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Sunny o il sogno rwandese

Creato il 19 gennaio 2012 da Dragor

L’altra sera ho invitato a cena uno dei collaboratori più simpatici del New Times.Ha ventotto anni e non soltanto è sempre allegro, cosa che gli è valsa l’accattivante soprannome di Sunny, ma è anche un fantastico scrittore che ti manda tranquillamente a spasso tanti tromboni dei quotidiani anglosassoni. Gliel’ho detto un centinaio di volte, vorrei scrivere in inglese come te. Certo, ha avuto la fortuna di studiare negli Stati Uniti,ma ha anche una dote naturale. Abborda ogni tema in modo molto personale, con semplicità e humour, in tono con il suo carattere. Così gli ho chiesto: qual è il tuo sogno?

“Be’, sarebbe l’American Dream, ma non sono più in America così devo accontentarmi di quello rwandese”, ha risposto. “E qual è quello rwandese?” “Potrei dirti che mi accontento di godermi il sole e la polvere rossa, ma non sarebbe vero. Devo ancora decidere qual è il mio sogno. A dire il vero non ho ancora pensato quello che farò nel prossimi cinque o dieci anni. Forse perché mi sono laureato da poco e mi sento ancora giovane. Dopo tre anni di lavoro al giornale, tutto quello che posso definire “mio” sono i mobili della casa che affitto e una vecchia macchina. Quando mi guardo intorno, vedo che i giovani della mia età vivono più o meno come me. Non possediamo quasi niente e spendiamo tutto in una vita da yuppie… pasti in buoni ristoranti, bowling al Mamba Club, ragazze,Blackberry e IPad. Ma poco tempo fa, ho visto la luce.”

"Quale?”, ho chiesto. “Be’, dopo sette anni di fidanzamento, un mio amico si sposa e gli ho chiesto come può permettersi non soltanto la cerimonia, ma anche la vita matrimoniale. Mi ha risposto che da anni risparmia metà del suo stipendio. Mi sono un po’ vergognato, perché in banca non ho un centesimo.Qualche giorno fa ho letto che il Rwanda Social Security Board ha messo in vendita delle case a prezzo politico, accessibili ai redditi medi. Be’, allora ho capito qual è il mio sogno: possedere una casa.” Si guarda intorno. “Sei fortunato a possedere una casa così grande. Dev’esserti costata cara.”

Non gli ho detto che l'ho occupata...

Dragor


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