La copertina del libro
ARTE E CALCIO (Milano). Da qualche tempo Ferran Soriano è nell’occhio del ciclone: vicepresidente del Barcellona dal 2003 al 2008 e da quest’estate Amministratore Delegato del Manchester City è stato nelle ultime settimane accusato dalla società del Nou Camp di tentare i dirigenti blaugrana per un ricco trasferimento (loro con il bagaglio di esperienza acquisito) in casa citizens e negli ultimi giorni pare implicato in un “problemino” di intercettazioni, questa volta per difendere il know-how, ai tempi catalani.
Il quarantacinquenne di Barcellona ha fatto delle sue capacità manageriali – non solo nel calcio poichè ha pur sempre un MBA, venti anni di esperienza nella consulenza ed è stato presidente della Spainair – il suo prodotto: vendute a peso d’oro allo sceicco Mansour, in conferenze e intorno al mondo e in un libro uscito lo scorso anno dal titolo “Il pallone non entra mai per caso” che si è aggiudicato ieri la seconda edizione del Premio Ghirelli riservato alle opere su tematiche legate al calcio. E’ un libro dove Soriano racconta la sua esperienza al Barcellona che nel 2003 era un club pieno di debiti che non vinceva da quattro anni e si è trasformato in una macchina da successi e da soldi.
Bisogna partire con grandi ambizioni, è il messaggio di Soriano, e con una bella pulizia iniziale, aumentare i prezzi dei biglietti, copiare le migliori strategie di marketing come quella dello United. E’ importante trovare il giusto leader da mettere a capo della squadra e capire come e quando vendere le superstar che stanno invecchiando e perdendo le motivazioni. La gestione degli ingaggi e dei trasferimenti è una vera e propria lezione di management: essere ben preparati, determinare in anticipo il giusto prezzo e mantenere sotto controllo le emozioni. Per quanto riguarda il calcio di casa nostra, Soriano ricorda un aneddoto delle lotte gladiatorie che si sviluppano ogni volta si inneschi una trattativa con il Milan: dopo un colloquio di rottura, l’amministratore delegato rossonero prese il suo telefono e di fronte a Soriano e colleghi raccontò ad un giornalista i dettagli della trattativa momentaneamente andata in fumo. Un teatrino inutile, preambolo di una successiva firma.