Memori del patto di fratellanza che univa gli ex della P2 (confluiti oggi tutti nella P3 e nel Pdl), in una sorta di assicurazione sulla vita e sugli affari totali, gli apostoli del Partito dell’Amore giocano al sostentamento reciproco invocando una sorta di “gratuità” intesa nel senso cattolico del termine che, alla fine, tutto è meno che gratuità. Per i cattolici la “gratuità” consiste nell’aiuto (materiale e spirituale), che un fratello dà all’altro fratello senza pretendere nulla in cambio. Pensandoci bene, è un concetto superiore perfino alla riconoscenza della quale, chi dona gratuità, fa a meno come dei ringraziamenti. Così protesi al bene comune e dei propri fratelli, figli, padri, madri, cognati, mogli, amanti, personal trainer e igieniste orali, gli uomini del Pdl universalmente riconosciuti come i paladini non del cattolicesimo ma del Vaticano (Dio non vota), sono adusi a gesti e ad atti “gratuiti”, fatti a volte senza che il beneficiario ne abbia sentore. Prendiamo Scajola. Al poverino costretto ad andare in un lercio tugurio d’albergo nelle sue trasferte romane e a nutrirsi di hamburger e hot dog, un fratello decide di regalare un tetto. Non sarà granché tanto che avrà perfino la vista sul Colosseo, ma pur sempre di un atto gratuito si tratta. Così accade che un giorno, andandolo a trovare nel suo studio di ministro, la gang Anemone gli dia inavvertitamente, infilandogliele nella 24 ore di tela, un mazzo di chiavi attaccate a una targhetta con un indirizzo. Scajola, senza chiedersi perché, prende l’auto blu e, con sua grande meraviglia, si ritrova in un appartamento restaurato. Gli arredi arriveranno subito dopo. Nessun grazie. È un gesto di alta gratuità. Prendiamo Berlusconi. A sua insaputa, e sempre per il principio di “gratuità” che guida i cattolici del suo partito, non sapendo cosa regalargli visto che ha praticamente tutto, iniziano a confezionargli leggi ad hoc e, quando non servono direttamente a lui, pensano alla sua famiglia e, soprattutto alle sue imprese. Piovono lodi. Che si chiamino Sky o Mondadori o Fininvest o Mediaset o evasione fiscale o falso in bilancio o condoni edilizi o scudo fiscale o corruzione o malversazione o falso in bilancio, gli amici glieli preparano senza che lui ne sappia nulla. Una mattina accade perfino che Bonaiuti, consegnandogli la fascetta dei giornali, gli fa notare che la Mondadori non deve pagare più 750 milioni di euro ma 15. Berlusconi si chiede come sia potuto accadere e Bonaiuti, guardandolo negli occhi gli risponde: “È la gratuità, Sire”. Suppergiù è accaduta la stessa cosa in queste ore. A sua insaputa, essendo impegnato in un corso di recupero intensivo della funzionalità della mano sinistra, il birichino ministro della giustizia aveva pensato di confezionargli uno scudo che lo mettesse al riparo dall’andare ramengo per tribunali per tutta la vita. La bontà di Alfano si è spinta al punto che, trovandocisi, ha pensato di fare cosa gradita al Capo dello Stato, inserendo anche lui nella coperta termoelettrica dell’impunibilità. Quando il Capo dello Stato gli ha fatto notare che a lui per scaldarsi i piedi basta Clio che lo fa da una vita, Alfano ha fatto un passo indietro e Berlusconi ha detto: “Che burlone, eppure io non gli avevo chiesto nulla”. È la gratuità, Sire. Ma siete o no cattolici?
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SUNDAY POST. Silvio vittima della bontà di Alfano. Evviva la cattolica “gratuità”
Creato il 24 ottobre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Memori del patto di fratellanza che univa gli ex della P2 (confluiti oggi tutti nella P3 e nel Pdl), in una sorta di assicurazione sulla vita e sugli affari totali, gli apostoli del Partito dell’Amore giocano al sostentamento reciproco invocando una sorta di “gratuità” intesa nel senso cattolico del termine che, alla fine, tutto è meno che gratuità. Per i cattolici la “gratuità” consiste nell’aiuto (materiale e spirituale), che un fratello dà all’altro fratello senza pretendere nulla in cambio. Pensandoci bene, è un concetto superiore perfino alla riconoscenza della quale, chi dona gratuità, fa a meno come dei ringraziamenti. Così protesi al bene comune e dei propri fratelli, figli, padri, madri, cognati, mogli, amanti, personal trainer e igieniste orali, gli uomini del Pdl universalmente riconosciuti come i paladini non del cattolicesimo ma del Vaticano (Dio non vota), sono adusi a gesti e ad atti “gratuiti”, fatti a volte senza che il beneficiario ne abbia sentore. Prendiamo Scajola. Al poverino costretto ad andare in un lercio tugurio d’albergo nelle sue trasferte romane e a nutrirsi di hamburger e hot dog, un fratello decide di regalare un tetto. Non sarà granché tanto che avrà perfino la vista sul Colosseo, ma pur sempre di un atto gratuito si tratta. Così accade che un giorno, andandolo a trovare nel suo studio di ministro, la gang Anemone gli dia inavvertitamente, infilandogliele nella 24 ore di tela, un mazzo di chiavi attaccate a una targhetta con un indirizzo. Scajola, senza chiedersi perché, prende l’auto blu e, con sua grande meraviglia, si ritrova in un appartamento restaurato. Gli arredi arriveranno subito dopo. Nessun grazie. È un gesto di alta gratuità. Prendiamo Berlusconi. A sua insaputa, e sempre per il principio di “gratuità” che guida i cattolici del suo partito, non sapendo cosa regalargli visto che ha praticamente tutto, iniziano a confezionargli leggi ad hoc e, quando non servono direttamente a lui, pensano alla sua famiglia e, soprattutto alle sue imprese. Piovono lodi. Che si chiamino Sky o Mondadori o Fininvest o Mediaset o evasione fiscale o falso in bilancio o condoni edilizi o scudo fiscale o corruzione o malversazione o falso in bilancio, gli amici glieli preparano senza che lui ne sappia nulla. Una mattina accade perfino che Bonaiuti, consegnandogli la fascetta dei giornali, gli fa notare che la Mondadori non deve pagare più 750 milioni di euro ma 15. Berlusconi si chiede come sia potuto accadere e Bonaiuti, guardandolo negli occhi gli risponde: “È la gratuità, Sire”. Suppergiù è accaduta la stessa cosa in queste ore. A sua insaputa, essendo impegnato in un corso di recupero intensivo della funzionalità della mano sinistra, il birichino ministro della giustizia aveva pensato di confezionargli uno scudo che lo mettesse al riparo dall’andare ramengo per tribunali per tutta la vita. La bontà di Alfano si è spinta al punto che, trovandocisi, ha pensato di fare cosa gradita al Capo dello Stato, inserendo anche lui nella coperta termoelettrica dell’impunibilità. Quando il Capo dello Stato gli ha fatto notare che a lui per scaldarsi i piedi basta Clio che lo fa da una vita, Alfano ha fatto un passo indietro e Berlusconi ha detto: “Che burlone, eppure io non gli avevo chiesto nulla”. È la gratuità, Sire. Ma siete o no cattolici?
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