Castle, biologo statunitense
F. De Aquino, fisico quantistico brasiliano
A. Di Benedetto, musicologo italiano, esperto di frequenze
E. Spencer, neurologo statunitense
P. C. Fienga, astrofisico italiano
G. Ginatta, agronomo italiano †
A.C. Griffith, esperto in tecnologie per radiocomunicazioni
M. el Husseini, biologo egiziano, docente universitario
N. Finley, fisico canadese
N. Katsaros, fisico greco. “Come scienziato non ho alcun dubbio che non ci sia paragone tra scie chimiche e scie di condensa, sono due fenomeni interamente differenti"."Alcuni scienziati con cui siamo in contatto e con cui abbiamo collaborato per corrispondenza ci hanno riferito che nelle università statunitensi hanno portato avanti questo genere di esperimenti, che hanno spedito dei piccoli aerei ed hanno raccolto campioni di aria e li hanno analizzati ed hanno trovato quantità di bario ed alluminio in alta percentuale che sappiamo hanno gravi effetti sulla salute umana e non solo sull'ambiente".
S. Mc Kay, fisico statunitense.
G. Pattera, biologo italiano
C. Penna, fisico italiano
S. Perlingieri, medico statunitense †
R. Peterson, agronoma statunitense
N. Pope, ricercatore britannico, ex funzionario del Ministero della difesa
M. Purdey, medico veterinario britannico †
L. Romaldini, climatologo italiano
D. Scott, medico statunitense
H. Staninger, tossicologa statunitense
S. Stevens, meteorologo statunitense
E. Teller, fisico statunitense, il padre della bomba H † [2]
C. Vermeeren, ingegnere aerospaziale olandese. "Se guardiamo al fenomeno in generale, non puoi spiegarlo semplicemente in termini di combustibile degli aerei che brucia e di temperatura ed umidità dell'aria. Quelle scie di condensa non possono durare a lungo. Quindi ogni scia di condensa persistente deve avere un'altra spiegazione".
[1] Ha ragione il professor Giorgio Masiero: “Se definiamo in generale ‘scienza’ tutto il sistema umano di conoscenze, ottenute attraverso un processo organizzato e rigoroso di ricerca, finalizzato all’elaborazione di rappresentazioni linguistiche coerenti con la realtà (eventualmente anche nei suoi aspetti meno direttamente controllabili), allora la scelta di considerare solo il metodo galileiano-newtoniano è l’opzione di una visione filosofica, tradizionalmente chiamata ‘Positivismo’, che si è rivelata portatrice di aporie insuperabili.” Abbiamo, infatti, sempre definito i Cicappini dei vetero-positivisti, incapaci di accostarsi al vero sapere ed agli orizzonti dispiegati dalla scienza sperimentale post-newtoniana.
[2] Le operazioni di irrorazione ed i conflitti nucleari limitati sono profondamente connessi. Possiamo individuare i primordi dell'"operazione copertura" nella mente perversa del dottor Stranamore Edward Teller, padre della bomba ad idrogeno, che consigliò di usare armi nucleari in regioni abitate per fini economici. Prima di morire, nel 2003, Teller fu direttore emerito (sic) del Lawrence Livermore National Laboratory, dove furono messi a punto i piani per le armi nucleari biologiche e ad energia diretta. Nel 1997 Teller dichiarò pubblicamente il suo proposito di usare l'aviazione per diffondere nella stratosfera milioni di tonnellate di metalli elettroconduttori, ufficialmente per ridurre il riscaldamento globale.
Teller ritenne che l'aviazione commerciale potesse essere adoperata per diffondere queste particelle al costo di 33 centesimi per litro (Un brevetto Hughs del 1991 conferma che il particolato può essere diffuso attraverso i motori degli aviogetti). Ciò dà credibilità ad un resoconto di un dirigente di una compagnia aerea, costretto dall'obbligo del silenzio a rimanere anonimo, secondo cui l'aviazione commerciale ha cooperato e coopera tuttora con i militari nel progetto copertura
"An Airline Manager's Statement", postato da C.E. Carnicom per conto dell'autore, 22-05-00. Citazione: "I pochi dipendenti della compagnia aerea che erano al corrente del Progetto Cloverleaf furono tutti sottoposti a controlli del loro passato, e prima di esserne informati ci fecero firmare accordi di non-divulgazione in cui sostanzialmente si dichiarava che se avessimo detto a chiunque quanto sapevamo saremmo stati incarcerati... Ci dissero che il governo avrebbe pagato la nostra compagnia, insieme ad altre, per rilasciare speciali agenti chimici da aerei commerciali... Quando chiedemmo loro perché non si limitassero ad equipaggiare gli aerei militari per rilasciare questi agenti chimici, dichiararono che non c'erano abbastanza aerei militari disponibili per rilasciare agenti chimici su una base così ampia come doveva essere fatto... Poi qualcuno chiese perché tutta queste segretezza. I rappresentati del governo dichiararono in seguito che se l'opinione pubblica avesse saputo di aerei in volo che stavano rilasciando agenti chimici nell'aria, i gruppi ambientalisti avrebbero scatenato un inferno e chiesto la fine dell'irrorazione".
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